Mentre Provenzano si stava avvicinando alla morte, Riina resta in carcere e Messina Denaro è latitante da 23 anni, ieri il Tribunale di Marsala ha assolto Gaspare Como, cognato di quest’ultimo, accusato di intestazione fittizia di beni. Como sarebbe stato dichiarato innocente perchè “il fatto non sussiste”. Aveva chiesto la sua condanna il pm Giulia D’Alessandro, convinta che il commerciante di Castelveterano avesse intestato a dei prestanomi due negozi di abbigliamento, uno nel paese d’origine, l’altro a Marsala. Gaspare Como è stato sottoposto agli arresti domiciliari all’inizio del 2015 e ha subito il sequestro delle sue attività commerciali oltre che di una villa a Triscina, anche quest’ultima intestata a un’altra persona. Il cognato di Messina Denaro, sposato con la sorella del boss Bice, era già pregiudicato per associazione a delinquere ed estorsione. Era stato proprio il Tribunale di Marsala, infatti, per intestazione fittizia di  beni, a condannare l’uomo, la moglie e la sorella Valentina, nel 2015, a 3 anni e mezzo di carcere. 



Dopo la cattura di Totò Riina e Bernardo Provenzano, Matteo Messina Denaro è rimasto il latitante numero uno di Cosa Nostra. Riina è in carcere, Provenzano è morto oggi e Messina Denaro è svanito nel nulla da 23 anni. La latitanza del boss trapanese dura da oltre due decenni, dal 1993. Di recente però si è ipotizzato che Matteo Messina Denaro possa anche essere morto. A sostenerlo pochi giorni fa, riferisce il Giornale di Sicilia come si legge su Palermomania.it, l’avvocato di Francesco Guttadauro, nipote del boss latitante, nel processo d’appello a Palermo. Il legale ha infatti affermato: “Esistono delle relazioni investigative che ritengono Matteo Messina Denaro morto da anni e altre che lo indicano latitante a Caracas”. Il boss trapanese, soprannominato “U siccu”, “Il magro”, a causa della sua costituzione fisica, è considerato tra i latitanti più ricercati al mondo.



E’ libero e latitante dal 1993 Matteo Messina Denaro, il boss trapanese ritenuto il nuovo capo di Cosa nostra. E dopo la morte di Bernardo Provenzano avvenuta oggi a 83 anni, dopo due anni di malattia, torna alla ribalta la mancata cattura finora di Messina Denaro. Dopo la cattura dei grandi capi della mafia, Totò Riina e Bernardo Provenzano, la latitanza del boss Matteo Messina Denaro dura da 23 anni: durante questi oltre due decenni sono finiti in carcere suoi parenti e amici ma non lui. Nell’estate del 1993 Matteo Messina Denaro andò in vacanza a Forte dei Marmi insieme ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano: è da allora che il boss è irreperibile e ha dato inizio alla sua lunga latitanza. Nei confronti di Matteo Messina Denaro fu emesso un mandato di cattura con l’accusa di associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto ed altri reati minori. Matteo Messina Denaro è ricercato in mezzo mondo ma risulta introvabile tanto che, tra le ipotesi formulate, c’è anche quella che possa essere morto.

Leggi anche

Rosalia Messina Denaro condannata a 14 anni di carcere: è la sorella del boss/ Lo coprì durante la latitanza