“Voglio parlare in aula”, sarebbero queste le parole di Veronica Panarello, madre di Lorys Stival ed accusata del suo omicidio, riportate dal sito Ragusah24.it. Dopo la seduta breve che si è tenuta nei giorni scorsi nell’ambito del processo a carico della giovane mamma di Santa Croce Camerina, l’avvocato della donna, Francesco Villardita, ha depositato una perizia che illustrerebbe come il bambino di otto anni ucciso il 29 novembre di due anni fa sarebbe stato strangolato con un cavetto Usb, esattamente come rivelato dalla stessa Panarello. “La consulenza medico legale che depositiamo ribalta in maniera definitiva la questione dell’arma del delitto”, avrebbe ribadito il legale della donna e presunta assassina di Lorys Stival. Intanto, attraverso il medesimo sito apprendiamo quali saranno le prossime tappe del processo. Si tornerà in aula il prossimo 26 settembre, in occasione dell’udienza durante la quale Veronica Panarello sarà la protagonista assoluta. In quell’occasione, infatti, ascolteremo le sue dichiarazioni. Successivamente, le prossime date sono attualmente fissate al 3, 5 e 7 ottobre prossimi.
A scendere in campo e dire la sua in merito al caso che vede al centro delle cronache Veronica Panarello, la giovane mamma di Santa Croce Camerina accusata di aver ucciso il figlio primogenito Lorys Stival è stato anche l’avvocato Francesco Biazzo. Il legale che rappresenta il nonno di Lorys, Andrea Stival, accusato da Veronica di essere il reale responsabile del delitto del bambino di otto anni, ha commentato, come riporta Siciliatoday.net: “Le dichiarazioni che renderà in aula Veronica Panarello nella prossima udienza del prossimo 26 settembre non ci preoccupano. Non temiamo nulla perché tutte le accuse lanciate contro il suocero, Andrea Stival, si sono rivelate infondate”. Anche per l’avvocato del nonno, dunque, Veronica Panarello avrebbe finora mentito. La difesa della donna, presunta assassina di Lorys Stival, aveva avanzato la possibilità di un confronto all’americana tra nuora e suocero ed anche su questo aspetto ha voluto commentare l’avvocato Biazzo, asserendo: “Ritengo che non sia ammissibile e utile perché tutta la documentazione probatoria è sufficiente e completa per una valutazione del Gip”.
Veronica Panarello è tornata protagonista durante la mini udienza avvenuta due giorni fa dove non sono mancate le sorprese: nel processo per il delitto di Lorys Stival, la madre imputata ha ribadito la sua estraneità all’omicidio, puntando dritto tutte le colpe sul suocero Andrea che per coprire la loro relazione avrebbe ucciso il piccolo bimbo. Il processo sarà lungo e le parti in campo non sono d’accordo su nulla, neanche sull’arma del delitto: l’avvocato della donna, Francesco Villardita, dice che sarebbe un cavo USB e non le fascette date poi alle insegnanti di Lorys la vera arma del delitto, mentre di contro l’accusa punta dritto sulla tesi delle fascette. Ha parlato, intervistata da Intelligonews, la nota criminosa Roberta Bruzzone, che prosegue nello schierarsi contro Veronica Panarello e le sue presunte tesi. «Non sono vere per nulla le accuse di Veronica verso il suocero Andrea, sotto nessun punto di vista: sia sotto quello delle telecamere, sia in base alle risultanze medico legali le accuse della Panarello sembrerebbero infondate. Tutto deporrebbe infatti per l’azione isolata della donna e quindi per la totale assenza di una seconda figura nell’omicidio». Secondo la Bruzzone tutto quello che la donna racconta, sia per ciò che riguarda il delitto che la successiva fase dell’occultamento del corpo, sarebbe smentito da tutte le evidenze finora emerse, «frutto dell’ottimo lavoro del medico legale della Procura, dottor Giuseppe Iuvara». Per quanto riguarda l’arma del delitto per la Bruzzone è certo che si tratta di fascette, come riportano i primi rilievi, mentre per il presunto movente delle accuse al suocero secondo la criminologa «Poi non si può escludere che la donna possa avere dei motivi di risentimento nei confronti dell’uomo e possa sfruttare questa terribile vicenda per regolare i conti con lui».
Ci potrebbe essere una svolta nel caso del piccolo Loris Stival e sulla sua presunta assassina, la madre Veronica Panarello. Si battono ancora accusa e difesa per quanto riguarda l’arma del delitto, con ulteriori particolari emersi lunedì durante una seduta breve. Il difensore della donna, l’avvocato Francesco Villardita, ha infatti rivelato che secondo i periti di parte l’arma del delitto sarebbe in realtà il cavo USB e non con le fascette come invece rilevato dal medico legale chiamato dall’accusa. Riporta infatti il Corriere del Mezzogiorno che Villardita ha depositato la consulenza sull’arma, unitamente ad una perizia bioingegneristica, e che è presente una compatibilità fra il cavo USB indicato dalla Panarello come reale arma del delitto ed i solchi sul collo del piccolo Loris. L’avvocato si augura anche che il giudice possa accettare il confronto all’americana che vedrebbe un vis a vis fra Veronica Panarello ed Andrea Stival, il suocero che la donna ha accusato di essere il reale assassino del bambino. “Dalla perizia appare che la signora Panarello è capace di intendere e volere”, riferisce, particolare che rende la consulenza, finora considerata solo dall’accusa, un possibile punto a favore della difesa. In base a questo dato la Panarello può quindi accedere al diritto del confronto, in presenza degli stessi periti che hanno stilato la relazione psichiatrica sulla donna. La prossima data prevista per il processo a carico di Veronica Panarello si terrà il 26 settembre prossimo, quando la donna farà delle dichiarazioni spontanee, mentre le date successive avverranno il 3, il 5 ed il 7 ottobre prossimo.