Ormai le ricerche si sono concluse e 22 delle 23 vittime hanno un nome. Soltanto un cadavere non è stato ancora rivendicato da nessuno, spiega il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano dopo i riconoscimenti che si sono svolti questa mattina a Bari tra le urla strazianti di chi si chiede perchè il proprio caro si trovi lì. Intanto le scatole nere dei due convogli sono state recuperate e potranno chiarire meglio la dinamica dell’incidente. Prima delle notizie ufficiali il presidente di Ferrotramviaria Massimo Nitti si sbilancia e afferma che il treno “fuori posto” era quello proveniente da Andria. L’unica stazione di incrocio è quella di Andria”, ha detto Nitti a Telenorba, “Quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere”. Il presidente ha anche ipotizzato una sorta di ricostruzione della dinamica dei fatti, sostenendo che i due treni si sono incontrati in un punto in cui nessuno dei due macchinisti (entrambi deceduti sotto le lamiere) poteva vedere l’altro. Il fatto di uscire da una curva lascia pensare che i conducenti non abbiano avuto neppure il tempo di tentare una frenata.



Sono ufficialmente terminate le ricerche dei dispersi dopo l’incidente in Puglia: i Vigili del Fuoco hanno appena diramato comunicato in cui affermano come tutti i vagoni sono stati rimossi dal binario unico tra Andria e Corato. Non ci sono resti umani per fortuna, e così la lista orribile delle vittime rimane ferma a 23, mentre preoccupano le condizioni dei 7 feriti gravi che ancora sono in ospedale a Bari. Dobbiamo rettificare una notizia data in precedenza: purtroppo anche il secondo macchinista risulta morto nello schianto pugliese, mentre in un primo momento dalle indicazioni che avevano in nostro possesso si raccontava come fosse ferito gravemente. Entrambi i macchinisti – identificati come Luciano Caterino e Pasquale Abbasciano – sono così morti nello scontro ferroviario rimanendo dilaniati dalle lamiere immediatamente. Sono partite intanto le indagini con un pool di 5 magistrati che proveranno a far luce su quanto successo, come richiesta da Mattarella e Renzi: Francesco cannella, Antonio Svasata, Simona Merra, Marcello Catalano e Michele Ruggiero (fonte Ansa). 



Tra le vittime accertate del disastro ferroviario che ha trafitto la Puglia ieri mattina c’è anche una donna Lucana. Si tratta di Giulia Favale, 50enne di Nova Siri, originaria di Rotonella, entrambi centri in provincia di Matera. La donna si trovava sul treno in compagnia della figlia, Antonella Pastore (28 anni), che è rimasta ferita durante lo scontro ma non sembrerebbe in pericolo di vita. Tornavano dall’aeroporto, dove erano atterrate rientrando da Bruxelles, e si dirigevano ad Andria, città in cui Giulia viveva e lavorava come insegnante di francese. Per lei l’impatto è stato immediatamente mortale. Fino a questa mattina era data per dispersa ma, quando i familiari delle presunte vittime si sono recate all’obitorio di Bari per il riconoscimento ufficiale, i dubbi sulla sua morte sono diventati certezze. A riconoscerla è stato il marito Vincenzo, residente a Nova Siri. Il centro lucano si è immediatamente stretto attorno alla famiglia Pastore, così come ha fatto la popolazione rotondellese. Entrambi i comuni proclameranno lutto cittadino nel giorno del funerale della donna. 



Il gravissimo incidente ferroviario che ha coinvolto i due treni sul binario unico tra Andria e Corato, ha letteralmente sconvolto la Puglia e l’intera Italia. Ancora una volta, anche in questa occasione di immane dolore Lecce si è riscoperta vicina alla propria terra di appartenenza e lo sta dimostrando sin dalle prime ore del giorno, quando presso il Vito Fazzi, l’ospedale del capoluogo salentino, circa 200 persone erano in coda a donare il sangue in favore dei 50 feriti, come riporta Leccenews.it. Una vera e propria gara di solidarietà ha quindi caratterizzato il Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Presidio Ospedaliero di Lecce, in particolare giovani, come i tanti che viaggiavano sulla tratta a binario unico e rimasti vittime del tragico scontro. Per la giornata di oggi, sono attesi ancora molti volontari intenti a donare il sangue, tra 500 e 600. La lunga fila ha portato a qualche difficoltà presso il personale medico, subito risolta grazie all’iniziativa degli stessi donatori che hanno dato una mano distribuendo i moduli e avvertendo gli stessi volontari del proprio turno, offrendo loro informazioni utili.

Il Movimento 5 Stelle parte all’attacco sull’incidente in Puglia che ha visto lo scontro terribile tra due treni tra Andria e Corato, per via dell’unico binario su cui in quel tratto transitano le ferrovie pugliesi. Dopo lo schianto e le parole del ministro Delrio alla Camera, arriva l’attacco dei grillini prima direttamente tramite il loro fondatore sul blog, «con la tecnologia e le risorse che ci sono oggi a disposizione è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente», scrive Beppe Grillo; e poi anche con un lungo post a firma M5s Camera che tira dritto contro Renzi per la morte dei 23 pendolari sui due treni. «Non è stato un incidente: se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perché è stato deciso di non investire lì. Se anziché spendere miliardi di euro per bucare la Val di Susa per l’opera inutile della Tav si fossero usati quei soldi per sistemare questa e altre tratte monorotaia oggi non saremmo a piangere 27 morti (23 in realtà, ndr)». Attacco diretto contestato dalle altre forze politiche: il Movimento 5 Stelle va dritto contro il Governo per l’intera vicenda pugliese. Si attende ovviamente la risposta di Renzi o Delrio, forse già stasera durante il riferimento in Senato.

Interviene anche il Movimento 5 Stelle in merito all’incidente tra treni in Puglia avvenuto ieri. E lo fa con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo dal titolo “Non è stato un incidente”. “Con la tecnologia e le risorse che ci sono oggi a disposizione è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente – si legge -. Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perchè è stato deciso di non investire lì. Se anzichè spendere miliardi euro per bucare la Val di Susa per l’opera inutile della TAV si fossero usati quei soldi per sistemare questa e altre tratte a binario unico oggi non saremmo a piangere 27 morti. (…) C’erano 180 milioni di fondi europei, scaduti nella prima tranche il 31 dicembre 2015, come denunciato in questo video realizzato dagli attivisti M5S di Andria alla fine dello scorso anno. Il Grande progetto di adeguamento ferroviario dell’area metropolitana del Nord barese includeva fra gli interventi anche il raddoppio di quel binario. Ma si è perso tempo con gli espropri, con le autorizzazioni, con l’impiego delle risorse. Il progetto non è mai partito, il binario è rimasto unico. (…) Il portavoce del MoVimento 5 Stelle di Andria alla Camera Giuseppe D’Ambrosio aveva presentato un’interrogazione sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione fin dal Giugno 2013, ben 3 anni fa” (clicca qui per leggere tutto e vedere il video). 

Stamattina alla Camera ha riferito sull’incidente ferroviario in Puglia il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio: stasera alle 18 sarà anche in Senato a spiegare cosa è davvero successo nello scontro tra treni sul binario unico da Andria e Corato. Le indagini sono in corso e per lo stesso ministro fare chiarezza deve essere la questione primaria: «Questa tragedia ci interroga sul fatto che un diritto democratico come il trasporto pubblico non debba trasformarsi in un evento luttuoso, occorre fare chiarezza al più presto e su questo garantiamo il nostro impegno al fianco dei magistrati e della regione Puglia». Una commissione d’inchiesta è stata istituita per provare ad indagare sulle cause, che comunque Delrio ha voluto accennare nel suo discorso ai deputati a Roma: «Sulla tratta tra Andria e Corato «la sicurezza e la circolazione ferroviaria è regolata tramite il meccanismo del consenso telefonico. Pur essendo sicuro, è un sistema tra i meno evoluti. Si affida interamente all’uomo. Il sistema del consenso telefonico è di completa responsabilità della società Ferrotramviaria» dice ancora il ministro affermano come sia molto a rischio l’intera gestione con blocco adibito all’intervento dell’uomo. Intanto arrivano novità importante sotto il fronte dei morti: il direttore dipartimento Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgone, ha riferito in conferenza stampa come i “defunti sono 23, 22 corpi li abbiamo riconosciuti, rimane una salma di genere maschile che deve ancora essere riconosciuta e denunciata”.

Si continua a scavare in Puglia dopo l’incidente ferroviario che ha lasciato una scia di morte purtroppo importante: lo scontro tra treni sul binari unico da Andria a Corato lungo la linea Ferrotranviaria ha provocato al momento 27 morti e moltissimi feriti, con alcuni resti umani ancora trovati in queste ore sotto le lamiere. Si prosegue a scavare nel luogo della strage con la speranza di trovare ancora qualcuno, ma le speranze di trovare persone vive sono ridotte praticamente allo 0%: sono stati ricomposti e riconosciuti dai partner 23 delle 27 vittime accertate. Svolta sul macchinista, che era dato per disperso dal momento dello scontro: è vivo, anche se in condizioni gravissime, e si trova in ospedale a Bari per cercare di salvargli la vita. Purtroppo invece l’altro macchinista è certamente morto: non si conoscono ancora invece le sorti dei due capotreno perché non si sa in quali carrozze erano durante l’incidente ferroviario pugliese. Ipotesi sulle cause ancora in corso, con il ministro Delrio che sta prendendo parola adesso alla Camera per riferire dell’intera vicenda.

La Conferenza Episcopale Italiana dona 200mila euro dall’8xmille per la prima emergenza dopo lo scontro tra treni in Puglia avvenuto ieri sulla tratta Corato-Andria: l’incidente, avvenuto su un tratto a binario unico tra due convogli che viaggiavano in direzione opposta, ha provocato la morte di 27 passeggeri e il ferimento di altri 50. “Mentre partecipa al dolore per la perdita di tante vite umane – fa sapere la presidenza della Cei, come riporta l’agenzia di stampa LaPresse -, prega per la guarigione dei feriti e incoraggia ogni possibile forma di solidarietà e condivisione. A sua volta, esprime a monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, la vicinanza più sincera. Dai fondi 8xmille destina al vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, un contributo di 200 mila euro per la prima emergenza”.

L’incidente in Puglia dello scontro fra treni non rimarrà un caso dimenticato, almeno per le tantissime vittime che purtroppo è stato provocato con quello schianto assurdo ieri mattina. In questo momento sono in corso le strazianti scene di riconoscimento dei perenti dei 27 morti accertati, mentre ancora manca all’appello uno dei macchinisti dei treni entrati in collisione sul binario unico tra Andria e Corato. Ma la notizia già inquietante è che purtroppo ci sono ancora resti umani sotto le lamiere dei treni pugliese e le macere provate dallo scontro terribile in aperta campagna. Che ci possano essere dunque altre vittime ora diventa assai probabile, ma si dovrà attendere ore e forse giorni per arrivare ad un quadro completo: intanto, intervistato da RaiNews24 durante Studio24, il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha provato a dare la sua interpretazione del problema all’origine dell’incidente ferroviario in Puglia. «Il problema non è il binario unico perché funziona anche da altre parti, in attesa di rimettere mano a tutte le tratte nazionali e locali: il problema è stato nell’automazione che ha funzionato male o per un guasto o per un errore tecnico».

L’incidente ferroviario in Puglia ha provocato 27 morti, 50 feriti e un choc davvero difficilissimo da sopportare per le famiglie dei defunti che ora reclamano di poter vedere i loro cari, morti ieri nello scontro tra treni di Andria e Corato. «Vogliamo vedere i nostri morti» e la tensione sale nella regione Puglia. La maledizione del binario unico purtroppo ha colpito ancora e in questa regione questo tipo di problema è uno dei più gravi: «In Puglia ci sono 531 chilometri a binario unico e 297 a doppio binario. Ed il ripetitore di segnale, che blocca automaticamente il treno in caso di errore umano, ma è attivo solo su 170 km di rete», raccontano i dati Uil a TgCom24. Lo scontro è avvenuto a 100km di velocità per entrambi i treni ed è stato fatale, tanto che ora la procura indaga anche sulla possibilità nel recente passato di raddoppiare la tratta, cosa che però non è mai avvenuta come purtroppo dimostra l’incidente di ieri. Il tratto della tragedia rientra in un grosso progetto di investimento di raddoppio dell’attuale binario unico da Ruvo di Puglia verso Andria e Corato, per terminare nella stazione di testa, Barletta. Ma questo raddoppio è rimasto ancora in ipotesi e ora sono scattate le indagini per capire quali cause per questo terribile incidente ferroviario: sembra che l’errore tecnico sia alla base di tutto, con il ripetitore di segnale che potrebbe non essere entrato in funzionamento. O peggio ancora, un errore umano potrebbe spiegare tutto: la tragedia è successa e i morti purtroppo sono 27 e potrebbero non fermarsi lì con i tanti feriti gravi che ci sono ancora in ospedale.

Le operazioni di soccorso dopo lo scontro tra treni in Puglia sono andate avanti tutta la notte. L’incidente è avvenuto ieri mattina sulla tratta Andria-Corato a binario unico e il bilancio è di 27 morti e 50 feriti. Come riferisce l’agenzia di stampa Askanews, i feriti sono così dislocati: 11 ad Andria, 4 a Barletta, 1 a Bisceglie, 2 a Molfetta, 2 a Terlizzi, 2 al Policlinico di Bari e uno all’ospedale “San paolo” di Bari. Durante le operazioni di soccorso di stanotte è stata trovata una scatola nera del treno che era partito da Corato e un frammento di quella a bordo dell’altro, che era partito invece da Andria. “Abbiamo rimosso materiale rotabile e una parte della carrozza gialle per poter ispezionare la sede ferroviaria”, racconta Enrico Curzi, ingegnere dei vigili del fuoco di Bari. E aggiunge: “Abbiamo trovato materiale organico e brandelli ma nessun altro corpo”.

Quello che è successo ieri in Puglia con l’incidente ferroviario provocato dallo scontro tra i due treni, lungo il binario unico tra Andria e Corato, ha provocato purtroppo 27 morti e più di 50 feriti. La tragedia ha avuto una cassa di risonanza anche fuori dal nostro Paese: in pochi minuti tutti i siti maggiori dei Paesi esteri titolavano dell’incidente ferroviario avvenuto in Puglia. Arriva quindi il cordoglio della comunità internazionale per una strage assolutamente evitabile e che purtroppo ha come capisaldi la fatalità e la latente responsabilità. Immediatamente è stata aperta un’inchiesta con accusa di omicidio colposo plurimo, per ora a carico di ignoti: Renzi e Delrio ieri sera hanno monitorato la situazione dando il via ad analisi approfondite anche da parte del Ministero delle Infrastrutture, per dar voce alla parole di Mattarella che ha richiesto immediata luce per una “tragedia inammissibile“. Per le famiglie delle vittime e per tutta la Puglia, una regione in costante crisi economica, quanto è successo richiede l’aiuto e sostegno di tutti e su tutti i social sono diventati virali i messaggi dei tanti vip pugliesi che dalla tv alla musica fino allo sport rendono il nome della Puglia famoso in Italia e nel mondo.

Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, ha scritto un lungo e commovente post su Facebook: «Sono su un treno qualunque che mi porterà verso giorni di musica e bellezza. Ma oggi il cuore è sospeso. Come se non lo sentissi più battere. Sento solo il suono delle rotaie che mi porta altrove…nella mia terra. Oggi l’oro perlato degli ulivi si è tinto di rosso. Ogni pensiero è rivolto a quelle persone che hanno perso la vita su un binario che taglia in due la Puglia e da oggi… anche l’anima di tutti noi». Lapidario e choccato invece Lino Banfi che scrive “sono vicino con tutto il cuore ai miei concittadini che stanno vivendo questa tragedia”. Anche le due campionesse di tennis italiane e pugliesi, Roberta Vinci e Flavia Pennetta hanno espresso il loro cordoglio per l’incidente ferroviario che ha interessato i due treni che viaggiavano su binario unico: «senza parole per questa tragedia che ha colpito la mia terra, il mio pensiero va a voi», le fa eco la Pennetta che invece scrive “sconvolta per l’incidente ferroviario che ha colpito la mia Puglia. Sono vicina alle famiglie delle vittime”.