Le epurazioni di Erdogan continuano con il golpe fallito dei militari che non lascia comunque la Turchia al riparo da possibili altri colpi i stato: situazione strana sul Bosforo visto che il Paese vive comunque in un’inquietante stato di totale blocco delle libertà in attesa della stabilizzazione delle note vicende politiche e militari. Gli arresti dicevamo continuano anche in queste ore, con la notizia importante che arriva direttamente dalla base Nato di Incirlik: il comandante della base militare è stato arrestato perché considerato facente parte del golpe dei “traditori”. Quella base era usata dalla Nato e anche dagli Stati Uniti per le varie missioni in Siria contro l’Isis. Ha invece voluto parlare ancora il presidente Erdogan, con altre minacce lanciate per le prossime settimane: «Questa settimana è molto importante, non abbandonate le piazze, non rilassatevi. Responsabile sono quelli dell’organizzazione terrorista di Fethullah Gulen». La minaccia dell’insicurezza, della fragilità e del terrorismo: la Turchia vive sotto costante allerta.
Erdogan si dice convinto dopo il tentato colpo di stato subito in Turchia dal suo governo da parte dei militari: «continueremo a lavorare per eliminare il “virus” responsabile del tetto golpe da tutte le istituzioni dello Stato». Le epurazioni sono il vero rischio per i prossimi mesi sul suolo turco, con lo scenario internazionale che traballa, stante anche la minaccia dell’Isis che prosegue imperterrita, come dimostra l’attentato di Nizza. Mentre il premier Yildirim garantisce che il Paese è tornato alla normalità con il sistema bancario e finanziario che sta tornando alla normalità: stando a quanto riporta la Reuters, la banca centrale della Turchia ha dichiarato che fornirà liquidità illimitata alle banche turche per poter mantenere efficace il funzionamento dell’intero mercato finanziario. Mentre si cerca dunque di riportare politica ed economia al proprio posto, restano aperti mille scenari e molti dubbi: cosa è successo quella notte? E soprattutto che fine faranno i militari arrestati ora e nei prossimi giorni?
Sono in corso le prime epurazioni di Erdogan dopo il fallito colpo di stato in Turchia che ha visto cadere il tentato golpe dei militari: il caso è avvolto completamento nel mistero e le dinamiche internazionali e interne che sono apparse in queste ore frenetiche sono talmente innumerevoli che, almeno pubblicamente, anche Usa e Putin non hanno saputo dare molte indicazioni maggiori delle normali parole di circostanza. L’Isis è sempre sullo sfondo, ma in questo momento è Erdogan il protagonista assoluto con le ultime notizie che arrivano dalla Turchia: sono in corso funerali pubblici di alcuni agenti di polizia morti tra le 265 vittime totali di una notte di sangue, con il presidente e il governo al gran completo. Ha parlato sia il premier che il ministro della giustizia, che hanno parlato al popolo turco dicendo come 6 mila “traditori sono stati già arrestati, e ce ne saranno altri 6 mila. Continuiamo a fare pulizia”. Una vera e propria epurazione insomma, con il timbro del governo turco che vuole col pugno di ferro ristabilire l’ordine, alquanto in dubbio anche nelle prossime ore. Intanto sono ripartiti i contatti con Usa e Russia, con Kerry e Putin che hanno riferito ai colleghi turchi di un meeting presto per coordinare le prossime azioni.
Ad ore di distanza dal tentativo fallito del golpe in Turchia, il bilancio riporta numeri pesanti: si tratta di 165 morti, divisi fra golpisti, civili e forze governative e di 1.140 i feriti. A questi vanno aggiunti 2.839 militari in stato di arresto. Questa la portata del giro di vite, riporta Repubblica, che sta mettendo in atto il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan e che ha invitato i cittadini a rimanere in piazza per continuare ad avere il dominio delle strade. “Non importa a quale costo”, riferisce, “perché un tentativo di riacutizzazione potrebbe accadere in qualsiasi momento”. Migliaia inoltre i giudici del Consiglio di Stato turco e del governo, con l’accusa di avere dei legami con Fethullah Gulen, il nemico numero 1 di Erdogan ed il presunto responsabile del colpo di Stato. Attacco trasversale invece da parte del premier Binali Yildirim verso l’America, ritenuta complice di Gulen (nel caso in cui non proceda con l’estradizione) e quindi nemica della Turchia. Il premier ha inoltre sottolineato di aver già inviato la richiesta per l’estrazione, un punto in cui discorda il Segretario americano John Kerry. In queste ore Barack Obama si è riunito alla Casa Blanca con i collaboratori per discutere di affari esterni e sicurezza nazionale, mentre la Turchia ha invece chiuso ampie zone dello spazio aereo ed i golpisti hanno bloccato gli scali principali. Un’azione voluta dall’autorità per timore che alti esponenti del movimento di Gulen possano fuggire dal suolo turco, soprattutto dopo l’entrata in Grecia di un civile e 7 ufficiali dell’esercito del Paese, intenzionati a richiedere asilo politico.
-Dopo il tentato (e fallito) colpo di stato in Turchia, sembra crescere la tensione tra la nazione guidata dal presidente Erdogan e gli Stati Uniti. Nonostante le parole pronunciate nella nottata di ieri da Barack Obama, tra i primi leader internazionali a schierarsi a favore del governo Erdogan e contro i golpisti, l’irritazione di Istanbul si starebbe sfogando attraverso l’isolamento della base di Incirlik, la stessa dalla quale gli aerei americani partono per bombardare l’Isis in Siria. Il consolato americano di Ankara, tramite una nota, ha confermato che la corrente elettrica nella base è stata tagliata, che è impossibile accedervi e che le operazioni di bombardamento sono state sospese. Se in un primo momento l’ipotesi che si era fatta maggiormente strada era quella che il governo volesse evitare che i militari golpisti sfruttassero come appoggio la base di Incirlik, nelle ultime ore molti osservatori sostengono che in realtà questo rappresenti un messaggio forte e chiaro contro gli Stati Uniti. Secondo Erdogan, infatti, proprio negli Usa risiede colui che avrebbe ordito il golpe: il religioso Fethullah Gülen. Il premier turco Yildirim, come sottolinea Il Post, ha ricordato che chiunque si schiererà con Gulen dovrà ritenersi “in guerra con la Turchia”. Per questo motivo sono in tanti a credere che se gli Usa dovessero rifiutare (come hanno sempre fatto) di estradare Gulen, tra Istanbul e Washington i rapporti potrebbero raggiungere i minimi storici.
-Sebbene il colpo di stato in Turchia sia di fatto fallito, proseguono le operazioni per tentare di limitare e debellare completamente i militari golpisti che ieri notte hanno provato a destituire il presidente Erdogan. In questo senso una notizia clamorosa è quella rilanciata per prima dalla giornalista CBS Mary Walsh secondo cui alla base aerea di Incirlik, nel sud della Turchia, sarebbe stata tagliata la corrente elettrica e il suo accesso sarebbe stato chiuso. Sopra la base, che è occupata da numerosi militari dell’esercito americano che conducono i bombardamenti contro l’Isis, come confermato dal consolato statunitense e ribadito dalla Cnn, sarebbe stato chiuso anche lo spazio aereo. All’origine della scelta di isolare la base di Incirlik potrebbe esservi la volontà di prevenirne l’utilizzo da parte di militari golpisti, sebbene alcuni opinionisti intravvedano una sorta di rappresaglia nei confronti degli Stati Uniti da parte di Erdogan visto che il principale indiziato di aver organizzato il golpe, Fethullah Gulen, risiede proprio negli States.
Il fallimento del colpo di stato in Turchia è oggetto di festeggiamenti da parte del movimento politico-militare di Hamas. Come sottolineato dall’Associated Press infatti nella Striscia di Gaza gli aderenti e i simpatizzanti del movimento islamista sono scesi in piazza per celebrare l’insuccesso dei militari che hanno tentato il golpe e di riflesso lo scampato pericolo del presidente Erdogan. La gioia di Hamas è motivata dal fatto che la Turchia sotto la spinta di Erdogan è diventata una delle nazioni mondiali che con maggiore forza sostengono l’operato di Hamas, sebbene proprio nelle ultime settimane Erdogan si sia reso protagonista di gesti di apertura nei confronti di Israele, rivale per antonomasia dell’organizzazione palestinese che detiene il controllo della Striscia di Gaza. Nel frattempo sono arrivate rassicurazioni da parte del comandante dell’Alleanza Atlantica rispetto alla sorte del personale NATO presente nella nazione anatolica e di conseguenza anche dei 25 militari italiani impegnati in missione nel sud del Paese.
Parla il premier turco Binali Yildirim dopo il tentativo fallito di colpo di stato in Turchia della scorsa notte. Yildirim ha sottolineato, come si legge su Il Velino, che le forze di sicurezza turche “hanno lottato e combattuto come eroi di fronte a questo atto terroristico. Non si è trattato di una rivolta, si è trattato di un atto terroristico”. Ha poi aggiunto: “Voglio congratularmi con i nostri comandanti dell’esercito che hanno affrontato con coraggio questo colpo di stato”. Il premier Yildirim ha anche ringraziato “i membri del parlamento, le forze speciali, il corpo di polizia, coloro che hanno rischiato la vita e il nostro popolo, i civili”, ribadendo che questo colpo di Stato in Turchia ha dimostrato che “il popolo turco ha un’esperienza ormai forte nella democrazia e noi ci siamo mostrati al mondo per quello che siamo riusciti a fare. Abbiamo visto uomini che si sono posti davanti ai carri armati, che hanno sventolato bandiere turche, che si sono comportati da eroi. Il paese non lo dimenticherà mai”.
Il tentativo di colpo di stato andato in scena in Turchia per sollevare il presidente Tayyip Erdogan è fallito. Lo sostiene la Cnn turca, secondo cui le forze militari leali al governo starebbero progressivamente riprendendo il controllo del Paese, ed è già tempo di interrogarsi sui motivi che hanno portato al fallimento del golpe. A spiegarli alla Bbc è stato il professor Gulnur Aybet, capo del dipartimento di scienze politiche all’università Bahcesehir di Istanbul che, come sottolinea Il Post, ha indicato principalmente 4 ragioni per motivare l’insuccesso del colpo di stato: la prima è che alle operazioni hanno partecipato troppi pochi militari (al momento ne sono stati arrestati circa 1500); la seconda è che i generali dell’esercito, o comunque i capi più anziani e di alto livello, non sono stati coinvolti nella pianificazione del golpe o in ogni caso hanno deciso di non parteciparvi. La terza ragione che ha complicato i piani dei golpisti è che la popolazione turca, chiamata in causa dallo stesso Erdogan, è scesa in piazza protestando contro i militari rivendicando la propria sovranità. Infine, una quarta ed ovvia ragione che motiva il fallimento del colpo di stato è che i militari non sono riusciti a catturare o a uccidere Tayyip Erdogan.
Si inizia a fare un primo bilancio del colpo di Stato fallito in Turchia. L’agenzia di stampa turca Anadolu, come riferisce l’Adnkronos, parla di almeno 90 morti e oltre 1500 arresti tra i militari: la maggior parte delle vittime sarebbero civili e l’organizzazione umanitaria Mezzaluna Rossa riferisce che sono 800 le persone rimaste ferite, 200 solo ad Ankara. Come si legge sempre sull’Adnkronos, che riporta le notizie dell’agenzia Anadolu, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito il tentato colpo di Stato un “atto di tradimento”. Il premier turco Binali Yildirim ha convocato una sessione di emergenza del Parlamento per oggi e ha annunciato di aver nominato un nuovo capo di stato maggiore ad interim per sostituire il generale Hulusi Akar. La sede del Parlamento, ha reso noto il presidente dell’assemblea, Ismail Kahraman, è stata colpita nella notte durante un bombardamento ma nessun deputato è rimasto ferito.
Il presidente della Turchia Erdogan non è ancora tornato a comunicare con l’esterno, ma il colpo di stato dei militari in Turchia pare essere fallito. L’azione lampo non ha prodotto il risultato che il gruppo di militari (una parte minoritaria stando a quanto dichiarato da Erdogan e dal suo entourage) evidentemente sperava. All’appello disperato di Erdogan si è aggiunto quello degli Imam che secondo quanto riportato dai media turchi e internanzionali hanno invitato la gente a riversarsi nelle strade e nelle piazze. La legge marziale e il coprifuoco imposto dai militari golpisti è durato lo spazio di poche ore, poi tutti si sono riversati in strada e hanno circondato i carri armati – anche in modo sostanzialmente pacifico, a quanto si vede dalle immagini che trapelano nel paese, anche se i social media sono stati bloccati per ore – e non sono stati massacrati dai militari che non hanno a quel punto sparato sulla folla. La tv di stato turca è stata rioccupata dai manifestanti, senza vessilli partitici ma con diverse bandiere della Turchia, e i messaggi di un colpo di stato fallito si sono moltiplicati. Anche la scena internazionale – guidata come sempre dal presidente degli Stati Uniti Obama – si è schierata, a cose fatte, con il governo legittimamente eletto, e quindi con Erdogan che comunque resta irreperibile. Dato prima in fuga (la Germania gli avrebbe negato il permesso di recarvisi) poi addirittura in Italia (a Ciampino) o a Londra, il presidente eletto in carica potrebbe essersi diretto di nuovo ad Istanbul, dopo che le notizie dal parlamento di Ankara parlano di alcuni scontri armati. La Turchia sembra – se non spaccata – comunque frammentata con la polizia (lealista) e parte dell’esercito (golpista), anche se per fare un esempio al colpo di stato non ha partecipato la marina militare, dichiarandosi dopo le prime battute, estranea al golpe. Ora è caccia alle menti del golpo di stato mentre nelle strade la gente, scesa in piazza anche per accaparrarsi contante e generi di prima necessità, non accenna a volersi ritirare. Nelle prossime ore la Turchia sarà con i nervi a fior di pelle.
E’ caos in Turchia per il colpo di Stato in atto da parte di un gruppo dell’esercito: l’obiettivo è rovesciare il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan e prendere il potere. Circa mezz’ora prima che scattassero i movimenti del golpe, un messaggio sarebbe arrivato alle ambasciate turche di tutto il mondo con un avvertimento sulla presa del potere in Turchia da parte dei militari. La tensione è alta: il capo di Stato maggiore sarebbe ostaggio dei militari ed è stata annunciata una nuova costituzione. F16 ed elicotteri sorvolano Ankara, mentre colpi d’arma da fuoco sono stati avvertiti nella capitale turca, dove i due ponti sul Bosforo sono stati chiusi. L’esercito ha proclamato la legge marziale, mentre colpi d’arma da fuoco sono stati sentiti nei pressi del palazzo presidenziale e in piazza Taksim. Secondo Erdogan dietro il tentativo di colpo di Stato ci sarebbe Fetullah Gulen, ideologo islamista radicale, suo ex alleato e adesso acerrimo nemico. In Italia cresce la preoccupazione per i connazionali presenti in Turchia. L’ambasciatore Luigi Mattiolo ha invitato via sms i tanti italiani presenti in Turchia a restare in casa e di non uscire in strada fino a nuove disposizioni. Di diverso avviso il sindaco di Ankara, che ha lanciato l’appello opposto: ha invitato i cittadini a scendere in strada. Clicca qui per il video del conflitto a fuoco con gli spari sui ponti del Bosforo in Turchia.
Torna la paura in Turchia: venerdì sera alle 22 un gruppo all’interno dell’esercito ha occupato i centri nevralgici del Paese e avviato il colpo di Stato per prendere il potere e rovesciare il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan. Non c’è niente di pacifico nel golpe dei militari: vengono uditi colpi di arma da fuoco, scontri tra polizia e militari, esplosioni. Inoltre, i carri armati circondano il Parlamento e ai cittadini vengono invitati a restare a casa per il “coprifuoco”. In molti, però, si riversano nelle strade per opporre resistenza. Dalle poche immagini che trapelano, visto che internet è bloccato e la televisione di Stato è stata occupata, si vedono persone con la bandiera turca che rispondono ai golpisti, accogliendo l’appello del presidente Erdogan. Auto bloccate, spari e gente per terra: scene da guerra civile. Ed Edorgan, che ha provato a fuggire in Germania, non avrebbe avuto l’autorizzazione ad atterrare, quindi potrebbe chiedere asilo alla Gran Bretagna. Prima di mettersi in volo, però, ha parlato alla popolazione con un videomessaggio realizzato con Facetime e lanciato dalla CNN turca: «Sono ancora il presidente della Turchia, resistete. Chi ha tentato questo colpo di Stato pagherà un duro prezzo, nei tribunali. Noi lo supereremo in brevissimo tempo». Nel frattempo era in corso un radi di elicotteri e aerei militari.