Orrore per quel delitto di via Crivelli ad Ancora che vide una coppia di fidanzati di fatto assassini, come ha stabilito ieri il Gup di Ancona che ha deciso così: Antonio Tagliata, 19 anni, deve ancora ricevere la sua condanna, mentre la fidanzatina minorenne ha preso 18 anni per concorso in omicidio dei suoi genitori, Fabio Giacconi e Roberta Pierini. “La ragazza aveva un pieno dolo intenzionale collegata direttamente con l’uccisione dei genitori, in concorso con Antonio Tagliata, reo confesso di aver sparato 9 volte contro i Giacconi”. Un orrore che ha visto ora una condanna importante per la ragazza, scoppiata in lacrime all’interno dell’aula di Tribunale. Il Gup ha accolto la richiesta del Pm Giovanna Lebboroni, come riporta l’Ansa: «la giovane vide la pistola e ha messo in conto che lui avrebbe potuto minacciare i genitori, ma invece che fermarlo incitò “spara, spara” con apparente indifferenza». Antonio quindi per ora viene considerato credibile quando racconta di essere stato influenzato dalla fidanzatina, ma il caso resta sempre davvero molto complesso con sicuro il ricorso in appello della ragazzina, ora condannata a 18 anni di carcere.
Condannata a 18 anni di carcere la figlia diciassettenne di Fabio Giacconi e Roberta Pierini, entrambi uccisi nella loro casa di Ancona dal fidanzato Antonio Tagliata. Secondo il gup Francesca Giaquinto, riporta La Repubblica, non c’erano dubbi: la ragazza è complice di Tagliata lo ha istigato ad uccidere i suoi genitori. Non chiare all’inizio le dinamiche del delitto, poi accertate in seguito con le indagini. Antonio Tagliata ha infatti impugnato l’arma, una calibro 9, durante una lite, scoppiata perché la coppia non era d’accordo con la relazione che portavano avanti da diverso tempo. Tre i colpi che hanno raggiunto Roberta Pierini, di cui uno alla tempia, mortale. Quattro invece diretti verso Fabio Giacconi, ridotto in coma e morto in seguito durante il ricovero in ospedale. Secondo l’accusa incarnata dal pm Giovanna Lebbroni la figlia era consapevole che il fidanzato aveva portato l’arma con sé in quel momento e non si sarebbe opposta al duplice omicidio, forse per poi fuggire con Antonio Tagliata. Diversa invece la posizione dei difensori e dei familiari della minorenne, secondo cui la ragazza avrebbe seguito il fidanzato perché terrorizzata. Secondo la ricostruzione, Roberta Pierini ha chiamato la figlia attorno alle 13 dello scorso 7 novembre, preoccupata come mai non avesse ancora fatto rientro da scuola. La ragazza in quel momento si trovava già nella palazzina di Via Crivelli ed è entrata poco dopo la telefonata. I testimoni riportano che la lite è scoppiata subito dopo, finita poi in tragedia.