, l’uomo che il 22 luglio 2011 si rese responsabile della strage di Utoya in Norvegia, torna alla ribalta delle cronache dal momento che l’attentato di Monaco di Baviera compiuto ieri da un tedesco-iraniano è stato realizzato a 5 anni esatti dall’assalto del militante di estrema destra autore della carneficina sull’isola scandinava. Sebbene non sia stato ancora chiarito l’eventuale legame tra i due attentati, va comunque sottolineata l’estrema pericolosità di Breivik, che oltre a non aver mai mostrato pentimento per le sue azioni, ha anche ammesso alla polizia di aver provato ad uccidere il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La situazione propizia, secondo Dabladet, doveva essere la cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace all’inquilino della Casa Bianca in quel di Oslo nel 2009. Breivnik voleva far saltare in aria il Municipio di Oslo, dove viene consegnato il premio, ma si rese conto della difficoltà di eludere i controlli e di piazzare un ordigno nelle vicinanze di Obama. Oltre a questo impedimento, aggiunse, vi era il fatto che con la sua azione avrebbe potuto uccidere “pochi traditori”.
, responsabile della strage di Utoya in Norvegia il 22 luglio 2011, fa ancora parlare di sé a cinque anni di distanza. Proprio ieri nel quinto anniversario dell’attacco terroristico norvegese un altro attentato ha scosso Monaco di Baviera. Ma Anders Breivik era già tornato alla ribalta pochi mesi fa per la vittoria, parziale, contro lo Stato. L’estremista di destra, che affermò in tribunale di aver compiuto gli attentati per fermare “una decostruzione della cultura norvegese per via dell’immigrazione in massa dei musulmani”, è stato condannato alla pena massima dell’ordinamento norvegese: 21 anni di carcere prorogabili di altri 5 per un numero indefinito di volte qualora, a pena scontata, sia ancora ritenuto socialmente pericoloso. Questi cinque anni dalla strage di Utoya Anders Breivik li ha trascorsi in isolamento, regime per il quale ha fatto causa alle autorità norvegesi. Il tribunale di Oslo, come riferito da Il Fatto Quotidiano, ha sentenziato che il detenuto sta subendo “trattamenti inumani e degradanti” perché è mantenuto in isolamento totale mentre ha ritenuto legittimo il controllo della sua corrispondenza.
L’attentato di ieri al centro commerciale a Monaco di Baviera ha fatto scattare l’allarme terrorismo proprio nel quinto anniversario della strage di Utoya: il 22 luglio 2011 l’estremista di destra Anders Breivik uccise 77 persone e ne ferì altre 319 tra la capitale Oslo e la vicina isola di Utoya. Gli attacchi terroristici furono appunto due, il primo contro il governo della Norvegia e il secondo contro un seminario politico estivo. Nel primo attacco fu fatta esplodere un’autobomba nel centro di Oslo, dove si trovano i palazzi del governo: l’auto era infatti parcheggiata di fronte all’ufficio del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg. Nell’esplosione morirono otto persone e 209 rimasero ferite. Dopo due ore avvenne la strage di Utoya: sull’isola era in corso un campus organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista norvegese. Anders Breivik vestito con una uniforme simile a quella della polizia e con documenti falsi arrivò sull’isola e iniziò a sparare sui partecipanti al campus, uccidendone 69 e ferendone 110.