Il caso di cronaca relativo alla cosiddetta Strage di Erba e che vede protagonisti i due coniugi in carcere, Olindo e Rosa, è tornato di nuovo centrale in seguito all’ipotesi di un permesso premio entro l’anno in favore dei due arrestati. Come sottolinea CronacaeDossier.it, l’avvocato Schembri avrebbe giocato un’altra carta mirata alla loro liberazione, ovvero quella delle “intercettazioni mai acquisite”. Durante la sentenza di primo grado a carico di Olindo e Rosa, si puntò il dito contro le intercettazioni dei due coniugi, accusati di non aver mai parlato delle vittime. Questo era stato visto dall’accusa come un indizio fi colpevolezza. Nel corso di una intervista a La Storia Oscura, su Radio Cusano, lo stesso avvocato aveva dichiarato: “In realtà le indagini erano piene di intercettazioni ambientali tra Olindo e Rosa dove i due parlavano senza sapere di essere intercettati e si interrogavano su chi potevano essere gli autori di questa strage e manifestavano solidarietà nei confronti di Frigerio. Nella vita si può fingere, ma in questo caso sarebbero attori da Oscar”. Secondo Schembri, quelle stesse intercettazioni sarebbero state accantonate ed oggi potrebbero giocare un ruolo saliente. Nel caso in cui la Corte di Strasburgo dovesse dare ragione a Olindo e Rosa, potrebbe essere nuovamente rifatto il processo sulla strage di Erba.
Gli autori della strage di Erba, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, tornano nuovamente al centro della cronaca nera nostrana dopo i drammatici fatti del dicembre di dieci anni fa. Come riporta CronacaeDossier.it, infatti, le rispettive difese sarebbero intenzionate a chiedere in favore di entrambi un permesso premio. Per l’avvocato Fabio Schembri, reduce da una recente intervista per frontedelblog.it, ormai sarebbero giunti i tempi giusti per allentare la pena a carico dei due: “In linea astratta dopo dieci anni di detenzione è possibile per un ergastolano chiedere i primi permessi”, ha dichiarato, sottolineando come tutto dipenderà ovviamente dai servizi sociali e dal magistrato di sorveglianza. Questo rappresenterà solo un primo passo da parte della difesa dei coniugi Olindo e Rosa che fa parte di una strategia finalizzata a ridare ai due la libertà. La seconda mossa, consisterà nell’esito dell’istanza depositata presso la Corte di Strasburgo e relativa al riconoscimento della presunta violazione del “Diritto a un equo processo”.
Si torna a parlare di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba. Dopo dieci anni in carcere infatti i due potrebbero ottenere un permesso premio entro la fine dell’anno, come riferisce il legale Fabio Schembri in un’intervista a Fronte del Blog. Olindo e Rosa si sarebbero scambiati in carcere vari biglietti e dall’analisi grafologica di questi biglietti emergerebbe il rapporto tra marito e moglie. Su Leggo.it si legge infatti quanto riportato da Il Giornale: “Olindo Romano ha una struttura infantile sia a livello intellettivo sia emozionale; ciò non tanto per mancanza di cultura, quanto per la sua effettiva struttura temperamentale”. Sarebbe questo dunque il risultato delle analisi dei biglietti scritti. Nei messaggi sarebbe poi stata verificata alternanza tra stampatello e corsivo e in alcuni passaggi le parole sarebbero sottolineate da Olindo: questo potrebbe voler dire che l’uomo cerca conferme dall’esterno. Quindi si potrebbe ipotizzare che tra Olindo e Rosa la “parte forte” della coppia sia la moglie rispetto al marito.
Usciranno? E’ questo che ci si chiede nelle ultime ore, dopo l’annuncio del difensore della coppia, l’avvocato Fabio Schembri, che su Fronte del Blog ha parlato di un possibile permesso premio. La data potrebbe essere il prossimo dicembre, un’ipotesi da non escludere visto che i due responsabili della strage di Erba hanno già trascorso dieci anni in carcere. La legge prevede infatti che chi è stato condannato all’ergastolo possa fare delle richieste speciali dopo quel preciso lasso di tempo. “Tutto dipende dalle relazioni dei servizi sociali e dal magistrato di sorveglianza”, riferisce Schembri, aggiungendo anche che l’istanza è già stata depositata. Olindo e Rosa continuano intanto a portare avanti la propria innocenza, in attesa che la Corte di Strasburgo si pronunci sul loro caso. L’Italia potrebbe infatti essere condannata per aver violato l’equo processo, il che indicherebbe anche un ritorno in aula per riaffrontare l’intera vicenda. Le ultime prove acquisite, riporta Il Giornale, potrebbero inoltre portare verso una svolta, dato che durante il dibattimento non erano ancora state rilevate. In particolare la difesa si sta concentrando sui capelli trovati sulla felpa di Youssef Marzouk, la più giovane delle vittime. “Ricordo che nessuna traccia del DNA di Olindo e Rosa fu trovata nel palazzo della strage. Al contrario c’erano tracce di persone mai identificate. E che in casa della coppia non venne ritrovata alcuna traccia delle vittime”. La coppia dieci anni fa venne incastrata in base a piccole gocce di sangue ritrovate sull’auto di Olindo ed in seguito grazie alle intercettazioni di un incontro fra i due coniugi. Dichiarazioni subito ritrattate in un secondo momento. Schembri precisa poi a Radio Cusano che duante la sentenza di primo grado Olindo e Rosa sono stati giudicati colpevoli in automatico perché non parlavano mai delle vittime. “In realtà le indagini erano piene di intercettazioni ambientali tra Olindo e Rosa dove i due parlavano senza sapere di essere intercettati e si interrogavano su chi potevano essere gli autori di questa strage e manifestavano solidarietà nei confronti di Frigerio”.