Altro orrore dalle ultime notizie che arrivano dalla Germania: un Paese ancora sotto choc per l’attentato a Monaco assiste inerme ad un ennesimo orrore ancora senza un movente conosciuto. A Reutelingen una donna è stata uccisa mentre ferite sono state altre due persone: un uomo è entrato in un negozio di kebab e a colpi di machete ha ucciso una donna che era all’ingresso. La notizia battuta pochi istanti fa dalle agenzie tedesche, mostra come l’aggressore è stato arrestato, e non sono ancora chiare le ragioni del gesto: nel giro di due settimane prima l’aggressione a colpi di accetta in un treno verso la Baviera, poi l’attentato di venerdì scorso e ora anche questo episodio. La Germania è in piena emergenza aggressioni, la situazione è davvero molto più grave del previsto nello stato teoricamente più virtuoso e ricco d’Europa. Nelle prossime ore arriveranno gli altri aggiornamenti su questo strano caso di omicidio che ha coinvolto ancora una città tedesca.



Un uomo ucciso e la moglie in fin di vita. E’ successo in una frazione in provincia di Ferrara, Fossanova San marco, un episodio al momento inspiegabile ma che suscita forti sospetti. La coppia viveva in un casolare di campagna, hanno sentito bussare alla porta e hanno aperto: fuori due uomini. Uno dei due è armato e fa fuoco sui due, ammazzando sul colpo il marito e ferendo gravemente lei, certamente con l’intenzione di uccidere anche la donna, poi la fuga. I due anziani sono in affitto nel casolare appartenente a un’altra coppia di anziani. Ma c’erano dei testimoni che hanno visto l’accaduto: ad aprire il fuoco sarebbe stato il fidanzato della nipote dei proprietari della casa, sembra infatti che negli ultimi tempi c’erano liti tra proprietari e inquilini. Proprietari che vivono al piano superiore della stessa casa.



Appello alla speranza contro il terrorismo, quello pronunciato oggi dal papa al termine dell’Angelus con il pensiero ai morti di Monaco di Baviera e a quelli di Kabul: “Penso ai drammatici eventi di Monaco in Germania e di Kabul in Afghanistan, dove hanno perso la vita numerose persone innocenti. Sono vicino ai familiari delle vittime e ai feriti. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di bene e di fraternità. Quanto più sembrano insormontabili le difficoltà e oscure le prospettive di sicurezza e di pace, tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera”. Al termine ha chiesto a tutti i presenti di recitare con lui una Ave Maria. Francesco ha poi ricordato i giovani che in queste ore stanno raggiungendo Cracovia per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù a cui prenderà parte anche lui.



Nuova strage di civili in Siria dopo quella di qualche giorno fa da parte delle forse aeree non si sa ancora se americane o del governo di Assad, Quattro ospedali di Aleppo sono stati colpiti da bombardamenti aerei come riferisce il sito francese Rfi che a sua volta cita fonti mediche locali. Un neonato è rimasto ucciso; nei giorni scorsi altri ospedali erano stati raggiunti da bombe americane in altre località siriane provocando la morte di diversi bambini. 

Letizia Leviti, 45 anni, volto noto della televisione, morta ieri dopo due anni di grave malattia. Da tempo era giornalista di Sky Tg24, e adatte l’annuncio della sua scomparsa è stato proprio l’ex direttore del telegiornale, Emilio Carelli che su twitter ha scritto: «Addio Letizia Leviti, amica meravigliosa, collega di grande talento. Resterai sempre nei nostri cuori @SkyTG24».  Sposata, con tre figli, nel 2009 si era candidata sindaco della sua città, Bagnone, in provincia di Massa Carrara in una lista civica sostenuta dal centrodestra. Si era laureata in filosofia e filologia, poi nel 1995 l’inizio della carriera collaborando al Corriere Apuano e poi a La Nazione. In seguito è stata responsabile dell’ufficio stampa della Scuola superiore di studi e di perfezionamento Sant’Anna di Pisa per poi approdare alla redazione romana di Sky Tg 24 prima come conduttrice poi inviata di guerra. Ha anche pubblicato libri di poesie. I funerali si terranno oggi alle 17 e 30 nella chiesa di San Nicolò a Bagnone.

È pesante la prima stima dell’ennesimo attentato avvenuto ieri per le strade di Kabul. Questa volta ad essere colpito è stato il popoloso quartiere di Dehmazang, quartiere che stava ospitando una manifestazione di protesta organizzata dalla minoranza di governo. La folla stava protestando contro un nuovo progetto energetico varato dal governo, quando un uomo si è fatto esplodere in aria. Sono oltre 80 i cadaveri rimasti sulla strada insanguinata: l’attentato ha provocato anche oltre duecento feriti, il cui trasporto è stato reso difficile dai container posizionati dalle autorità per prevenire l’ingresso nella piazza di eventuali mezzi imbottiti di esplosivo. L’attacco è stato rivendicato “dall’esercito del califfato”, tramite una comunicazione giunta dell’agenzia Amaq.

È stato il gesto di un adolescente bersagliato dai compagni e in cura per depressione, quello che venerdì ha insanguinato le strade di Monaco, provocando 9 morti (più l’omicida suicidatosi) e 27 feriti, di cui tre in condizioni gravissime. Le prime indagini subito svolte dalla polizia tedesca, non hanno evidenziato infatti nessun legame tra Ali Sonboly e l’esercito del califfato. Il killer che possedeva la “doppia nazionalità” tedesca e iraniana, fa parte di una famiglia di lavoratori con il padre tassista e la madre commessa in una catena di abbigliamento. Le indagini adesso mirano ad accertare come avesse fatto il giovane a recuperare le armi e soprattutto quali sono state le motivazioni che hanno spinto Ali a compiere il massacro.

Fermo di polizia fino a 30 giorni, restrizioni per la visita parenti, mancanza del difensore nelle prime fasi dell’arresto e divieto di modificare le norme antiterrorismo da parte del tribunale. Sono queste le norme apparse sul primo decreto dopo il mancato golpe turco, regole che contribuiscono ulteriormente a stringere le viti di una repressione che giorno dopo giorno continua a portare persone dietro le sbarre dei carceri del Paese della mezzaluna. Il decreto riporta poi una lista di oltre 2.000 enti che dovranno essere soppresse, tra cui 15 istituti universitari e 19 sigle sindacali. Unica nota positiva in questo clima di terrore, la rimessa in libertà di quasi 1.500 militari ritenuti “non colpevoli” dei fatti legati alla mancata destituzione di Ergodan.

Penultima tappa, prima della sfilata dei corridori su campi elisi parigini, che ha riservato l’ennesima emozione di questo Tour 2016, dominato da un Froome in stato di grazia. Sull’ultima salita importante, quella del Col de Joux Plane, si incrociano le storie dei corridori. Ieri sulle rampe dell’ultima montagna alpina, sferzate dal freddo e dalla pioggia, sono naufragati i sogni di gloria di Aru, il sardo in crisi ha perso oltre 17 minuti dalla “gialla” e di fatto è uscito dalla top ten dei corridori nella generale. Splendida invece la prova del suo compagno di squadra Vincenzo Nibali, capace di riprendere i fuggitivi e puntare alla vittoria di tappa, traguardo che è mancato per la paura di affrontare i viscidi tornanti, in previsione dell’importante partecipazione ai giochi olimpici. E’ stato invece Izaguirre della Movistar ad aggiudicarsi la corsa.