Ogni frammento di quella giornata di quindici anni fa è ricordato da Haidi Giuliani con estrema lucidità. Oggi ricorre il quindicesimo anniversario della morte di suo figlio, Carlo Giuliani, ucciso durante gli scontri avvenuti a Genova nel 2001 durante il G8. Sua madre conduce ancora la sua battaglia civile con una grande amarezza nel cuore: «La morte di mio figlio non è stata solo l’uccisione di un ragazzo, ma una ferita nella nostra democrazia», ha raccontato Haidi Giuliani a LetteraDonna. Amnesty International ha parlato di lesione dei diritti umani, Haidi Giuliani rivela i particolari delle torture subite da suoi figlio Carlo: «Dopo essere stato colpito dallo sparo, invece di essere soccorso Carlo è stato colpito da diversi candelotti lacrimogeni. Non solo: quando la polizia ha circondato il corpo, qualcuno ha preso un sasso e ha colpito mio figlio alla testa. L’hanno preso a calci in faccia». Ma la donna non è convinta che suo figlio, Carlo Giuliani, sia stato ucciso dal carabiniere Mario Placanica: «Nessuno mi ha mai dimostrato che il colpevole fosse lui. E’ un personaggio inaffidabile ed equivoco, persino i carabinieri l’hanno allontanato. Non è la mente lucida che prende la mira e spara. In quella piazza c’erano altri con quella mente».

Si torna a parlare oggi di Carlo Giuliani, il ragazzo morto 15 anni fa durante il G8 Genova 2001. Il giovane fu raggiunto dal proiettile del carabiniere Mario Placanica, indagato per omicidio e poi assolto per legittima difesa. Ma oggi non è solo un giorno di commemorazione per l’anniversario della morte di Carlo Giuliani. E’ scoppiata infatti anche la polemica dopo che il sindacato indipendente di polizia Coisp ha promosso un convegno tra i cui relatori c’è anche Mario Placanica. Il convegno si intitola “L’estintore quale strumento di pace?” e allude al fatto che Carlo Giuliani brandiva appunto un estintore nello scontro con i carabinieri in piazza Alimonda poco prima di essere ucciso. Il segretario del Pd di Genova Alessandro Terrile e alcuni consiglieri regionali del Partito democratico ha riguardo hanno affermato, come si legge su La Repubblica: “L’iniziativa altro non è che una provocazione di pessimo gusto che poteva essere evitata perché, anche se sono passati quindici anni, per tutti noi la memoria e il vissuto legato a quei giorni sono qualcosa da trattare con il rispetto e la serietà che si devono alla nostra città e a tutti i genovesi. Non ci stupisce affatto che la peggiore destra che oggi governa la Regione Liguria cerchi di recuperare un po’ di consenso cavalcando una ricostruzione distorta di quanto avvenuto in quei giorni”.

Oggi ricorre il 15esimo anniversario della morte di Carlo Giuliani, lo studente no-global ucciso durante gli scontri del tristemente famoso G8 di Genova 2001, dove ondate di contestarori anti-sistema e blac bloc si scagliarono peer distruggere ampie zone di una Genova deserta,. In uno di questi tristi scontri accadde l’irreparabile con una camionetta deI Carabinieri che venne presa d’assalto da un gruppo di ragazzi, tra i quali era presente anche Carlo Giuliani con un estintore in mano. Uno dei carabinieri, Mario Placanica, per cercare di allontanare l’attacco sparò due colpi di pistola che ucciso sul colpo Carlo Giuliani. Un corpo sull’asfalto che creò e tutt’ora riporta alla mente un caso politico incredibile oltre che una drammatica morte: processi innumerevoli, polemiche tra la famiglia e le forze politiche, il massacro senza giustificazioni alla Scuola Diaz e tanto altro ha influito nella memoria della morte durante quel dannato G8. In piazza Alimonda venne però tutto, il punto d’origine di quei giorni indimenticabili purtroppo: dopo 15 anni ancora tante polemiche sul carabiniere Placanica che è stato invitato in questi giorni come relatore dal sindacato di polizia del Coisp, con reazioni di ira della famiglia e dei movimenti no-global. Dopo numerosi processi Placanica è stato però assolto per legittima difesa mentre in un primo momento era stato ovviamente indagato per omicidio: «Il ricordo di mio figlio e il mio dolore sono un fatto privato. Ma non è privato il ricordo di quei giorni. Non continuiamo a dire: ‘quanto è successo…’ in quei giorni tutto è stato voluto, premeditato e forse qualcosa è sfuggito di mano. Il movimento con le sue mille anime diverse faceva paura, l’hanno voluto ricacciare indietro con la violenza», sono le parole di Hedi Giuliani, la madre del ragazzo, all’Ansa. Giorni terribili con un dubbio che è sempre rimasto: legittima difesa o omicidio? Purtroppo qualcuno è morto, e ancora peggio qualcuno ha voluto lucrare su quella morte facendo di un ragazzo che tentava di sfondare una camionetta assieme ad altri scalmanati sostanzialmente un “santo”.