Dopo il rinvenimento della pistola di Gabriele Defilippi, uno degli assassini di Gloria Rosboch, la Procura di Ivrea sta studiando quale potrebbe essere il peso avuto dal racconto della vittima in merito all’arma che il 22enne consegnò ad Obert dopo il suo delitto. La prima volta che la mamma di Gloria Rosboch evocò la pistola, custodita da Defilippi nel cruscotto della sua auto, come evidenzia La Sentinella del Canavese risale allo scorso gennaio. L’anziana signora Marisa Mores, raccontò al quotidiano la confidenza che le fece Gabriele alla figlia pochi giorni prima di convincerla a consegnargli i 187 mila euro oggetto della truffa. Il ragazzo le avrebbe fatto vedere l’arma nascosta nella sua vettura. Gloria Rosboch avrebbe riferito, come rivelò la madre, che Defilippi le disse di aver deciso di detenere l’arma “perché nella zona dove viveva a Gassino c’erano soggetti poco raccomandabili”.
L’ennesimo colpo di scena nel giallo di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa lo scorso 13 gennaio, è emerso ad inizio settimana. Lo scorso lunedì, in mattinata, i metaldetector hanno iniziato a suonare all’unisono indicando la presenza della pistola di Gabriele Defilippi nei boschi tra Rocca Canavese e Barbania. A condurre gli inquirenti nel luogo esatto è stato Roberto Obert, il 54enne ex amante del giovane ed anche lui in carcere con l’accusa di aver ucciso Gloria Rosboch, insieme alla madre di Gabriele, Caterina Abbattista, arrestata per concorso in omicidio. “È qui, è sotto l’albero, ne sono certo. Abbiamo trovato la pistola che Gabriele mi diede”, ha commentato Obert, come rivela La Sentinella del Canavese, subito dopo il ritrovamento dell’arma che le fu consegnata proprio dopo il delitto di Gloria, con la richiesta di nasconderla. Si tratta di una semiautomatica calibro 8, quasi certamente modificata ed in buono stato di conservazione sebbene sia rimasta per sei mesi sotto terra. La pistola apparteneva a Gabriele Defilippi che era solito custodirla sempre nel cruscotto della sua auto. A sapere dell’esistenza dell’arma era stata anche Gloria Rosboch che lo aveva confidato alla madre prima di essere uccisa. Non con un colpo di pistola, bensì strangolata in auto dal suo stesso ex alunno che mesi prima l’aveva truffata. L’arma, tuttavia, sebbene non sia quella usata nel delitto della professoressa Rosboch, sarà sottoposta a tutti i necessari controlli da parte dei Ris di Parma al fine di capire la sua provenienza e soprattutto, attraverso una serie di esami balistici, comprendere se e dove è stata usata. Il procuratore di Ivrea, a tal fine ha intravisto in questi mesi diversi filoni criminali nei quali si andrebbero ad inserire difficili vicende di droga, truffe, usura e con ogni probabilità anche reati molto più gravi. L’intento degli inquirenti è ora quello di dare risposta a tutte le domande relative alla pistola ritrovata, la stessa che Gabriele disse di aver comprato da un uomo di colore un paio di anni fa a Torino, a Porta Palazzo. Una versione, la sua, che difficilmente potrà essere verificata.