La tragedia di Andria con lo scontro frontale di due treni della Ferrotramviara S.p.A. ha aperto un dibattito pieno di polemiche e vuoto di dati. Alcuni politici influenti si sono subito espressi; tra questi c’è stato Beppe Grillo, che sul suo blog ha così scritto: “Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perché è stato deciso di non investire lì”. Nichi ?Vendola, ex Presidente della Regione Puglia, ha detto invece: “Noi il binario unico lo combattiamo da sempre”.
Il problema non è il binario unico, che esiste solo per motivi economici e non di sicurezza. A binario unico è stata costruita anche la rete ad alta velocità tra Madrid e la Galizia perché la domanda non era elevata. A binario unico è la maggioranza delle ferrovie europee. Creare un secondo binario, laddove la domanda non è elevata, è il tipico spreco di soldi che tutti i partiti e movimenti dicono di combattere.
Costruire un binario doppio, non solo costa di più, ma aumenta anche il costo di manutenzione nel lungo periodo. Continuare a parlare di binario unico serve solo a far parlare di sé, ma non risolve alcun problema seriamente. Cos’è necessario fare?
In primo luogo, come si è visto in questo incidente, non su tutta la rete italiana esistono sistemi di sicurezza all’avanguardia. Se sulla rete Rfi, da nord a sud (senza distinzione geografica), il blocco automatico del treno è presente, questo non avviene su molte delle linee a gestione regionale. Ancora una volta da nord a sud. La priorità non deve essere per il raddoppio del binario unico, ma nel sistema di segnalamento (causa dell’incidente). Se infatti le risorse erano limitate (e sono limitate), ci deve essere una priorità nell’investimento. La priorità deve essere quella d’installare su tutta la rete il sistema Scmt, per il controllo del movimento dei treni, in modo che non accadano più queste immani tragedie.
In questi giorni c’è stata inoltre la polemica che il nostro sistema ferroviario è antiquato e insicuro. Anche questo è un falso mito. L’Italia è uno dei paesi leader nella sicurezza per quanto riguarda il sistema ferroviario, tanto che abbiamo “imposto” a livello comunitario il sistema di segnalamento dell’alta velocità. In termini di statistiche, solo la Gran Bretagna è più sicura dell’Italia. Questo avviene ormai da circa un decennio. Questo dato serve a smentire chi ritiene che le ferrovie private sono più insicure di quelle pubbliche. Infatti, in Francia, con un sistema totalmente pubblico, il sistema vede un tasso di incidenti superiore a quello inglese.
Questo tragico incidente ci lascia degli insegnamenti, non solo ferroviari. Abbiamo visto ancora una volta come la politica cavalchi dei concetti semplicistici con pressapochismo e per puro interesse elettorale. Le famiglie delle vittime non si meritano tutto questo. L’Italia ha bisogno di competenze e questo la politica moderna sembra proprio averlo dimenticato.