Isabella Noventa, un caso sempre più complesso che purtroppo non arriverà a breve ad una soluzione, specie se il corpo non verrà trovato a breve e se i tre indagati continueranno nel loro silenzio costante da quanto è cominciato tutto il caso. Manuela Cacco, dalle ultime notizie e indiscrezioni pubblicate da La Nuova Venezia, sembra che non otterrà dai giudici il via libera per la scarcerazione. È vero, resta l’unica dei tre arrestati ad aver parlato e rivelato la sua versione die fatti, ma ci sono molti elementi che non tornano e secondo i colleghi locali sembra che l’impianto accusatorio sia più importante delle parole di Manuela, per cui non ci sarebbero gli estremi per una scarcerazione, almeno non nel 2016. Lo dice anche, tra le righe, il suo avvocato Alessandro Menegazzo, intervistato dal Gazzettino di Padova: «n un caso di omicidio come questo le indagini da sei mesi possono essere prorogate di altri sei mesi, e se ci sono nuovi elementi ancora. I tempi delle indagini dipendono dalla Procura che può prorogarle fino a fine anno. Il primo passo è quello di chiudere la fase degli accertamenti in atto. Accertamenti che mirano a trovare tracce biologiche su particolari oggetti, sulle auto o in casa. A quanto pare non ci sarebbero ulteriori elementi a carico della mia indagata».
Il giallo sulla morte di Isabella Noventa, sin dal suo inizio si era configurato complesso e ricco di ostacoli. A poco ha portato l’arresto di tre persone, Freddy Sorgato con la sorella Debora e l’ex amante Manuela Cacco, accomunati dall’accusa di concorso in omicidio e da un patto di silenzio che finora non ha permesso di conoscere molte verità sul terribile delitto della segretaria di Albignasego. Poche novità e speranze sempre più flebili da parte della famiglia della vittima, in modo particolare dell’anziana e malata madre che spera almeno nel ritrovamento del corpo. Il giallo, a quasi sei mesi dal suo inizio, resta più fitto che mai con un silenzio inquirente sospetto come evidenziato di recente anche dal sito CronacaeDossier.it. Non ci sono dubbi sul fatto che le indagini stiano procedendo, seppur a rilento dopo la delusione scaturita dal mancato esito positivo delle ultime operazioni di ricerca del corpo di Isabella Noventa. Per mesi si è cercato il cadavere della donna, perlustrando le zone più vicine a Freddy Sorgato ed alla sorella, eppure la verità potrebbe essere altrove. Esperti nell’ambito della ricerca di persone scomparse e cani molecolari altamente addestrati, al momento non hanno portato ancora al ritrovamento del corpo di Isabella Noventa, ammesso che sia stata uccisa secondo le modalità illustrate da Manuela Cacco. Gli inquirenti, a questo punto, non possono che aggrapparsi alle parole della sola persona facente parte di quello che il fratello della vittima ha più volte ribattezzato con l’appellativo di “trio diabolico”. E’ proprio la tabaccaia veneziana la sola ad aver dimostrato l’intenzione di collaborare alle indagini, rivelando agli inquirenti non solo la verità sulla messinscena del giubbotto bianco della vittima, da lei indossato dopo il delitto per depistare le indagini, ma anche quanto sarebbe accaduto nella villetta di Freddy Sorgato, suo amante, la sera del 15 gennaio scorso. E’ qui che, una volta giunta, Debora Sorgato le avrebbe rivelato di essere stata l’autrice dell’omicidio, avvenuto in seguito ad alcuni colpi di mazzetta alla testa. Nessun altro particolare in più in merito al luogo in cui il cadavere di Isabella Noventa sarebbe stato fatto sparire. Ed è su questo aspetto che emergono i dubbi degli inquirenti, come riporta il settimanale Giallo, circa quella verità, forse solo parziale, raccontata da Manuela Cacco. Per lei, tuttavia, si configura un futuro più “roseo” rispetto a quello dei due fratelli Sorgato, rinchiusi nel loro silenzio sin dal giorno dell’arresto. Come annunciato di recente dalla Nuova di Venezia e Mestre, infatti, la tabaccaia potrebbe uscire dal carcere solo con l’inizio del nuovo anno, ovvero con la chiusura delle indagini generali che si potrebbero preannunciare più lunghe del previsto. Il suo avvocato conta di riuscire a dimostrare come la posizione della sua assistita sia più collocabile nell’ambito del favoreggiamento che non della complicità, alleggerendo di gran lunga il ruolo giocato dalla Cacco nel delitto di Isabella Noventa. L’unica certezza al momento, è rappresentata dalle parole della dottoressa Marina Baldi, genetista forense e consulente della famiglia Noventa, la quale interpellata da CronacaeDossier.it non ha potuto far altro che confermare come gli accertamenti sulle tracce biologiche raccolte nella villetta di Freddy Sorgato quasi un mese fa siano ancora in corso “ed è ancora presto per poter esprimere qualsiasi giudizio”.