La morte di Beau Solomon, lo studente di 19 anni giunto a Roma dall’America dove sarebbe rimasto per cinque mesi, ha riacceso l’attenzione su un altro caso da diversi mesi archiviato. Si tratta della morte di Federico Carnicci, 27enne toscano, avvenuta in circostanze simili a quelle di Beau e che hanno destato sgomento presso la sua famiglia. “Se le indagini fossero state più accurate, forse si sarebbe potuta evitare una seconda morte nel Tevere”, hanno dichiarato i familiari di Carnicci come riporta il settimanale Giallo. La famiglia del ragazzo toscano ancora cerca la verità sul triste epilogo del figlio, morto anche lui nel Tevere un anno fa dopo essere entrato in contatto con Massimo Galioto, il senzatetto ora in carcere con l’accusa di aver gettato nel fiume Beau Solomon. “Ora vogliamo sapere la verità. Siamo disposti a collaborare con l’avvocato di Beau Solomon”, ha asserito la sorella di Federico Carnicci, mentre l’avvocato della famiglia del 27enne toscano ha chiesto che siano riaperte le indagini.

La morte di Beau Solomon, lo studente 19enne americano annegato nel fiume Tevere lo scorso 2 luglio, continua a restare un mistero. Per il suo omicidio è finito in carcere il senzatetto 41enne Massimo Galioto il quale, dopo essersi inizialmente avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di convalida del fermo, nei giorni scorsi avrebbe fatto sapere tramite il suo legale di essere pronto a parlare. Il suo coinvolgimento, oltre a riguardare Beau Solomon potrebbe tuttavia avere a che fare anche con un altro caso molto simile: la morte di Federico Carnicci. Avvenuta esattamente un anno fa, come sottolinea il settimanale Giallo anche questo caso riporta molte similitudini con quello del 19enne americano, a partire dal punto esatto in cui i due cadaveri sono stati estratti, ovvero dal Tevere, tra Ponte Marconi e Ponte Mazzini. Il particolare più inquietanti di tutti, però, resta proprio la presenza delle medesime persone, a partire dal clochard Massimo Galioto ora in carcere, e la sua compagna Alessia Pennacchioli, che continua a sostenere l’innocenza del 41enne dopo aver ritrattato la sua iniziale versione. Fu lo stesso Galioto, infatti, a denunciare la scomparsa nel Tevere di Federico Carnicci il 7 luglio di un anno fa. Solo una coincidenza?

E’ sempre più giallo sulla morte di Beau Solomon, il 19enne americano annegato il 2 luglio scorso nelle acque del Tevere. Molti i punti oscuri dell’intera vicenda, a partire dalla connessione fra Massimo Galioto, il senzatetto di 41 anni accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi, e la morte di Federico Carnicci, un altro giovane con cui Beau Solomon condivide non solo la tragica fine ma anche diverse circostanze. Entrambi, morti a distanza esatta di un anno, hanno in comune sia la morte avvenuta nel Tevere sia la modalità con cui si sono svolti i fatti. Nel caso di Solomon l’aggressione è stata confermata sia dall’autopsia che dalle autorità, mentre nel caso di Federico Carnicci si è parlato invece di morte accidentale. Eppure sono almeno sette i testimoni, riporta Askanews, che avrebbero sentito Massimo Galioto dire al giovane americano “ti ammazzo… ti ammazzo”. A questo particolare si aggiunge un’altra testimonianza di un uomo che avrebbe visto tre persone attorno a Beau Solomon poco prima che cadesse nel Tevere e che una di queste lo ha minacciato. Una ricostruzione che potrebbe essere avvallata, almeno in qualche punto, dalle riprese della videosorveglianza presente sul posto. Nelle ultime ore sarebbe emerso un altro dettaglio molto importante, ovvero la presenza di un cane di tipo molossoide sulla scena del crimine. Un cane molto simile a quello che secondo le indagini avrebbe proprio Massimo Galioto. Secondo Il Messaggero, sono diversi i testimoni che parlano infatti di un cane legato accanto alla tenda del senzatetto, mentre appare chiaro che è stato proprio l’animale a costringere Beau Solomon ad indietreggiare fino a cadere nel fiume. Rimane da accertare l’episodio della rapina che quella sera ha portato il giovane americano ad accusare Galioto. Per ora gli inquirenti sembrano aver trovato che i due fatti non sono connessi, anche se rimane il dubbio del perché Solomon abbia accusato quindi Galioto di averlo derubato.