Sono trascorsi quattro mesi dal delitto di Luca Varani avvenuto per mano di Manuel Foffo e Marco Prato. In attesa che le indagini proseguano con nuovi spunti importanti, lunedì 4 luglio sarà presentato a Roma il libro di Emilio Orlando dal titolo “‘Buoni’ assassini. Genesi di un delitto – Il caso Varani”. Si tratta del primo libro di inchiesta sul giallo del Collatino e che si pone varie domande sull’atroce delitto nel quale perse la vita il giovane 23enne. Ciò che compie Orlando è un’analisi dello sfondo di quanto accaduto, ancora poco emersa. I dubbi dell’indagine in corso, cosa c’è dietro l’intervista al padre di Manuel Foffo che definì il figlio “bravo ragazzo”, la probabile pena alla quale saranno condannati i due assassini (ergastolo o pena più mite, sulla base dell’uso della droga durante il delitto). Ma soprattutto, si domanda l’autore, quanto il degrado di Roma sia stato complice di questo e di altri spietati omicidi?



Sono passati diversi mesi dalla morte di Luca Varani e le indagini su Manuel Foffo e Marco Prato, ritenuti i due principali responsabili del delitto, non si fermano. Dopo la conferma della presenza di Ghb nel sangue della vittima, la posizione dei due assassini attualmente in carcere potrebbe aggravarsi in quanto alla già pesante accusa di omicidio ora potrebbe aggiungersi anche quella della premeditazione. Come ricordiamo, il solo tra i due ad aver evidenziato l’intenzione di collaborare con gli inquirenti al momento è stato Manuel Foffo. Marco Prato, al contrario, sembra essersi chiuso nel silenzio. A fornire maggiori dettagli su quanto accaduto lo scorso marzo nell’abitazione al Collatino, periferia di Roma, potrebbe essere un video che Foffo e Prato avrebbero girato e che immortalerebbe le atroci torture a scapito del giovane Luca Varani. Secondo chi indaga al caso, il video mostrerebbe le modalità di uccisione del ragazzo, ma al momento non sarebbe ancora stato trovato.



Confermata nelle ultime ore la presenza della droga dello stupro nel corpo di Luca Varani. Il giovane romano, ucciso con brutalità efferata nei primi giorni del marzo scorso, aveva assunto forti quantità della droga, molto di più della cocaina. Molto probabilmente la sostanza gli era stata somministrata da Manuel Foffo e Marco Prato nel drink che gli avevano offerto all’inizio della folle serata, poi sfociata nel delitto. Furono quindi queste le dosi che portarono Luca Varani ad essere stordito durante tutto il tempo che ha preceduto il piano diabolico dei due complici. La sostanza è stata ricondotta, riporta a Cronaca e Dossier, ad un farmaco in possesso a Manuel Foffo e presente nell’appartamento romano dove si consumò l’omicidio. Si tratta dell’Alcomer, assunto solitamente per contrastare l’astinenza di droga ed alcool, il cui principio attivo è il ghb, ovvero quella che è conosciuta come la droga dello stupro. Questa certezza potrebbe quindi aggravare la posizione di Manuel Foffo e Marco Prato, indagati per omicidio, accusa che presto potrebbe portare all’accusa di premeditazione. Un particolare su cui si è discusso a lungo proprio all’inizio dell’indagine, ma che era stata subito scartata dal Pm. Per ora l’unico dei due complici a parlare continua ad essere Manuel Foffo, mentre Marco Prato sembra sempre più avvolto nel silenzio. Si cerca ancora il video che secondo gli investigatori sarebbe stato girato quella notte e che mostrerebbe senza alcun dubbio la modalità con cui è stato ucciso Luca Varani. Si indaga infatti sugli Snuff Movie, ambiente in cui forse è finito il filmato. 

Leggi anche

Antonio Vena, chi è: condannato all'ergastolo per femminicidio di Alessandra Cità/ Il processo e la sentenza