–L’attentatore di Nizza potrebbe aver avuto un complice residente in Puglia. Lo ha riferito il ministro dell’Interno Angelino Alfano a Palazzo Chigi nella riunione di questa mattina con i capigruppo di maggioranza e opposizione. Su segnalazione delle autorità francesi, l’Italia ha svolto le verifiche su uno dei sette fermati ieri a Nizza: si tratta di un tunisino che avrebbe lavorato anni fa in Puglia e che faceva parte della rete di contatti di Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti ha commentato con disappunto la notizia: «Il dato riportato dal ministro a noi non risulta, il che può essere ricondotto o a una informazione non esatta che ha ricevuto il ministro, oppure a un difetto di circolazione delle informazioni all’interno delle istituzioni, e questo sarebbe grave perché sarebbe opportuno che certe notizie prima di essere divulgate venissero fatte circolare all’interno del circuito istituzionale», riporta La Gazzetta del Mezzogiorno.



Quest’oggi c’è stata una commovente manifestazione nella città francese per ricordare le vittime del vile attentato terroristico messo in atto in occasione dei festeggiamenti per il 14 luglio. Una cerimonia nel corso della quale c’è stato un minuto di silenzio, tanta gente che piangeva ma anche fischi diretti al Primo Ministro Manuel Valls e quindi in maniera indiretta all’attuale Governo transalpino presieduto da Francois Hollande. Fischi e urla di proteste nei confronti di Valls che sono stati lanciati mentre il rappresentante del Governo depositava una corona di fiori sul luogo in cui negli ultimi giorni tante persone avevano lasciato dei fiori. Lo stesso Valls al termine della manifestazione nel commentare la contestazione ha minimizzato rimarcando: “è stata la reazione di una minoranza mentre la maggioranza della folla era lì per commemorare le vittime”. Infine, Valls ha parlato di fischi e insulti “indegni”. 



Giornata di tensione a Nizza dopo l’attentato del 14 luglio che ha lasciato un ennesimo segno nella memoria breve dei cittadini francesi: durante il momento di celebrazione del minuto di silenzio in memoria delle vittime, sono volati fischi e “buu” nei confronti del primo ministro giunto sulla Promenade per rendere omaggio alle vittime dell’orribile attentato. Ha parlato poco fa il procuratore di Nizza, Francois Molins che ha tracciato un profilo dell’attentatore tunisino: “era un tipo violento, un uomo molto lontano alla religione musulmana ma particolarmente disturbato e che negli ultimi tempi si era radicalizzato cercando attività di propaganda di Isis sul web, oltre che contatti con presunti affiliati Daesh in Francia”. Non si hanno certezze, secondo il procuratore nizzardo, sul suo legame con lo Stato Islamico, ma certamente prima dell’attentato ci sono state diverse ricerche sulle attività islamiche e fondamentaliste. Lo zio del killer si è addirittura sbilanciato e alla agenzia Usa AP ha raccontato come Mohamed era stato radicalizzato nelle ultime due settimane, e a fargli il lavaggio del cervello sarebbe stato un reclutatole algerino membro dell’Isis presente a Nizza.



L’attentato a Nizza ha visto questa mattina un minuto di silenzio in tutta la Francia per commemorare le 84 vittime e l’ennesima strage terroristica venuta sul suolo francese nell’ultimo anno e mezzo. A Nizza in particolare era in programma la visita con minuto di silenzio e deposizione di corone di fiori direttamente sulla Promenade des Anglais da parte di alcuni membri del governo, come il premier Manuel Valls. Sia durante che appena finito il minuto commuovente di silenzio per l’attentato avvenuto lo scorso 14 luglio, sono partite dal pubblico urla molti “buu” ad indirizzo del governo francese e del presidente del consiglio. «Cambia lavoro, cambia lavoro» e altri insulti più pesanti sono stati rivoli a Valls che impassibile ha pensato a riporre la corona di fiori sul luogo dove 84 persone sono state trucidate tre notti fa: resta importante da segnalare per comprendere come la popolazione francese, anche quella nizzarda che è notoriamente ricca e di buona estrazione sociale, sia letteralmente imbufalita e spaventata dai continui attacchi terroristici e dalla mancanza di prevenzione sicurezza. La Francia è sotto attacco, Hollande e Valls sono ai minimi storici come gradimento: le vittime purtroppo sono sempre di più e a livello politico ora si rischia uno stallo da cui sarà difficile uscirne.

Nizza e l’attentato terroristico che ha ucciso 84 persone e lasciato diversi feriti gravi in rianimazione negli ospedali nizzardi: il terrore continua in Francia e si cerca di trovare elementi che possano spiegare dove viene e che motivazioni reali aveva il killer tunisino che ha seminato strage sulla Promenade des Anglais. L’Isis ha rivendicato sabato scorso, ma per il governo francese non è ancora stato stabilito un legame certo tra l’attentatore e Daesh: «le connessioni non sono ancora stabilite, e non possiamo escludere il caso di un individuo squilibrato e molto violento che attraverso una rapida radicalizazione è arrivato a commettere questo crimine». A parlare è il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, parla in questi termini subito dopo aver definito il killer un soldato a disposizione del Califfato: i termini dunque non sono chiarissimi neanche all’Eliseo, e arrivano anche gli scontri con l’opposizione, in particolare contro l’ex presidente Sarkozy. «Vergognose e irrispettose le parole di Sarkozy in un momento di lutto», con l’ex capo i stato che aveva attaccata Hollande e il governo dicendo che non avevano fatto in 18 mesi ciò che andava fatto.

La Promenade de Anglais lascia dietro di sé una scia di sangue che diventa ogni giorno sempre più lunga. L’attentato a Nizza ha scosso il mondo, lasciando nel dolore chi ha perso un familiare o un amico. Incredule ancora le persone che per una serie fortuita di eventi è riuscita a non rimanere travolta dalla follia omicida di Mohamed Lahouaiej Bouhlel. E’ il caso di Nicole Papa, riporta Corriere Adriatico, una studentessa di 19 anni che vive e studia a Nizza, ma che quella sera si è ritrovava a dover lavorare a Mandelieu-la-Napoule, lontano dalla strage. “Se non avessi lavorato”, riferisce, “sarei stata proprio sulla Promenade. Abito a 100 metri dalla discoteca High Club, di fronte alla quale sono morte tante persone”. La ragazza aveva già organizzato tutto per festeggiare assieme agli amici, poi la chiamata che le ha salvato la vita. Al suo ritorno, attorno alle 2, Nizza è ancora avvolta nella paura. “C’erano militari ovunque, poliziotti, pompieri, tanto sangue a terra. Ora è una città fantasma”. A distanza di giorni dal tragico evento i cittadini di Nizza non smettono di guardarsi attorno con circospezione, nel timore che qualcos’altro possa ancora accadere. Soprattutto perché quel giorno nessuno pensava ad un attentato, atteso invece per gli Europei, per via della grande risonanza mediatica e di interesse. “Per di più durante i fuochi d’artificio che si sono mescolati agli spari, di cui molti non si sono accorti”. Di storie come quelle di Nicole ce ne sono altre, tutti connazionali che si trovavano là in quelle ore e chi per una malattia improvvisa, chi per uno strano segno del destino, è riuscito a sopravvivere.