In una nota ufficiale resa nota nella giornata di ieri, il presidente della Croce rossa italiana, Francesco Rocca, ha commentato la tragica scomparsa dell’alpinista 54enne avvenuta sul Monte Bianco. “Una tragica fatalità ci ha portato via Pietro Passaretti: abbiamo perso un volontario, esperto, serio e allenato, non era la prima volta che saliva oltre i 4000 metri”, ha dichiarato, confermando come anche in questo caso l’alpinista sia stato un esperto, al pari dei due morti sul Gran Sasso. “Questo viaggio, che era nato con il proposito di svolgere alcune esercitazioni e poi di lanciare dal Monte Bianco un messaggio di pace e fratellanza, è finito purtroppo in maniera drammatica. Nel suo ricordo porteremo avanti la nostra attività quotidiana, con lo stesso spirito che lo aveva portato a prepararsi per le esercitazioni e l’ascesa al Monte Bianco”, ha ancora aggiunto il presidente di Croce rossa. Dopo la tragedia del 54enne, ovviamente tutte le attività e l’ascesa al Monte Bianco sono state attualmente interrotte, come emerge da Ansa.
Aveva già subito un incidente sempre sul Gran Sasso uno dei due alpinisti morti dopo essere precipitati ieri dal Monte Camicia. I due amici, Roberto Iannilli di Ladispoli e Luca D’Andrea di Sulmona, erano secondo le testimonianze due scalatori “esperti” con alle spalle tante scalate e anche l’apertura di nuove vie tra le montagne. Nel 2011, come si legge su La Repubblica, sul Gran Sasso Roberto Iannilli e Luca D’Andrea avevano aperto una nuova strada sulla parete est del Corno Piccolo. L’anno precedente Iannilli era stato vittima di un incidente simile a quello che gli è costato ieri la vita: era sempre sul Gran Sasso e durante una scalata l’alpinista era precipitato per circa trenta metri. In quell’occasione si era fratturato i polsi e aveva riportato una ferita alla testa. A cinque anni di distanza la tragedia che ha provocato la morte insieme con il collega e amico D’Andrea.
Dopo la tragedia sul Monte Camicia, dove ieri hanno perso la vita due alpinisti esperti, Roberto Iannilli e Luca D’Andrea, un altro alpinista è stato vittima di un incidente che si è rivelato fatale. Come riporta La Stampa online, un 54enne romano, volontario della croce Rossa Italiana è precipitato per una decina di metri in un crepaccio al Petit Mont-Blanc, sul versante italiano del Monte Bianco, esattamente nella Val Veny. La vittima era insieme ad altri volontari e si stava allenando in vista dell’ascesa del Monte Bianco, dove era in programma l’arrivo di uno striscione per la giornata di domani, “per affermare i valori della pace”. Sul posto, dopo la tragedia è intervenuto l’elisoccorso ma per l’alpinista 54enne non ci sarebbe stato nulla da fare. Da una prima ricostruzione pare che l’uomo sia scivolato sul nevaio per poi cadere nel crepaccio, nel quale gli è colata addosso l’acqua di scioglimento ghiacciata facendo così precipitare la sua temperatura a 26°. Il decesso potrebbe essere giunto con ogni probabilità in seguito ad un malore: in un primo momento dopo la caduta, infatti, la vittima rispondeva alle urla degli altri volontari.
Sono morti precipitando dal Monte Camicia sul Gran Sasso Roberto Iannilli di Ladispoli e Luca D’Andrea di Sulmona. I due alpinisti erano usciti per l’escursione ieri ma in serata non erano rientrati quindi è scattato l’allarme da parte delle famiglie. L’incidente è avvenuto sulla parete nord del Monte Camicia: sul Gran Sasso i due erano impegnati in una arrampicata per l’apertura di una nuova via. I due alpinisti sono caduti nel vuoto per centinaia di metri. La caduta è avvenuta nel pomeriggio di ieri ma solo stamattina i due corpi sono stati ritrovati dai soccorritori del Soccorso Alpino e del 118. Come riferisce il Corriere della Sera le vittime erano “rocciatori assai esperti” e in particolare Iannilli era un volto celebre dell’alpinismo italiano e considerato uno dei massimi esperti di arrampicata nel nostro paese. Secondo le prime ipotesi riguardo all’incidente “uno dei due potrebbe aver perso l’appiglio e avrebbe così provocato la caduta del compagno”. Ma non si escludono nemmeno “complicazioni dovute al tempo instabile”.
Sono due le vittime sul Gran Sasso, in Abruzzo, nell’incidente che ha visto coinvolto un gruppo di alpinisti. La tragedia è avvenuta sul Monte Camicia. I corpi dei due alpinisti sono stati già stati trasportati in elicottero all’ospedale di Teramo: si tratta, come riporta il Messaggero, di Roberto Iannilli di Ladispoli e Luca D’Andrea di Sulmona. L’incidente si è verificato sulla parete nord del monte: i due alpinisti sono precipitati durante un’escursione e sembra che la famiglie, non avendo avuto notizie, li cercassero da ieri sera. Subito dopo l’allarme lanciato dai familiari sono partite le ricerche. Un elicottero del 118, dopo alcuni sorvoli, ha individuato i corpi dei due alpinisti nella mattinata di oggi e sono iniziate le operazioni di recupero dei corpi. Si tratta ora di capire la dinamica dell’incidente avvenuto sul Monte Camicia sul Gran Sasso e se i due alpinisti morti fossero esperti di montagna.