È celebrato il 15 luglio. Giovanni Fidanza, suo vero nome, nacque nel 1218 a Civita di Bagnoregio. Quando era piccolo san Francesco lo guarì da una grave malattia ed esclamò “O bona ventura”: da allora fu chiamato san Giovanni Bonaventura. Nel 1235 san Bonaventura partì per Parigi dove, in seguito ai suoi studi nella facoltà delle arti, divenne “magister” e cominciò ad insegnare filosofia e teologia all’Università di Parigi. Ma l’incontrò con san Francesco lo segnò e la sua devozione lo portò alla scelta, nel 1243, di indossare il saio francescano nell’ “Ordine dei frati minori”, nel convento di Parigi. Nel 1243 san Bonaventura fu nominato Ministro generale dell’Ordine. San Bonaventura svolse il suo incarico con grande abnegazione e devozione, apportando così tanti benefici all’ Ordine dei frati minori da essere stato considerato il secondo fondatore dell’Ordine dei francescani. Apportò modifiche e migliorie al ministero pastorale e agli studi, all’apostolato missionario e alla predicazione, auspicando l’unione della Chiesa greca e latina. Per la sua professione ma anche per gli incarichi pontifici, viaggiò molto, in Germania, Inghilterra, Francia e nella stessa Italia. Nel 1273 san Bonaventura divenne cardinale e vescovo di Albano, e nello stesso anno presiedette alla preparazione e alla celebrazione del “Concilio ecumenico” di Lione; qui, il 19 maggio, si dimise da Ministro generale dell’Ordine, continuando a lavorare nel Concilio per l’unione dei greci, poi raggiunta. Ma la fatica si accumulò e san Bonaventura si ammalò gravemente spirando il 15 luglio 1274. Il suo corpo riposa nella chiesa di san Francesco a Lione, e fu fatto santo da papa Sisto IV nel 1482. Molte sono le opere che san Bonaventura ci ha lasciato come la “Legenda Maior” dove racconta la vita di san Francesco e i suoi insegnamenti, e la “Legenda Minor” dello stesso contenuto ma più sintetica. Nel 1263 “Legenda Maior” divenne la biografia ufficiale del “Poverello di Assisi”. La sua tomba fu profanata dai visigoti e dello scempio è rimasto solo il suo braccio, conservato come reliquia nella cattedrale di san Nicola a Bagnoregio.
È festeggiato a Bagnoregio, città natale del santo, con una suggestiva processione di notte; a Civitavecchia, con celebrazioni eucaristiche, processione del santo e pellegrinaggio a Bagnoregio; a Cadoneghe dove la parrocchia di san Bonaventura organizza una sagra dedicata al santo, con giostre, pesca di beneficenza, eventi culturali e musicali, degustazioni e spettacoli pirotecnici.
È patrono di molte città non solo italiane ma anche straniere: in Messico, in Spagna, Olanda, in Canada, in America, in Costa Rica. Ovviamente san Bonaventura è patrono della sua Bagnoregio. Civita di Bagnoregio è definita tristemente “la città che muore” per via del fatto che la cittadina è abbarbicata su una sporgenza di tufo che lentamente si sta sbriciolando pericolosamente. Nei pressi di questo promontorio si aprono profondi canyon dove scorrono i fiumi Rio Torbido e Rio Chiaro. La piccola cittadina ha sofferto i terremoti, i bombardamenti e i vari fenomeni atmosferici, ma non ha perso il suo fascino tipico di borgo medioevale, unito da un ponte lungo 300 mt al resto del territorio: il panorama è davvero suggestivo. L’unico accesso avviene tramite la porta santa Maria finemente decorata con due leoni che azzannano teste umane, simbolo della vittoria dei cittadini sui tiranni. Tra case in tufo con balconcini medioevali e scalini esterni, i “profferli”, spicca la bellissima romanica chiesa di san Donato che custodisce un crocifisso di legno quattrocentesco e un affresco del Perugino. Interessanti anche la Chiesa dell’Annunziata e la Cattedrale di san Nicola dove è conservata la bibbia del XII secolo che si dice fosse proprio di san Bonaventura.
Il 15 luglio si festeggiano anche sant’Atanasio di Napoli, san Davide di Svezia, sant’Abudemio, santi Catulino e compagni, santi Filippo e dieci infanti, santi Eutropio, Zosima e Bonosa e i beati Ceslao di Cracovia, Berbardo II di Baden e Anna Maria Javouhey.