Il caso di Mario Biondo è tra i più controversi degli ultimi anni. Mentre per le autorità spagnole la morte del cameramen palermitano si configura come suicidio, non sarebbe delle stesso parere la Procura di Palermo, che continua ad indagare per omicidio. Intanto, dalla Spagna è giunto il “no” alla riapertura del caso come richiesto dalla famiglia di Mario Biondo. Un “no” che secondo la mamma del giovane morto nel 2013 sarebbe giunto anche in seguito alla moglie Raquel Sanchez Silva che avrebbe continuato a bloccare le richieste: “Per quale motivo Raquel Sanchez Silva si impegna affinché il caso resti chiuso e che la verità rimanga sepolta insieme a mio figlio?”, ha commentato la madre di Mario come riporta il sito BlogTaormina.it. I dubbi dei genitori di Biondo non si placano e ci si domanda come mai la moglie continui a considerare quanto accaduto solo una “tragica fatalità” rifiutando la possibilità di poter fare chiarezza. Sul giallo ha iniziato ad interrogarsi sempre di più anche la stampa spagnola che in questi giorni sta riproponendo non pochi approfondimenti sulla morte di Mario Biondo.
La morte di Mario Biondo continua a non convincere la famiglia, la quale prosegue nella sua richiesta alle autorità spagnole in riferimento alla riapertura del caso, ora anche attraverso una petizione online sul sito Change.org. Il caso, infatti, è stato archiviato come suicidio, nonostante i dubbi in merito all’accaduto. Già in passato, nell’ottobre 2015, la stessa famiglia aveva chiesto che il caso venisse riaperto, ma la magistratura spagnola pochi giorni fa ha rigettato la richiesta, a differenza di quanto avvenuto a Palermo dove invece è stata aperta una inchiesta per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. I genitori del cameramen palermitano trovato morto il 30 maggio 2013, ora hanno puntato il dito anche contro la moglie, la showgirl spagnola che aveva sposato 11 mesi prima del suo decesso ancora avvolto nel mistero. “Raquel Sanche Silva non vuole che si investighi sulla morte di Mario Biondo”, questa la dura presa di posizione di Santina e Pippo Biondo, come riportato da BlogTaormina.it. Tra le due parti, ormai da tempo ci sarebbe una vera e propria guerra aperta. Tanto che la stessa Sanchez era arrivata a denunciare e a far condannare i genitori di Mario Biondo per calunnia.
Non si ferma la famiglia di Mario Biondo, il cameraman palermitano morto in circostanze sospetti nel maggio del 2013, a Madrid. Non si ferma nemmeno di fronte al rifiuto da parte del governo spagnolo di indagare sul caso e si fa invece portavoce di un’iniziativa su Change.org perché le autorità iberiche riaparano il caso. Nata da un’iniziativa di una cittadina spagnola, in questi ultimi giorni la petizione online ha raggiunto già più di 5.500 firme, un’impronta significativa da parte del popolo che chiede a gran voce giustizia per Mario Biondo e per la tragedia che lo ha coinvolto. “La nostra fiducia è verso la Procura di Palermo”, riferisce la madre Santina D’Alessandro a Palermo Today, “abbiamo saputo che a breve si pronuncerà. Il fascicolo per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione contro ignoti volge verso la chiusura”. Una netta separazione quella che vede la procura palermitana orientata verso l’omicidio e invece le autorità spagnole più sicure dell’ipotesi di suicidio. Alcune settimane fa Santina ha voluto smuovere ulteriormente le acque, con un gesto molto forte che ha turbato le coscienze di molti. Sul profilo facebook del marito Pippo, da cui scrive ogni giorno post che iniziano con “Buongiorno Mario Amore Mio”, la madre del cameraman ha postato anche la foto della scena del crimine in cui si vedono chiaramente le condizioni in cui è stato ritrovato Mario Biondo. Uno dei tanti dettagli poco chiari e che è stato trascurato dalle autorità spagnole, motivo che ha portato invece Eva Venero Sabio, residente a Santander, Spagna, a lanciare la petizione su Change.org. “Un’intera famiglia sta soffrendo dopo che il caso in Spagna è stato chiuso”, scrive la donna nell’appello, “nonostante i molti dettagli poco chiari, le prove e le foto importanti passate inosservate durante l’autopsia”.