San Celestino I è stato il 43° Papa della storia della Chiesa cattolica. Non si hanno molte informazioni sulla sua vita prima di prendere i voti: si ritiene che sia nato intorno al 380, da un romano di nome Prisco, e che sia stato un seguace di Sant’Ambrogio a Milano. È certo che nel 416 fu un diacono di grande prestigio e che fu in ottimi rapporti di amicizia con Sant’Agostino. Il 10 settembre o il 3 novembre 422 fu eletto Papa per succedere a Bonifacio I: il suo pontificato durò 9 anni e 10 mesi in quanto morì il 27 luglio 432 a Roma. La sua elezione avvenne praticamente senza opposizioni nonostante il fatto che nella città si vivessero tempi difficili. Il pontificato di san Celestino I si distinse per tre punti fondamentali: innanzitutto furono difese la dignità dell’ufficio papale e i diritti della Chiesa contro i seguaci di Pelagio e dei Manichei. Questi sostenevano la contrapposizione del mondo tra bene e male, mentre Pelagio rivendicava l’uguaglianza tra tutti gli uomini e l’inesistenza del peccato originario. Papa Celestino I convinse la reggente imperiale Galla Placidia a bandirli da Roma. Al tempo stesso furono sostenuti i canoni tradizionali: per questo il Papa dedicò i suoi ultimi anni a combattere l’eresia di Nestorio, vescovo di Costantinopoli che non riteneva Maria la Madre di Dio. Al sinodo di Efeso del 430 la dottrina nestorianesima fu condannata. Infine san Celestino I inviò san Patrizio in Irlanda pochi giorni prima della morte e ciò ebbe un effetto dalle enormi conseguenze con la conversione degli abitanti dell’isola. La data della morte di san Celestino I è fissata dalla tradizione e il corpo fu sepolto nelle Catacombe di Priscilla. Papa Pasquale I ordinò nell’830 di traslare le sue spoglie nella Chiesa di Santa Prassede, dal santo fatta ampliare e decorare con splendidi mosaici.



A causa della condanna di Nestorio, san Celestino I è venerato come santo anche dalla Chiesa ortodossa: la sua festa cade l’8 aprile. Nel culto cattolico viene festeggiato il 27 luglio. Il culto del santo è diffuso in maniera particolare nell’area padana: questo fatto è legato sia alla presenza di alcune reliquie (a San Petronio a Bologna e a San Paolo fuori le mura) che alla venerazione di cui fu oggetto da parte dei marchesi di Canossa. Tra le feste che si tengono in onore di san Celestino I vi sono quelle di Bovino e Campagnano di Roma, la prima in provincia di Foggia e la seconda in provincia di Roma. Nell’ultima località la festa viene celebrata il 30 luglio: prima della Messa solenne serale si svolgono giochi tradizionali, tornei di sport a squadre e uno spettacolo musicale. Il culto ha il centro principale nella città di Mantova, allora capitale del marchesato: è il capoluogo della provincia omonima lombarda ed è famosa per essere una dei maggiori centri rinascimentali in Italia e in Europa. Capitale della cultura 2016, è stata dichiarata Patrimonio UNESCO dell’Umanità. Secondo la leggenda le reliquie di san Celestino I furono trafugate da Roma dall’imperatore Ottone I o da un vescovo tedesco, ma durante il viaggio furono sottratte e trasportate nella cattedrale mantovana. A seguito dell’incendio del 1545 furono disperse nel contado. Al santo sono dedicate le chiese di Campitello (dove si trovano alcune reliquie), di Pietole di Virgilio, di Cadelbosco in provincia di Reggio e di Castelnuovo Rangone nel modenese. Viene raffigurato nelle vesti di Papa, attorniato da un drago, una colomba e una fiamma.



Il 27 luglio si festeggiano altri santi della Chiesa Cattolica: tra questi vi sono i cosiddetti apostoli della Bulgaria (San Clemente di Ocrida, Sava di Serbia, Gorazd, Angelario e Naum di Ocrida) e i vescovi Sant’Arnaldo di Lione, San Desiderato di Besançon, San Galattorio di Lescar e San Fronimio di Metz. In più si celebrano anche i martiri Santi Sergio, Mauro e Pantaleone e il martire e sacerdote salesiano Beato Andrea Jimenez Galera.

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