Il caso di Catia Dell’Omarino è davvero molto strano oltre alla tragedia di fondo che ha portato lo scorso 12 luglio al ritrovamento del suo cadavere in un torrente: la donna, come raccontano gli amici agli inquirenti in queste ore, non aveva particolari legami con la tecnologia e dunque le indagini non possono questa volta fare uso di social network o ricerche web per provare ad indagare nel recente passato della donna. Una indagine “vecchia” maniera che però ovviamente porterà le tempistiche più dilatate nelle settimane per provare a ricostruire qualcosa. Di certo si indaga ora sulla cerchi di amici e conoscenti che aveva a che fare con Catia, donna sola e senza un lavoro stabile; viveva con la madre e spesso si trovava al bar con gli amici il venerdì sera, raccontano i colleghi de La Nazione. Va scoperto moto riguardo quel contatto con un uomo che nelle ultime settimane aveva stretto forse una relazione con Catia Dell’Amorino: ma senza l’uso della tecnologia ovviamente bisognerà attendere quale giorno per scontare qualcosa negli ultimi movimenti della povera donna.



Ci sono alcune novità sul caso di Catia Dell’Omarino, la povera donna trovata morta a Sansepolcro nel torrente vicino ad Arezzo: non sono ancora quelle prove che gli inquirenti attendono per poter formulare le prime ipotesi di accuse ma qualcosa comunque raccontano. Come riportano i colleghi locali della Nazione, l’assassinio di Catia è della zona e le piste “esterne” al momento vengono scartate, in base agli elementi raccolti dai primi giorni di indagini: il killer o i killer potrebbero trovarsi tra i cittadini di Sansepolcro e San Giustino e potrebbe conoscere bene la vittima. Il luogo del delitto è il Ponte del Diavolo, sulle colline di Sansepolcro, lì è stata ucciso e buttata nella scarpata la povera Catia Dell’Omarino: i tabulati telefonici sono sotto stretta osservanza da parte delle forze dell’ordine ma al momento non risultano grandi novità, visto che non ci sono chiamate insistenti o ricorrenti verso un unico numero di telefono. Intanto si attende la decisione del Pm sulla riconsegna del corpo ai familiari: dubbi tutti ancora aperti, ma nelle prossime or le indagini scientifiche potrebbero portare a qualche prima importante novità.



Chi ha ucciso Catia Dell’Omarino? E’ questo il quesito che attanaglia gli inquirenti ma ancor di più la famiglia e gli amici della 41enne di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, trovata senza vita il 12 luglio scorso lungo il torrente Afra. L’autopsia avrebbe rivelato una morte violenta, provocata dalle gravi ferite alla nuca, di cui una mortale e preceduta da calci e pugni come se l’aggressore fosse stato colto da un vero e proprio raptus. In base ai segni evidenziati sul suo corpo, non si è esclusa una colluttazione tra la vittima ed il suo assassino del quale si spera di rinvenire tracce biologiche proprio dal cadavere di Catia Dell’Omarino. A voler giungere quanto prima alla verità sulla morte della 41enne sarebbero stati anche una decina di giovani, gli stessi frequentatori del bar di Selci nel quale Catia era solita andare nel fine settimana. Secondo quanto emerso da La Nazione online, lo scorso venerdì i giovani amici si sarebbero spontaneamente recati presso i Carabinieri che indagano sul giallo per raccontare tutto ciò che sanno sulle ultime ore di vita di Catia, a partire dall’amica Cristina, molto legata alla vittima e che ha rivelato qualcosa di molto importante. La donna ha riferito ai Carabinieri di un “rapporto molto particolare” che Catia Dell’Omarino portava avanti da 3-4 settimane con un uomo. “Spesso si sentivano al telefono, lei era molto presa, direi proprio innamorata. Insomma, ci teneva molto a questa persona. Negli ultimi giorni, però, dal suo telefonino cercava più volte e inutilmente di contattare quell’individuo, ma lui non le rispondeva”, ha aggiunto l’amica. Gli stessi concetti sono stati ribaditi dagli altri amici della 41enne che hanno deciso di collaborare alle indagini. “Secondo me dalla visione dei tabulati, gli investigatori potrebbero avere dei buoni indizi per cercare di individuare l’assassino”, ha aggiunto l’amica centrando esattamente l’intento degli inquirenti. E’ sempre l’amica di  Catia Dell’Omarino ad aver in qualche modo fornito una sorta di ricostruzione di quanto sarebbe accaduto la notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso, quando  Catia Dell’Omarino sarebbe stata uccisa: “Noi amici abbiamo capito che con quest’uomo lei si vedeva durante la notte, anche perché fino a una certa ora era sempre qui con noi al bar. Insomma, probabilmente lui si negava, forse non voleva più vederla, e difatti non le rispondeva ultimamente. Vedevo Katia strana, molto risentita per questo; chissà, forse lunedì notte, quando si sono incontrati, c’è stata una discussione e poi i colpi mortali…”. Al momento, come riporta ArezzoNotizie.it gli inquirenti si sarebbero concentrati proprio su movimenti e sulle telefonate compiute da Catia prima dell’incontro fatale. I dati che emergeranno, insieme ai possibili tracce biologiche che potrebbero emergere dall’autopsia, potrebbero portare alla verità sulla morte della 41enne di Sansepolcro.

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