In un episodio come questo, accaduto a Castelfranco Emilia, è difficile dire chi ha il cuore più grande. Se il bambino di 9 anni che, visto un “barbone” vicino al negozio dei suoi genitori non ci ha pensato due volte e gli ha regalato tutti i suoi risparmi, soldino su soldino, ricevuti in regalo dalla nonna, in tutto 50 euro, o il mendicante che è andato in negozio a restituirli dicendo: “Questi soldi non mi appartengono, è giusto che ve li restituisca”. Inizialmente la parte peggiore di questa piccola favola della bontà senza pregiudizi, innocente e semplice e della dignità di un senzatetto che sa riconoscere il valore dei soldi, è stata quella della mamma che lo ha punito mortificandolo per quello che aveva fatto. E lui, Valentino, che semplicemente aveva spiegato di averlo fatto “perché credevo che lui ne avesse più bisogno di me”. La mamma per punizione gli ha fatto passare l’aspirapolvere per tutto il negozio, punendolo, ha raccontato all’agenzia Ansa, perché “non capiva quanta fatica io e suo padre facciamo per guadagnare quella cifra e che con 50 euro la sua famiglia mangia per due giorni”. Già, ma c’è chi invece per giorni non mangia mai, e poi, se a un bambino togli questa generosità innata, che futuro avrà? Si rinchiuderà nel cinismo e nella difesa “della sua pagnotta” pensando che i barboni e i migranti gli portano via il pane? Per fortuna lo ha capito anche lei e ha ammesso: “Ci ho pensato su e ho capito che il suo era stato un gesto straordinario”. Già: abbiamo bisogno più che mai di gesti straordinari in questi tempi bui. Per fortuna che ci sono i bambini a insegnarcelo. Ricordandoci che lo straordinario non è niente di speciale, non è per superman: è normale. O dovrebbe esserlo.
(Paolo Vites)