La puntata di oggi di Top Secret su Canale 5 fornirà il punto di vista personale di Mehmet Ali Agca, il “lupo grigio”che il 13 maggio del 1981 sparò a Giovani Paolo II in Piazza San Pietro, sul suo presunto legame con il Terzo Segreto di Fatima. Il giornalista di “Repubblica” Marco Ansaldo, uno dei pochi ad aver accesso al carcere che per 21 anni ha ospitato Agca, intervistato qualche tempo fa da “terraincognitaweb.com” ha però ridimensionato la faccenda:”Agca si è costruito degli alibi per giustificare all’esterno la sua azione usando via via le informazioni che captava da fuori. Cioè otteneva informazioni durante gli interrogatori e i contatti con altri, e le rielaborava. Ed è stato così anche con Fatima, quando Wojtyla ha parlato del 13 maggio come della data di Fatima, e a quel punto anche Agca ha subito avallato questa ipotesi collegando il proprio gesto e il fallimento (il Papa infatti sopravvisse all’attentato) a un intervento divino”. 



In attesa di assistere alla puntata di oggi di Top Secret, il programma di Canale 5 che questa sera vede protagonista Mehmet Ali Agca, l’uomo che il 13 maggio del 1981 provò ad assassinare Giovani Paolo II, raccogliamo un’altra preziosa testimonianza rispetto al presunto collegamento tra l’attentatore e il Terzo Segreto di Fatima. A fornirla, in una recente intervista rilasciata a Il Giornale d’Italia, è stato il cardinale Stanislaw Dziwisz, che di Papa Wojtyla fu segretario personale per 27 anni. Il prelato polacco, nel rievocare i drammatici momenti dell’attentato al Pontefice, ricorda il comportamento di Wojtyla:”Non era preoccupato per se stesso – io ero con lui in ambulanza – gli chiedevo se stesse soffrendo, mi rispose di sì, ”molto”. Mentre era cosciente pregava per l’attentatore perdonandolo. Una persona santa”. Poi il racconto di come si svolse l’incontro in carcere tra il Papa e Agca nel 1983:”Il Papa andò a trovare Ali Agca in carcere. Durante il colloquio continuava a chiamare il suo attentatore ”fratello”, ma costui non gli ha mai chiesto scusa. L’unico interesse di Agca era di conoscere di Terzo segreto di Fatima”. Una vera e propria ossessione insomma, quella di Ali Agca per il Terzo Segreto di Fatima. 



Esiste una sottile linea rossa che collega il Terzo Segreto di Fatima con Mehmet Ali Agca, l’uomo che cercò di uccidere Giovanni Paolo II il 13 maggio del 1981? L’argomento verrà approfondito nella puntata di Top Secret di questa sera, a partire da un’intervista in cui Agca ripercorrerà i minuti che hanno preceduto l’attentato ed offrirà spunti diversi con cui interpretare il suo stesso gesto. Nello studio di Claudio Brachino verrà ospitato anche l’intellettuale cattolico Antonio Socci, spesso accusato di essere un integralista ed al centro di numerose polemiche con gli alti vertici del Vaticano. Ali Agca ha di recente rivelato, nel suo solito stile che mescola realtà e soprannaturale, che l’attentato di cui si è fatto promotore era stato annunciato a Fatima. “Dio mi ha mandato per una missione divina”, ha affermato durante l’intervista, riportata dalla Mediaset. Non è la prima volta che Agca dà una versione diversa di quanto è successo quel giorno e della motivazione che lo ha spinto a cercare la morte del Santo Padre, ma questa volta arriva a toccare temi considerati ancora oggi misteriosi. “Era necessario farlo, perchè bisognava distruggere la pista bulgara che avevamo creato con gli americani per colpire l’impero sovietico”, afferma sempre nell’intervista, “poi avevo accusato il Vaticano, ma era solo per rabbia contro la Chiesa. Secondo Ali Agca quindi il mondo islamico non c’entra nulla, mentre è stata una precisa volontà divina a muovere la sua mano quel giorno. “Io sono al centro del terzo segreto di Fatima, dove voglio andare”. Non ha mancato poi di rivolgere un appello al Pontefice, dichiarandosi pronto ad indossare l’abito talare: “il Papa mi accolga, sarò sacerdote e celebrerò messa”. Su che cosa potrebbe fare leva Ali Agca per dire una cosa simile? Innanzitutto sul fatto che il Terzo Segreto di Fatima non sia stato ancora rivelato nella sua interezza. In particolare, Suor Lucia dos Santos, riporta Corrispondenzaromana.it, scrisse la Terza Memoria (nome originale, ndr) perché venisse letta solo dal vicariato. Negli anni furono almeno due i Pontefici a volerne rivelare una parte, a partire da Pio XII, promuovendo quindi un alone di mistero misto a paura che si protrae fino ad oggi. Giovanni Paolo II era poi il Papa mariano per eccellenza, tanto da affermare in seguito all’attentato di essere stato salvato solo per volere della Madonna di Fatima. Ecco perché in seguito rese nota alla comunità cristiana e cattolica la visione avuta dai tre pastorelli. La prima e la seconda parte, la visione dell’inferno e la consacrazione al Cuore Immacolato da parte della Russia sono già stati rivelati, ma la terza parte presenta ancora delle lacune. 

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