Ancora non sono arrivate le parole di Papa Francesco sulla decisione della Turchia di sospendere la Convenzione dei diritti umani per poter “garantire” lo stato di diritto dopo il golpe tentato dai militari, ma il Vaticano ha comunque mosso i primi passi per commentare quanto di difficile e clamoroso sta avvenendo in questi giorni tra Istanbul e Ankara. «Gli sviluppi in Turchia non sono positivi e sono fonte di preoccupazione per tutti. in questo momento storico il punto di partenza per risolvere le attuali crisi nel mondo è “il rispetto della persona e della sua dignità”, cioè “mettere al centro la persona”, altrimenti “non ne veniamo fuori, altrimenti vivremo sempre più queste situazioni di odio, di violenza e di divisione, che aumenteranno», sono le parole del Cardinale segretario di Stato Monsignor Pietro Parolin, riportate dall’agenzia SIR. La Chiesa cattolica come anche la comunità internazionale sono in tensione per capire come l’escalation di fatti contro la libertà personale di ogni cittadino turco possa essere contrastata e fermata: «La tensione sta aumentando nel mondo e le tensioni non sono una buona precondizione per affrontare e risolvere i problemi. Questa è fonte di preoccupazione per tutti. Speriamo che la saggezza e l’umanità prevalgano e aiutino le persone a cercare e a trovare le soluzioni giuste».
Ora arriva anche l’annuncio ufficiale della sospensione della Convenzione dei Diritti Umani in Turchia, con le parole del vice premier: la decisione arriva il giorno dopo il consiglio di sicurezza nazionale indetto da Erdogan entro il quale ha annunciato il piano di stato d’emergenza nazionale per i prossimi tre mesi con la forte limitazione di tutte le libertà personali. «Dopo il golpe tentato, la Turchia annuncia che sospenderà la Convenzione Europea sui diritti umani, come ha fatto la Francia», sono le parole del vice-premier del governo di Ankara Numan Kurtulmus, aggiungendo che comunque l’esecutivo spera di poter recare lo stato d’emergenza già dopo 45 giorni. Già ma in questo tempo, cosa succederà ai cittadini turchi considerati, presunti o reali non importa, traditori del governo di Erdogan? Lo spettro del terrorismo ora non è più l’unico problema che attanaglia la Turchia. Sentite come il presidente Erdogan commentava solo qualche ora fa nell’intervista ad Al-Jazeera: «nessuno può darci lezioni in tema di diritti umani. Lo Stato ha il dovere di trovare i colpevoli. Il colpo di stato è un reato o no? È un crimine contro lo Stato turco e lo stato ha il dovere di trovare i colpevoli e consegnarli ai giudici (che però nel frattempo sono stati arrestati quasi tutti, ndr.) e giudicati secondo la legge».
La notizia è ancora choc e viene dalla Turchia: Erdogan ha sospeso i diritti umani garantiti dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Il provviemnto arrivato poco fa rientra nel piano di stato d’emergenza attuato da Erdogan e programmato per tre mesi in cui il Governo prenderà poteri speciali ancora più restrittivi dello stato di libertà, già piuttosto fragile in questo momento, per tutti i cittadini. La decisione arriva in seguito all’ormai noto colpo di stato fallito dello scorso 15 luglio, e prende atto dall’articolo 120 della costituzione turca: dopo la riunione del consiglio di sicurezza nazionale indetto da Erdogan ieri pomeriggio, la notizia choc arriva questa mattina con la constatazione della sospensione anche della convenzione europea sui diritti – di cui la Turchia faceva parte fino ad oggi – insieme ad una serie di altri provvedimenti contro la libertà personale. Secondo quanto riporta The Post Internationale, «Secondo l’articolo 120, lo stato d’emergenza può essere dichiarato in alcune o in tutte le regioni della Turchia per un periodo non superiore ai sei mesi, in caso di diffusi atti di violenza volti alla destrutturazione dell’ordine democratico». Questa misura permetterà al presidente e al governo di scavalcare il parlamento nella promulgazione di nuove leggi e di limitare o sopprimere i diritti e le libertà personali, se ritenuto necessario. La Turchia sprofonda sempre di più verso uno stato totalitario, anche sei in pochi ancora hanno il coraggio in ambito internazionale di chiamarlo in questi termini: in pratica, potranno essere perseguiti tutti coloro che siano anche solo sospettati di aver simpatizzato per i golpisti, ignorando tutte le normali procedure giudiziarie e, in generale, le norme del diritto turco. Per questo motivo verranno prese misure che evidentemente sarebbero andati contro la Convenzione Europea stilata negli anni Cinquanta.