Giornata campale oggi al Senato che sul caso Silvio Berlusconi-Olgettine, ha negato l’uso delle intercettazioni con la mozione respinta per poco scarto di voti. Come potete leggere qui sotto nel dettaglio, lo scontro divampato tra M5s e Pd si p acceso perché ogni gruppo accusava i rivali di aver votato, con scrutinio segreto, a favore di Berlusconi. Su tutti è intervenuto prima il blog di Beppe Grilllo ha rilanciare l’accusa di inciucio: «Non finisce mai questo inciucio, ora che il referendum costituzionale si avvicina il Pd salva Silvio in cambio di un benevole atteggiamene, suo e del suo potente impero mediatico, nei confronti della consultazione popolare. Il Pd salva Silvio ma chi salverà il Pd dal giudizio popolare?». Poi ci pensa Lucidi, parlamentare M5s, a lanciare lo scontato ma efficace slogan “il nazareno è risorto“, riferendosi ovviamente al famoso patto siglato in sede Pd tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, ufficialmente chiuso durante l’elezione del presidente della Repubblica. Replica forte di Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato: su Repubblica annuncia, «sono certo del voto del mio gruppo compatto, non di quello degli altri».



Il Senato ha respinto l’uso da parte dell’autorità giudiziaria delle intercettazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi e le “Olgettine”. A darne notizia è Repubblica.it, che specifica come a votare a favore – il voto si è svolto a scrutinio segreto – sono stati in 120; 130 i voti contrari mentre 8 gli astenuti. Il caso fa riferimento a undici intercettazioni avvenute tra l’ex premier Silvio Berlusconi – all’epoca dei fatti deputato – e due Olgettine, nello specifico Iris Berardi e Barbara Guerra. La Giunta per le immunità parlamentari aveva chiesto il via libera all’autorizzazione ma solo per tre delle undici intercettazioni, ritenute conversazioni cosiddette ‘casuali’. Sulle altre c’era il dubbio e per tale ragione sono state stralciate. Le intercettazioni, come sottolinea Il Messaggero, resteranno comunque agli atti del procedimento “Ruby Ter”, nel quale Silvio Berlusconi risulta accusato di corruzione di testimone. Queste, tuttavia, potranno essere utilizzate dai pm solo come prova a carico delle due Olgettine ma non dell’ex premier. Ad aver sollevato le successive polemiche è stato il voto segreto, tanto da aver scaturito in aula una serie di reciproche accuse tra M5s e Pd, fino all’intervento del presidente Pietro Grasso e alla sospensione della seduta. E’ stato in particolare il senatore dem Andrea Marcucci a puntare il dito asserendo: “Prove di alleanza in aula tra M5s e destre”. La convinzione degli esponenti del Pd è che sarebbero stati i grillini a votare per il “no” all’utilizzo delle intercettazioni, forti della presenza del voto segreto. Il M5S ha contrattaccato sostenendo, per bocca del capogruppo del Movimento, Stefano Lucidi: “Il Pd con il voto segreto salva Berlusconi e prova a puntellare la sua sempre più scricchiolante maggioranza. Un modo subdolo, dando la colpa ad altri come già accaduto in altre occasioni”.

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