Resta ancora avvolta nel mistero la morte di Catia Dell’Omarino, la 41enne uccisa una settimana fa a Sansepolcro, in provincia di Arezzo. Dai primi esiti emersi dall’autopsia, si sarebbe trattata di una morte violenta, durante la quale la vittima avrebbe cercato con tutte le sue forze di ribellarsi al suo assassino, come rivela ArezzoNotizie.it. A rivelare ciò, sarebbero i numerosi graffi rinvenuti su tutto il corpo, la costola rotta e i copiosi lividi. Catia Dell’Omarino non sarebbe stata vittima di violenza sessuale né avrebbe consumato un rapporto nelle ore precedenti al suo omicidio. Ora, seguendo anche la pista della difesa e della colluttazione prima del delitto, gli inquirenti sperano di trovare tracce biologiche utili ed in grado di portare dritte al responsabile dell’omicidio della 41enne. L’assassino potrebbe essere stato ferito da Catia riportando microlesioni durante la colluttazione. Per tale ragione gli esami in corso mirano a rintracciare il Dna di colui (o colei) che la notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso avrebbe messo la parola fine alla vita di Catia.



Il delitto di Catia Dell’Omarino, la donna 41enne uccisa a Sansepolcro, in provincia di Arezzo nella notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso, sarebbe stato compiuto da una persona che la vittima conosceva. E’ quanto rivelato da La Nazione, partendo da una ipotesi investigativa che trova terreno fertile anche alla luce dei risultati emersi dall’autopsia. La notte in cui si è consumato il violento delitto, Catia non avrebbe accettato un passaggio in auto da uno sconosciuto ma sarebbe salita sulla vettura di una persona di cui si fidava e che le era in qualche modo familiare. Secondo gli investigatori, quello tra la vittima ed il suo assassino sarebbe stato un incontro voluto al fine di chiarire la loro relazione, poi degenerato in un raptus omicida. La pista seguita è quella della relazione occasionate tra Catia Dell’Omarino ed il suo anonimo omicida, vissuta probabilmente nell’ossessione che potesse venire alla luce fino a comprometterne la sua immagine pubblica. Resta in piedi anche l’ipotesi del delitto d’impeto anche dopo i risultati degli esami autoptici che hanno rivelato come prima del colpo fatale l’assassino abbia infierito sul corpo di Catia a mani nude con schiaffi e pugni, come se, appunto, fosse in preda ad un raptus.



E’ giallo fitto sulla morte di una donna di 41 anni, Catia Dell’Omarino, uccisa nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 luglio a Sansepolcro, in provincia di Arezzo. Il ritrovamento del suo corpo senza vita era avvenuto nella mattinata di martedì, come riportato dal Corriere Fiorentino, alle porte della città, esattamente lungo il torrente Afra e sin da subito, sebbene fosse calato il massimo riserbo, si era sospettato un delitto d’impeto. Il quotidiano La Nazione, dopo il ritrovamento del cadavere di Catia Dell’Omarino, aveva ripercorso le ultime ore prima della morte della donna 41enne. Dopo aver cenato insieme alla madre con la quale viveva, Catia era uscita di casa come da sua abitudine senza però farvi più ritorno. La madre l’aveva attesa per tutta la notte fino alle prime ore del giorno quando, in seguito al mancato rientro della donna aveva dato l’allarme al fratello Paolo. Insieme avevano compiuto i giri che era solita fare Catia, fino al ritrovamento della sua auto, avvenuto quasi in contemporanea alle Forze dell’Ordine. La vettura si trovava a circa un chilometro e mezzo dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere di Catia Dell’Omarino, sul quale lo scorso sabato è stata compiuta l’autopsia. Il medico che ha eseguito l’esame, il dottor Marco Di Paolo dell’Università di Pisa, ha escluso la morte in seguito a colpi di arma da fuoco. Sulla testa della vittima, infatti, erano stati rinvenuti due fori ma già la precedente tac ne aveva escluso questa natura. Sempre il quotidiano La Nazione ha riportato le inquietanti prime indiscrezioni che sarebbero emerse nelle ultime ore e che illustrerebbero le modalità con le quali Catia sarebbe stata uccisa. La donna sarebbe stata prima picchiata con violenza alla testa, quindi finita con un colpo dietro l’orecchio. Pare che a provocare la morte di Catia Dell’Omarino sia stato un corpo contundente, probabilmente un martello forse di quelli usati nel kit dell’auto per le riparazioni. Le ferite profonde sono due, ma quella dietro all’orecchio dovrebbe essere la vera causa del decesso della 41enne. Un altro aspetto inquietante emerso dall’autopsia sarebbe quanto ha preceduto la morte di Catia: il suo assassino avrebbe infierito sulla donna a mani nude, con schiaffi e pugni, forse in prede ad un raptus. Alla luce delle ultime notizie emerse dall’esame autoptico, continua a reggere la tesi del delitto d’impeto. Da una prima impressione pare non sia stato consumato un rapporto sessuale prima del delitto. L’intento principale dell’autopsia era quello di rintracciare eventuale tracce biologiche in modo da portare al nome di un possibile sospettato.

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