Chiedono “più sicurezza nei luoghi di culto” i leader religiosi che sono stati ricevuti oggi all’Eliseo dopo l’attentato in Chiesa vicino a Rouen di ieri. L’attentato è avvenuto a Saint-Etienne-du-Rouvray in Normandia dove un prete è stato sgozzato. Oggi nel corso dell’incontro con il presidente Francois Hollande, come riferisce Il Fatto Quotidiano, è stato chiesto che i luoghi di culto siano “oggetto di una più grande attenzione, un’attenzione sostenuta” sulla sicurezza. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti cattolici, ortodossi, protestanti, dell’Islam, dell’ebraismo e del buddismo. E anche Ahmad Al-Tayyib, il grande imam di Al-Azhar, la massima istituzione dell’Islam sunnita con sede al Cairo, ha condannato “l’attacco terrorista”. “Gli autori di questo attacco barbaro – ha detto, si legge sempre sulla testata – si sono spogliati dei valori dell’umanità e dei principi tolleranti dell’Islam che predica la pace e ordina di non uccidere gli innocenti. L’Islam ordina il rispetto di tutti i luoghi di culto dei non musulmani”.



Le novità che arrivano sull’attentato in Chiesa vicino a Rouen, nella Francia del nord, mostrano come i due terroristi Isis erano entrambi schedati: non solo dunque Adel Kermiche, il primo assalitore era legato a Daesh e dunque schedato dalla polizia anti terrorismo, ma ora arriva conferma dai media francesi che anche il secondo terrorista, le cui iniziali sarebbero A.M.P. sarebbe schedato e portava di fianco al suo fascicolo la lettere S, che significa nel gergo le persone a rischio radicalizzazione. Lo ha affermato Le Point, riportando come anche questo secondo assalitore entrato nella chiesa di Rouen e uccidendo il povero parroco sgozzandolo era giovanissimo, 20 anni nato in Francia a circa 500 chilometri da Saint-Etienne-du-Rouvray. Intanto proseguono i commenti a livello politico indignati per l’orrore avvenuto in Francia, con anche il presidente palestinese Abu Mazen che ha voluto mandare un messaggio a Papa Francesco con tutto il suo dispiacere per quanto accaduto: «Siamo sconvolti dall’attacco barbaro alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray in cui abbiamo perso il parroco Jacques Hamel. A nome dello Stato di Palestina e del popolo palestinese, e a nome mio personale, condanno la vile ed odiosa azione terroristica e qualsiasi giustificazione si osi dare in nome della religione a questi atti contro l’umanità».



In una lunga intervista a Repubblica il giorno dopo dell’attentato in Chiesa a Rouen, nel nord della Francia, parla il Cardinale Jean-Louis Tauran, cardinale francese e presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso nonché uomo di fiducia di Francesco nei rapporto con l’Islam. Parla ovviamente dell’oro di quel prete 86enne sgozzato barbaramente dall’Isis e da “soldati” di 19 e 17 anni, due ragazzini praticamente, che hanno messo in pratica l’odio odioso di Daesh. «Ieri è stato fatto un passo in più dentro l’abisso. Perché attaccare un luogo di culto e un suo ministro che sta celebrando messa, che altro non è che un ministro di pace, è una vigliaccheria che fa sprofondare nel nulla». Secondo Tauran inoltre Daesh non è nient’altro che una frangia deviata di Islam, non è l’essenza della religione musulmana: «in generale coloro che commettono attentati si autodefiniscono soldati, ma mi domando: che tipo di soldati sono? Non c?è risposta. Contro di loro occorre soltanto che noi credenti, tutti i credenti, torniamo a comportarci secondo quanto le religioni davvero insegnano. E la base di ogni insegnamento non è altro che l’amore, la convivenza fra diversi, la fratellanza».



Si può essere terroristi a 19 anni? L’attentato in Chiesa nel nord della Francia vicino a Rouen ha dato l’ennesima risposta affermativa alla triste domanda che sorge dai ormai un bel po’ di tempo l’osservatore medio dei fatti europei. Il terrorismo procede verso i vari obiettivi, che sia Isis di “prima mano” o lupi solitari, poco importa anche a noi come effetto (ma è decisivo come analisi di prevenzione degli attentati) visto che siamo comunque di fronte ad una strage provocata con orrendi risultati. Il prete sgozzato, Padre Jacques Amel, è stato ucciso da due sanguinari terroristi Isis con semplici coltelli: uno di loro era Adel Kermiche, 19 anni per l’appunto e una via che conferma drammaticamente quella domanda dell’inizio. Conosciuto agli ambienti dell’antiterrorismo anche se mai condannato. Nel 2015 scappa in Siria per combattere un suo parente, Adel prende l’identità del fratello per partire anch’esso ma viene arrestato in Germania, rimesso in libertà vigilata una prima volta torna in Francia. Il procuratore di Francia Molins, “Meno di due mesi dopo, l’11 maggio 2015, si è segnalato per aver lasciato la sua dimora e a suo carico è stato emesso un mandato di cattura internazionale. Rintracciato e arrestato in Turchia il 13 maggio con la carta d’identità del cugino, è stato rinviato a giudizio il 22 maggio e il suo controllo giurisdizionale è respinto. E’ stato quindi posto in custodia cautelare ai domiciliari con il braccialetto elettronico in attesa del processo”. Poi la strage, dalla tentata Siria a Daesh passando per il carcere: un ragazzo, ma un terrorista. Sì, è possibile.

Il brutale assassino di Padre Jacques Hamel nell’attentato alla Chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray ha sconvolto l’intera popolazione francese, all’interno di un quadro mondiale che parla sempre di più di terrorismo. Importanti le parole del Monsignor Gian Carlo Perego, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, che ha sottolineato come ancora una volta il terrorismo abbia voluto colpire una persona innocente, proprio perché agli occhi dei due assassini incarnava l’occidente con la sua civiltà e la sua fede. “Dobbiamo avere il coraggio di mantenere il nostro cuore libero dall’odio”, riferisce il religioso, “ponendoci di fronte al nuovo martirio in terra europea con la mente rivolta alle parole di Gesù”. E’ stata infatti la sete di vendetta e crudeltà ad impugnare l’arma con cui è stato ucciso Padre Jacques Hamel, un’azione mirata a voler indebolire quel senso di unità e fratellanza che invece dovrebbe accomunare tutti i popoli. Anche di fronte ad una tale barbarie l’unica risposta è, ancora una volta, l’amore per il prossimo e la misericordia.

Ultimi aggiornamenti dalla BBC sull’attentato nella Chiesa del Nord della Francia. Il Procuratore Francois Molins ha identificato uno dei sospettati come il 19enne Adel Kermiche, già arrestato due volte solo l’anno scorso mentre cercava di raggiungere la Siria. Il ragazzo si trovava infatti in libertà vigilata ed indossa un dispositivo di sorveglianza che rintraccia i suoi spostamenti. E’ quindi lui uno dei due che durante la Messa di oggi ha sgozzato il prete, in un paese nelle vicinanze di Rouen. La Procura antiterrorismo, riporta La Repubblica, era contraria al fatto che Kermiche avesse ottenuto la libertà vigilata dopo appena un anno di carcere. “Diceva che lo avrebbe fatto”, riferisce un testimone, “suo fratello è con lo Stato Islamico. Scoperta filiera jihadista nella zona periferica di Rouen in seguito all’attentato. 

Dopo l’attentato orribile avvenuto oggi in Francia vicino a Rouen, un prete è stato sgozzato dai terroristi molto probabilmente legati a Daesh, mentre i fedeli all’interno della piccola chiesa in Francia sono riusciti ad aver salva la pelle. Due feriti e due suore rimaste incolume, prima dell’intervento della polizia che ha ucciso i due assalitori islamisti: una suora è riuscita a mettersi da parte prima dell’assalto e ha evitato di rimanere sgozzato come il proprio parroco, Don Jacques Amel, che purtroppo ha perso la vita da umile martire cattolico. Il racconto della consacrata alla tv francese è agghiacciante: «sono entrati e ci hanno costretto a rimanere in Chiesa mentre loro tenevano un sermone delirante in arabo sull’altare. Poi hanno fatto inginocchiare il parroco e…» il terrore nelle parole della povera donna che si è ritrovata all’interno della chiesa in Normandia dove nessuno avrebbe mai potuto pensare ad un attentato. Fino ad oggi.

Gli attentatori dell’Isis che hanno messo a segno l’orribile attentato alla Chiesa vicino a Rouen non solo erano armati di coltelli, ma avevano portato con loro dentro alla chiesetta anche dell’esplosivo e delle armi finte. Purtroppo i coltelli erano veri visto che il prete parroco della Chiesa di Saint-Etienne-Du-Rouvray è stato sgozzato e altri tre fedeli sono rimasti feriti. Lo ha reso noto Le Figaro, mentre intanto proseguono le indagini sulla persona fermata, un minorenne presunto complice dei due terroristi Daesh uccisi dalle teste di cuoio francesi e soprattutto sulla presunta libertà vigilata di uno dei due assalitori francesi. Da quanto riportato dal collega inviato della Rai, Angelo Frigorilli, il braccialetto elettronico detenuto dall’uomo in libertà vigilata non ha fatto scattare l’allarme perché funziona solo fuori la zona delimitata dai domicili e quindi evidentemente il terrorista Isis viveva nel quartiere. Anche a livello politico è in corso un vertice per fare il punto della situazione: il presidente Hollande, assieme a Manuel Valls, il premier, e al ministro degli interni Cazeneuve in modo da pianificare le misure anti-terrorismo.

Dopo la morte dei due terroristi responsabili nell’attentato in Francia all’interno di una Chiesa vicino a Rouen, ora arriva anche l’arresto in una persona che secondo le forze dell’ordine poteva essere un complice che conosceva molto bene i due assalitori. Gli assassini del prete hanno sgozzato come nell’inquietante modus operandi dei tagliole dell’Isis e la rivendicazione dello stesso Daesh è arrivata poche ore dopo l’attentato: non erano però stranieri di due assalitori, bensì erano francesi e nati a Rouen, mentre uno dei due era anche agli arresti domiciliari nella cittadina della Normandia.A rivelarlo è il sito di Bmftv mentre negli ultimi minuti rimbalzano notizie dalla francia che parlano di un ragazzo minorenne fermato, sarebbe lui l’arrestato e presunto complice della coppia di assalitori jihadisti. Intervistata dai media francesi, arriva la condanna e critica feroce di Marine Le Pen, leader del Front National di destra: «vi è immensa responsabilità di coloro che sono al governo in Francia negli ultimi tre decenni, colpevoli di inazione e che hanno portato all’ennesimo attentato orribile».

Dopo l’attentato in Chiesa nel paesino vicino a Rouen, la Francia è in totale preda di ansia da terrorismo: l’Isis e la sua lunga mano è arrivata anche in alta Normandia, in un piccolo paese mentre un prete stava celebrando la messa. Questa volta ci saranno ben poche possibilità di giustificazioni sociologiche del tipo “disturbi psichici”, qui c’è una guerra in atto e la Jihad sta producendo terrore praticamente ogni giorno. Oggi una chiesa, domani dove? Il mondo si interroga di nuovo sull’allarme attentati anche se questa volta ben poco si poteva fare forse per evitare un attacco cos’ in una chiesa sperduta vicino a Rouen. Certo, uno dei due assalitori era un veterano Isis già incarcerato e liberato pochi mesi fa come spieghiamo qui sotto, ma questo non basta per poter far scattare una previsione con un certo anticipo. Interviene tramite il direttore della sala Vaticana Federico Lombardi, anche Papa Francesco sconvolto per l’attacco subito da una Chiesa con un prete sgozzato: «condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite. Siamo particolarmente colpiti perché questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli. Siamo vicini alla Chiesa in Francia, alla Arcidiocesi di Rouen, alla comunità colpita, al popolo francese». Secondo Papa Bergoglio che già altre volte aveva richiamato ala lotta efficace contro una “terza guerra mondiale a pezzi”: «il Signore ispiri a tutti pensieri di riconciliazione e fraternità in questa nuova prova».

Anche il Presidente della Repubblica Francois Hollande ha condannato “l’ignobile” attentato alla chiesa di St.Etienne du Rouvray, aggiungendo che i due uomini autori dell’attentato hanno agito “in nome dell’Isis” e che “Daesh ci ha dichiarato guerra. Tutti i francesi sono stati colpiti da questa tragedia. Dobbiamo stare uniti, nessuno ci può toccare”. Nel frattempo fonti giudiziarie citate da I-Télé sostengono che uno dei due assalitori aveva già scontato un anno di prigione perché nel 2015 tentò di arruolarsi nella jihad in Siria ma venne bloccato alla frontiera con la Turchia. Dopo aver trascorso un anno dietro le sbarre però, l’uomo non deve avere abbandonato i suoi propositi sebbene fosse sottoposto al regime di libertà vigilata con il braccialetto elettronico e potesse uscire di casa soltanto la mattina dalle 8:30 alle 12:30.

Emergono novità sull’Attentato in Chiesa vicino a Rouen che ha sconvolto la Francia e il mondo intero: questa mattina i due terroristi islamisti hanno ucciso sgozzando un prete cattolico e ferito gravemente altri tre fedeli prima di essere freddati dalla polizia fuori dalla piccola chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray. È inquietante quello che si scopre in queste ore riguardo ai due attentatori: come riporta la tv di BmfTv uno dei due sequestratori sarebbe stato riconosciuto come un ex galeotto che era sotto sorveglianza e con braccialetto elettronico. Era uscito di prigione il 22 marzo, riporta le Figaro, con le polemiche che ovviamente ora scoppiano a livello prima di tutto politico. I due soldati dell’Isis, come ha rivendicato l’agenzia di Amaq, hanno colpito da professionisti del terrore, riportano i primi testimoni della strage. Ci sarà ora da verificare se effettivamente uno dei due terroristi fosse davvero ai domiciliari come viene riportato dai media francesi e se questo attentato poteva almeno essere evitato o previsto.

Attentato in chiesa dalla Francia: la notizia ha fatto il giro del mondo nel giorno in cui tra l’altro inizia in Polonia a Cracovia la Giornata Mondiale della Gioventù con tanti fedeli cattolici che incontreranno Papa Francesco per festeggiare il Giubileo della Misericordia. Ecco, la misericordia in questo momento è tema assai delicato e difficile dopo che due terroristi islamisti, molto probabilmente dell’Isis – secondo Le Point ci sarebbe anche la rivendicazione dello Stato Islamico avvenuto come al solito tramite agenzia di stampa via twitter – hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray vicino a Rouen sgozzando e uccidente il prete, Jacques Amel, e ferendo gravemente gli altri tre fedeli presenti, due suore e un parrocchiano. Rispetto a quanto indicato prima, non pare morto il parrocchiano ma comunque ferito gravemente tra la vita e la morte. Intanto l’arcivescovo di Rouen, Dominique Lebrun, è tornato da Cracovia dove è in corso la GMG e ha voluto donare un messaggio alla sua comunità, come riporta Rai News: «Io piango verso Dio con tutti gli uomini di buon a volontà e invito tutti i non credenti a unirsi al mio pianto (per le vittime). La Chiesa cattolica non ha altre armi da prendere se non la preghiera e la fraternità tra gli uomini».

Ancora nuovi dettagli sull’attentato alla Chiesa di St.Etienne du Rouvray, a pochi km da Rouen, in Francia, dove due uomini di fede presumibilmente islamica hanno sgozzato due persone, tra cui un prete, prendendo in ostaggio un totale di 5 persone prima di essere uccisi. Sul posto, come anticipato poco fa, sono arrivati il presidente della Repubblica Francoise Hollande e il Ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve. Secondo SkyTg24 gli assalitori avrebbero urlato l’ormai tristemente noto urlo di battaglia degli attentatori legati all’Isis:”Allah akbar”. Le teste di cuoio sarebbero riusciti ad abbattere i due uomini senza fare irruzione all’interno della chiesa, dal momento che gli assalitori sarebbero addirittura usciti dalla cappella. Nel frattempo il vescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun, presente a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù, come riportato dall’Ansa ha tenuto un vertice di crisi insieme agli altri vescovi francesi presenti in Polonia per analizzare quello che sembra essere un attacco alla chiesa cattolica a tutti gli effetti. Sempre il canale all news di Sky riporta un’indiscrezione proveniente dai media francesi secondo cui uno dei due attentatori era schedato con la lettera “S”, quella attribuita ai soggetti islamisti radicalizzati considerati in procinto di passare all’azione.

Il piccolo paesino di Saint-Etienne-du-Rouvray ha assistito ad un attentato in Chiesa, l’ennesimo in Francia e questa volta la mano della svaria islamista purtroppo sembra molto reale: dopo l’attacco con ostaggi in una piccola chiesa della Normandia, la matrice islamica resta la possibilità principale dati alcuni elementi purtroppo ormai marchio di fabbrica. Sono morti due ostaggi, sgozzati senza pietà dai terroristi armati di coltello: un prete cattolico e un parrocchiano, che pochi istanti fa non è riuscito a salvarsi dopo il trasbordo in ospedale in seguito all’assalto avvenuto con successo dei poliziotti francesi. Sgozzati al grido di “Daesh”, ovvero Stato Islamico: l’Isis dietro all’attentato, ancora una volta? Sembra molto probabile come conferma anche il portavoce del ministro dell’Interno Cazenueve. «Il bilancio delle vittime è di un parroco e un secondo parrocchiano, oltre ai due assalitori che sono stati neutralizzati». Con copricapo islamico e al grido di Isis, purtroppo la matrice sembra assai “famigliare”…

La Francia ripiomba nell’incubo terrorismo dopo l’attentato alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray nel quale almeno 5 persone sono state fatte ostaggio di due uomini armati che hanno sgozzato il prete della cappella. L’assalto alla chiesa del paesino dell’alta Normandia è durato circa un’ora prima dell’intervento delle teste di cuoio e delle forze dell’ordine allertate da una suora riuscita a sfuggire alla cattura. Il paesino coinvolto dall’attentato è molto vicino a Rouen, paese natale del Presidente Francois Hollande, che si sta recando sul posto insieme al Ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, il quale ha dichiarato che nell’azione condotta dagli attentatori una persona sarebbe rimasta uccisa (il prete, ndr) e un’altra sarebbe “gravemente ferita”. Nel frattempo Le Figaro avvalora la pista di un nuovo attentato di matrice islamica in Francia firmato Isis sostenendo che gli assalitori “portavano la barba e un copricapo tradizionale islamico”.

L’attentato terribile nella chiesa in Francia è già finito ma il terrore si è sparso in tutto il Paese: sono stati uccisi i due assalitori che questa mattina hanno preso in ostaggio in un paesino vicino a Rouen, Saint-Etienne-du-Rouvray, ma le vittime purtroppo ci sono e non sono solo i terroristi. Dalle prime notizie che arrivano dopo l’assalto andato a segno delle forze dell’ordine, raccontano come un ostaggio, ovvero il prete parroco della piccola chiesa, è stato sgozzato e ucciso barbaramente con i coltelli con cui erano armati gli assalitori. Al momento non ci sono conferme su eventuali altri ostaggi uccisi, ma di certo il conto ufficiale è di tre vittime momentanee, i due killer e il parroco. Tutto è cominciato alla fine della messa delle 9 di mattina, con i terroristi che sono entrati in azione e hanno preso in ostaggio i fedeli presenti alla S. Messa. Dopo alcune ore, sono arrivate le forze dell’ordine e l’assalto è durato relativamente poco: uccisi gli assalitori ma purtroppo l’orrore della morte del consacrato. Ancora non si sa se si tratti di terrorismo di tipo islamista, stile isis, o se sono due squilibrati che hanno provato l’ebrezza del terrore: gli attentatori sembra da ultime notizie che fossero vestiti da islamici con barba folta e copricapo arabo.

Scatta l’allarme terrorismo e attentato di nuovo in Francia: come riportano le televisioni francese  e la Bbc, due uomini pochi istanti fa sono entrati una chiesa vicino a Rouen, precisamente a Saint-Etienne-du-Rouvray, prendendo in ostaggio i fedeli presenti nella chiesetta. Dalle prime informazioni si tratterebbero del parroco e di due suore con forse anche altri fedeli che stavano pregando nella chiesa cattolica vicino a Rouen: scatta l’allarme terrorismo con le teste di cuoio che stanno arrivando davanti alla piccola chiesa, con il clamore che sta già facendo il giro del mondo. Ci troviamo nel nord della Normandia, non abituata alle news di violenza e alle stragi che sono avvenute negli ultimi anni a Parigi, Nizza e altre aree più a sud. Ora però due uomini almeno sono entrati armati di coltello e stanno tenendo sotto scacco l’intero quartiere con le forze dell’ordine che stanno cercando di intavolare trattative con le due persone che hanno in ostaggio gli uomini. L’operazione della polizia sarebbe terminata, ma ancora non siamo certi dei risultati: gli uomini sarebbero neutralizzati ma nei prossimi minuti potremmo dare maggiori aggiornamenti.

Una strage ancora più strana delle prevedenti: un attentato non islamista ma che si inserisce in un periodo davvero drammatico per le azioni criminali e spesso anche solitarie in giro per il mondo. Ora il Giappone con la strage di disabili, 19 accoltellati in una struttura e poi l’arresto del killer, subito interrogato. Un attentato orribile che per di più avviene in un Paese non abituato a stragi di questo tipo, con una legge molto severa sull’utilizzo delle armi e una buona strategia di lotta al terrorismo. Eppure non basta, visto che un uomo è riuscito ad entrare in quella struttura e uccidere quasi 20 persone nel sonno. I dettagli che arrivano dai primi racconti però sono inquietanti e fondano le radici in qualche mese fa: come riporta la tv Ntv, l’uomo arrestato avrebbe presentato una lettera al Parlamento giapponese nel mese di febbraio per invocare l’eutanasia di stato per i disabili. Ecco un frammento citato dalla Reuter: «Il mio obiettivo è un mondo in cui, nei casi in cui è difficile per i disabili gravi vivere a casa ed essere socialmente attivi, possono essere sacrificati con il consenso dei loro tutor». Il dramma dell’eutanasia per un soggetto che bisogna ora capire se disturbato a livello psichico o se invasato da un’ideologia della morte che purtroppo compie sempre molte più vittime di quanto di riesce a contrastare.

L’attentato al centro per disabili a Sagamihara, in Giappone, cittadina distante circa 40 km dalla capitale Tokyo, ha gettato nel panico tutta la popolazione del Sol Levante. Inevitabile, nei frangenti immediatamente successivi alla diffusione della notizia, pensare ad un attentato firmato dall’Isis. Il Califfato però questa volta non c’entra: ad uccidere 19 persone e a ferirne altre 26 è stato un giovane giapponese di nome Satoshi Uematsu, il quale, dopo aver compiuto la strage nel centro nel quale aveva lavorato, ha guidato fino alla centrale di polizia e, come riportato da Il Post, ha dichiarato:”È meglio che le persone disabili spariscano”. La dinamica della strage, secondo NTV, ha visto Uematsu fare irruzione nella struttura entrando da una finestra rotta con un martello. Subito dopo avrebbe avuto inizio la carneficina, con il centro disabili, che ospita 149 persone tra i 19 e i 75 anni, preda della follia omicida del suo ex dipendente.

Arrestato il responsabile della strage al Tsukui Yamayuri Garden, il centro di assistenza per disabili nella provincia di Tokyo. Il 26enne ha confessato la propria responsabilità nell’attentato ed è stato identificato come Satoshi Uematsu, un ex dipendente dell’istituto. “Voglio liberare il mondo dai disabili”, avrebbe detto alla Polizia durante l’interrogatorio, in pieno stato delirante, riferisce La Repubblica. Il centro si trova nella zona ovest della città, all’interno della Prefettura di Kanegawa. Per ora sono state confermate dai media locali che sono almeno 15 le vittime rimaste uccise durante l’assalto con arma bianca, anche se fonti vicine alla Polizia, riporta L’Espresso, parla già di 19 caduti. L’uomo, capelli biondi e vestito di nero, ha fatto irruzione nella struttura verso le 2:30 di questa notte (19:30 secondo ora italiana), travolgendo nella strage anche 45 vittime che sono rimaste ferite. A quanto riportano i maggiori media locali, l’uomo avrebbe cercato inizialmente di fuggire, ma si è arreso di fronte all’inseguimento serrato delle forze dell’ordine. L’allarme era stato lanciato da un dipendente del centro, subito dopo aver visto che l’attentatore aveva cercato di mettersi in salvo.

Se ci fermiamo un attimo, l’attentato dell’Isis è ormai diventato il vero spauracchio delle nostre vite. Condiziona, ci fa vivere lo stesso ma l’ansia e la paura si scorge nei momenti di vita quotidiana, dalla metropolitana – ieri a Milano e Londra, oggi dove sarà? – fino al mercato della frutta, come capitato a Ventimiglia. Il terrorismo nient’altro è che questo, fatti e presunti tali che generano a catena allerte spesso fasulle ma frutto sempre della grande paura di perdere la propria vita e quella dei propri cari. L’attentato Isis, gli attacchi Islamisti ma anche i i lupi solitari che agiscono ispirati dalla sharia o semplicemente dal grado di disperazione per una vita appartenente senza speranza. Nell’ultima settimana allargata abbiamo assistito di tutto, con prima tappa il 14 luglio e l’attentato a Nizza: vittime, il mostro Isis che ritorna in un uomo che solitario ha deciso di muovere attentato con un camion sulla promenade des Anglais. Il giorno dopo arriva lo stranissimo e sanguinario golpe in Turchia, fallito e con la conseguente epurazione in stile sovietica del “sultano” Erdogan, rimasto ancora al suo posto. Si prosegue con due sparatorie negli Stati Uniti che rigettano l’America nell’incubo terrorismo “casalingo” e poi arriva la triste esclamino in Germania. Prima l’ascia sul treno di un 17enne che ferisce 10 persone, poi l’attentato a Monaco di Baviera con un ragazzo che sembra lontano dall’Isis ma vicino alla pazzia ma che comunque uccide 11 persone. Si chiude il cerchio con le ultime 48 ore dove un 27enne, lui sì legato allo Stato Islamico, che si fa esplodere ad Ansbach davanti ad un concerto provocando per fortuna solo feriti. Pazzie e poi tanti altri allarmi o finti tali di bombe sparse per il mondo. Il terrorismo è tornato e più forte di prima e non solo per le bombe ma per quel senso di panico e timore nel vivere la propria semplice ma decisiva vita.