Emergono altri dettagli sulla morte di Sara Di Pietrantonio, la studentessa 22enne vittima dell’omicidio della Magliana. Reo confesso dell’omicidio della ragazza Vincenzo Paduano, l’ex fidanzato che la sera del 28 maggio scorso l’avrebbe aggredita, strangolata e poi le avrebbe dato fuoco. Secondo quanto sostiene il gip, come riportato dal Corriere della Sera, “Sara era un bersaglio volontario” e sarebbe anche alto per Vincenzo Paduano il rischio di recidiva. Il quotidiano pubblica anche un video in cui si vede come l’assassino ha fermato l’auto di Sara Di Pietrantonio: si tratta delle immagini riprese da una telecamera di sorveglianza vicino a via della Magliana (clicca qui per vederle). L’assassino avrebbe anche cercato di farla franca con una serie di bugie: “l’uscita dall’ufficio per andare con una prostituta che avrebbe pagato 40 euro, la finta sorpresa nello scoprire lo specchietto della sua auto rotto (conseguenza dello speronamento di Sara), il tentativo infine di accreditarsi come una persona incapace di uccidere attribuendo questa valutazione addirittura alla sua vittima”.
Vincenzo Paduano, l’ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, reo confesso dell’omicidio della studentessa 22enne, pensava forse di farla franca. E’ quanto sostiene il gip, come riportato dal Corriere della Sera: il giovane dopo lo scorso 28 maggio, sera in cui avrebbe aggredito, strangolato e poi bruciato Sara, è andato a lavoro come se non fosse accaduto niente. Ha aspettato che rientrasse il suo collega che doveva dargli il cambio e hanno preso insieme un caffè. Poi prima di tornare a casa a dormire l’assassino è andato anche a casa dei genitori a salutarli. “I gesti dell’indagato – scrive il gip, come si legge sul quotidiano – sono finalizzati ad allontanare da sé i sospetti”. Sempre secondo il gip Vincenzo Paduano “è privo di autodeterminazione. E voleva sottrarsi alle ricerche”. Inoltre le bugie e omissioni sono state usate per sviare i sospetti e far credere a una morte “accidentale” della sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio.
Nella giornata di ieri, presso la Procura di Roma si è svolto un vertice per fare il punto sulle indagini relative alla morte di Sara Di Pietrantonio, la studentessa 22enne vittima di quello che è stato definito omicidio della Magliana. Le indagini sarebbero ancora in corso e in questo momento verterebbero in particolare sui cellulari della ragazza e del suo assassino reo confesso, l’ex fidanzato Vincenzo Paduano, il quale nella notte dello scorso 28 maggio l’avrebbe prima aggredita, poi strangolata ed infine data alle fiamme. In base a quanto riportato da “Repubblica.it”, infatti, il cellulare di Sara Di Pietrantonio sarebbe stato ritrovato da un operatore Ama in mezzo ad un cespuglio in zona Magliana dove sarebbe avvenuto l’atroce delitto. L’intento degli investigatori è comprendere il reale tono dei messaggi ricevuti da Paduano e confermare così le minacce che, secondo il racconto degli amici di Sara Di Pietrantonio data alle fiamme, era solita ricevere dall’ex. E’ possibile tuttavia che il 27enne abbia cercato anche in questo caso di eliminare ogni traccia esattamente come fatto con il suo dispositivo, lasciato non a caso sul luogo di lavoro la notte dell’omicidio. Altro aspetto ancora da chiarire è quello legato alla premeditazione che la Procura avrebbe intravisto, a dispetto del gip che non avrebbe invece riconosciuto questa aggravante. Secondo quanto riportato da “TgCom24”, Paduano avrebbe chiesto ad un collega – che sarà presto risentito – uno spray urticante. Gli sarebbe potuto servire per tramortire in qualche modo Sara Di Pietrantonio. Nonostante questo, nonostante la tanica di benzina usata per dare fuoco prima all’auto e poi alla ex fidanzata e nonostante il tentativo maldestro di costruirsi un alibi lasciando il cellulare al lavoro ed asserendo di essersi recato in zona Magliana in quanto era stato con una prostituta, il gip non ha accolto la premeditazione, mentre la Procura starebbe procedendo per omicidio volontario premeditato. Nella prossime ore, infine, potrebbero giungere informazioni in più rispetto agli esami dell’autopsia che stabiliranno con assoluta certezza se Sara Di Pietrantonio era già morta quando è stata bruciata o se invece era ancora in vita quando Paduano l’ha cosparsa di benzina prima di darle fuoco.