Il giallo sulla scomparsa di Roberta Ragusa si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi dettagli e particolari, in vista della data del prossimo 18 novembre, quando il giudice stabilirà se rinviare o meno a giudizio Antonio Logli, marito della donna. Tra i diversi elementi al vaglio degli inquirenti e raccolti nel corso delle indagini, ci sarebbe anche una dichiarazione da parte di Sara Calzolaio, amante di Logli ed amica di Roberta Ragusa, resa ai Carabinieri circa quattro mesi dopo la scomparsa della mamma da Gello di San Giuliano Terme. Nel rivelarle l’incidente avuto in soffitta, la Ragusa si sarebbe rivolta a Sara Calzolaio esclamando: “Tutto può ancora succedere”. La frase è stata resa nota in esclusiva dal settimanale Giallo, ma a cosa farebbe riferimento? Le ipotesi al vaglio sono svariate: la donna temeva per la sua stessa vita? O forse voleva solo inviare una frecciatina all’amante del marito? Ciò che è emerso è stato il tentativo della donna di fuorviare gli inquirenti allontanando ogni possibile sospetto dall’amante Antonio Logli. Per tale ragione rivelò che secondo lei la frase indicava la chiara volontà di Roberta Ragusa di allontanarsi.
In attesa del prossimo 18 novembre, quando il gip sarà chiamato a pronunciarsi sul rinvio a giudizio di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa ed accusato del suo omicidio e del suo occultamento di cadavere, proseguono le indagini e le novità sul giallo. Il caso in atto da oltre quattro anni e mezzo, racchiude diverse piste emerse grazie al lavoro di investigazione giornalistica portato avanti da Fabrizio Peronaci, giornalista del Corriere e titolare del gruppo Facebook “Giornalismo investigativo”. E’ qui che nelle passate ore ha sottolineato la presenza di una lunga lista di testimoni, 26 in tutto, pronti a chiarire ed a portare alla verità in Corte d’Assise in merito alla misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa. Gran parte dei testimoni, oltre al lavoro degli inquirenti, è emersa grazie al lavoro portato avanti in questi mesi da Peronaci. Tutto è iniziato con un articolo del Corriere dello scorso 18 aprile che ha riacceso i riflettori sul giallo. Da allora sono seguiti quasi giornalmente importanti aggiornamenti con riscontri e testimonianze inedite che sono emerse e che potrebbero ora giocare un ruolo importante nell’intera vicenda.
Ancora aggiornamenti sul caso di Roberta Ragusa, a partire dalle ultime rivelazioni pubblicate dal giornalista Fabrizio Peronaci su Facebook. Nel gruppo “Giornalismo Investigativo by Fabrizio Peronaci”, il professionista mette l’accento su alcuni particolari, emersi di recente grazie alle rivelazioni di alcuni testimoni. Si riparte dalla pista sul traghetto in direzione Isola d’Elba quindi, dove Antonio Logli ed il padre Valdemaro sono stati ascoltati mentre discutevano di come nascondere il corpo di Roberta Ragusa. “Non in una botola”, ha sentito il testimone, subito seguito da “in una tomba del cimitero di Orzignano”. Importante questo particolare alla luce delle ultime novità sul caso, tutte dirette verso la possibile conferma che Roberta Ragusa sia morta. Rinforza anche quella pista sul loculo presente al cimitero di Orzignano, senza lapide e con l’unica scritta “Vanni Emilia”. E’ lì che si trova il corpo di Roberta? Un’altra possibile pista ricondurrebbe invece verso il boschetto nelle vicinanze della casa di Antonio Logli, la stessa in cui la vigilessa del paese è stata testimone di “movimenti sospetti” da parte di persone vicine alla famiglia. E’ possibile che il corpo sia stato spostato dal boschetto al cimitero in un secondo momento? Questo particolare spiegherebbe anche come mai la tomba di Vanni Emilia si trovava in precedenza in un altro settore. Ad avvalorare la tesi del boschetto potrebbero essere inoltre le minacce dirette alla volontaria della Protezione civile, la stessa che aveva segnalato il rogo avvenuto fra la fine di marzo e l’inizio di aprile del 2012. A tutto questo si aggiunge anche un quarto dettaglio, molto oscuro. Si tratta dell’incontro che avvenne fra Antonio Logli ed il supertestimone Loris Gozi. Fu lui infatti a vederlo lungo la strada la notte della scomparsa di Roberta Ragusa, intento a litigare con una donna. Che cosa si sono detti in quell’occasione? Il Logli ha fatto delle pressioni perché Gozi tacesse altri particolari? Queste quattro piste coinvolgono 26 nuovi testimoni che la Procura sentirà in previsione del prossimo novembre, data in cui il gup deciderà sulla possibilità di rinviare o meno a giudizio di Antonio Logli.