Una carriera segnata dallo scandalo di una vicenda giudiziaria poi conclusasi senza nemmeno arrivare al processo: è quella di Gigi Sabani, il conduttore e imitatore morto per un infarto a 54 anni nel 2007. Dieci anni prima, nel 2006, quando scoppiò la cosiddetta prima Vallettopoli, Sabani fu travolto accusato di induzione alla prostituzione e trascorse 13 giorni agli arresti domiciliari. La sua immagine e il suo successo ne furono colpiti in maniera irrimediabile anche se al termine della vicenda Gigi Sabani fu prosciolto senza neppure arrivare al processo. Si parlerà dell’artista stasera nella puntata de “Il Labirinto – Storie di ordinaria in-giustizia”, il programma condotto da Carmelo Abbate su Rete 4 in seconda serata. A ricordare Gigi Sabani, come si legge su tvzap.kataweb.it, saranno l’ultima compagna Raffaella Ponzo, la sorella Isabella, Valerio Merola, Jerry Calà, l’avvocato Vincenzo Siniscalchi, Don Santino Spartà, l’amico Natalino Candido, il direttore de Il Dubbio Piero Sansonetti, l’ex magistrato Piero Tony.



La storia di Gigi Sabani, il celebre showman scomparso prematuramente nel settembre del 2007, approda nella puntata odierna de “Il Labirinto – Storie di ordinaria in-giustizia”, la trasmissione condotta dal giornalista Carmelo Abbate nella seconda serata di Rete 4. Dopo aver affrontato diversi casi giudiziari controversi, questa volta l’attenzione si concentrerà su Gigi Sabani, uno dei nomi dello spettacolo tra i più amati e che verso la metà degli anni ’90 fu travolto da uno scandalo senza fine che lo accompagnò quasi fino alla morte. Nell’estate del 1996 scoppiò la vicenda “merolone” che coinvolse diversi nomi dello spettacolo tra cui anche Gigi Sabani, all’epoca conduttore e imitatore di enorme successo. La vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto aprendo la strada ad un declino della sua carriera in seguito all’irrimediabile lesione dell’immagine, fu connessa alla così detta prima Vallettopoli, nata in seguito alle dichiarazioni di alcune soubrette dell’epoca. Nello specifico, l’accusa a carico di Gigi Sabani fu di induzione alla prostituzione nei confronti di Raffaella Zardo e Patrizia De Angelis per la quale fu chiamato a scontare 13 giorni di arresti domiciliari. Al termine della triste vicenda che ebbe come conseguenza primaria l’allontanamento di Gigi Sabani dal piccolo schermo nostrano, l’artista fu prosciolto nel 1998 senza neppure arrivare al processo. Il conduttore avviò così un procedimento contro il Ministero del Tesoro al fine di ottenere la riparazione dei danni subiti e dopo circa un anno la Corte d’Appello di Roma ne stabilì il risarcimento pari a 24 milioni di lire per i giorni di detenzione che scontò ai domiciliari. La vicenda, sebbene fosse stata archiviata, danneggiò pesantemente Gigi Sabani, non solo da un punto di vista artistico ma anche (e soprattutto) umano, al punto tale da non riuscire più a proseguire la sua carriera con lo stesso appeal e ritmo di un tempo. Fu lo stesso Sabani, come riporta un articolo de “Il Tempo” datato 22 giugno 2006 – poco più di un anno prima della sua morte in seguito ad un infarto – a dichiarare, a distanza di diversi anni dallo scandalo che lo coinvolse: “Ai tempi della mia assurda vicenda persecutoria, falsa e priva di qualsiasi fondamento nessuno spezzò una lancia. E non tanto in mio favore, quanto per il contesto nel quale veniva coinvolta la mia onorabilità di uomo e di professionista”. Erano passati dieci anni, ma quell’affronto Gigi Sabani dimostrò di non averlo mai realmente dimenticato.

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