L’interrogatorio a Padre Graziano, tornato in aula oggi dopo il malore della passata udienza, è cominciato con il racconto del religioso sulla sua presunta poca lucidità durante il primo interrogatorio per colpa di alcuni calmanti. Il frate accusato del delitto e dell’occultamento di Guerrina Piscaglia, come riporta oggi La Nazione è tornato ad affrontare tutti i punti più spinosi della vicenda, rimarcati dal pm Marco Dioni. Si parte dalla battuta del coniglio (“Vengo, cuocio il coniglio e poi facciamo l’amore”) spiegata nel corso del celebre interrogatorio. A detta di Padre Graziano si era trattato di un errore da parte del traduttore: in base alla sua spiegazione odierna non capiva bene le sfumature del francese e rivedendone il testo aveva scoperto di non avere mai detto quelle cose. Questo è stato solo uno degli aspetti affrontati nel corso del serratissimo interrogatorio che si è tenuto oggi in Assise ad Arezzo.



Padre Graziano è tornato in aula stamani dopo il rinvio dell’udienza della settimana scorsa per un lieve malessere del religioso. Per scelta del suo collegio difensivo, composto dai legali Riziero Angeletti, Francesco Zacheo e Sergio Novani, si sta sottoponendo in assise all’interrogatorio nell’udienza clou del lungo processo per l’omicidio di Guerrina Piscaglia. L’uomo è anche accusato della distruzione del cadavere. Padre Graziniano ha scelto di raccontare che durante il primo interrogatorio in carcere gli hanno somministrato gocce di calmanti che non lo avrebbero reso molto lucido. Incalzato dal pm Dioni, il frate ha così giustificato le incongruenze emerse quando mise a verbale il racconto dello zio Francesco.



Troveranno risposta alcune delle domande sull’omicidio di Guerrina Piscaglia? E’ quanto si auspica oggi in vista dell’interrogatorio nell’udienza clou del lungo processo a carico di Padre Graziano, accusato dell’omicidio e della distruzione del cadavere. Dopo il rinvio della scorsa settimana per un lieve malore del religioso, il frate sarà incalzato dalle domande del pubblico ministero Marco Dioni e delle altre parti. Nella versione di Padre Graziano, infatti, ci sono dei punti deboli, a partire dall’evocazione del fantomatico zio Francesco, che sarebbe frutto di fantasia per gli inquirenti, per passare ai tabulati telefonici. Questi i momenti focali dell’udienza. Il collegio difensivo è convinto che il religioso saprà essere convincente: Padre Graziano, come riporta La Nazione, ha studiato attentamente le carte del processo nella sua camera del convento romano dell’ordine premostratense, dove si trova agli arresti domiciliari.



A distanza di una settimana esatta, Padre Graziano, il frate di origine congolese accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia, la casalinga 50enne scomparsa da Ca’ Raffaello il primo maggio 2014, è pronto a tornare in aula. A suo carico è atteso il fatidico interrogatorio al quale lo stesso religioso ha deciso di sottoporsi ma che lo scorso venerdì era slittato in seguito ad un malore accusato dal frate e che lo aveva portato ad un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna. Nulla di grave, forse una conseguenza dello stress in vista del fuoco di domande incrociate alle quali sarà chiamato a rispondere e che hanno portato ad uno slittamento dell’udienza. Oggi, salvo imprevisti, Padre Graziano seguendo la scelta del suo collegio difensivo è pronto a sottoporsi all’intenso interrogatorio che si va a collocare nell’udienza clou del lungo processo. Il pubblico ministero Marco Dioni e le altre parti lo sottoporranno alle relative domande che quasi certamente si concentreranno su due punti salienti ancora poco chiari, nonché gli elementi che finora avrebbero contribuito ad incastrare la guida spirituale di Guerrina Piscaglia. Il primo è rappresentato dall’emblematica figura di Zio Francesco, secondo l’accusa inesistente. Il pm sarebbe certo del fatto che Graziano abbia avanzato questa fantomatica figura con la quale Guerrina si sarebbe data alla fuga, con il semplice scopo di depistare le indagini. Cosa risponderà in merito? Un altro punto debole risulta essere rappresentato dal cellulare della donna misteriosamente scomparsa. Graziano avrebbe più volte ribadito di non essere mai entrato in possesso del dispositivo, ma a smentirlo sarebbero i tabulati telefonici e le celle che agganciano il suo cellulare e quello di Guerrina. La scelta di essere sottoposto ad un interrogatorio è stata attentamente ponderata dall’intero collegio difensivo composto dagli avvocati Riziero Angeletti, Francesco Zacheo e Sergio Novani. Riuscirà Padre Graziano ad essere convincente? L’uomo attualmente ai domiciliari presso il convento di frati Premostratensi di Roma, ha avuto modo di studiare ulteriormente le carte del processo anche in seguito al recente slittamento.