La morte violenta di padre Jacques, l’anziano sacerdote della Normandia ucciso martedì è certo tinta del rosso del sangue, ma nella mente prevale il bianco della stola con cui lo ritrae la foto pubblicata dai media. In essa si vedono i segni di una lunga missione sacerdotale, compiuta nella fedeltà di oltre cinquant’anni di servizio nella sua diocesi di Rouen e nella parrocchia cui dedicava gli ultimi anni della sua vita. Il dolore e l’orrore per la sua morte non vincono sull’ammirazione per un volto segnato dagli anni, per un fisico non piegato dall’età, per le mani che tante volte hanno consacrato pane e vino e benedetto la gente. Nel suo volto si riflettono visi sconosciuti di tanti sacerdoti che nel mondo ogni anno offrono la vita a Dio, rapiti e uccisi a causa della fede.



Di commenti ce ne sono già tanti e i termini per esprimerli sono quasi sempre gli stessi. Nessuna lingua possiede un numero di parole illimitato. Ma il cuore credente che non deve per forza dichiarare qualcosa possiede l’ardore silenzioso di una invocazione di pace, le lacrime nascoste per le vittime e per gli assassini, la forza tranquilla che chiede, in momenti come questi: “Che cosa vuoi, Signore, oggi, da me?”.



Perché è evidente che se niente succede a caso e ogni cosa è retta da una mano invisibile potente e buona, un’estate così tinta di rosso in Francia, in Europa e ben oltre non può e non deve, nei limiti delle nostre risorse, essere inghiottita dal rincorrersi dei giorni, delle analisi, del cordoglio, dei progetti. Cose necessarie e, tutti speriamo, cose da rendere meno retoriche e più efficienti.

La franchezza, che spesso risulta velata nelle dichiarazioni ufficiali, deve affermarsi nella volontà di chi appartiene alla Chiesa. E il coraggio di dare la vita per Gesù Cristo. Nella sua prigionia san Paolo scrive a Timoteo: “Io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata”. Una schiera di martiri accompagna la Chiesa dai primi tempi a oggi. E la nostra vita non è prigioniera, se non del benessere di cui in molti godiamo.



Perché l’immagine di padre Jacques non sbiadisca troppo presto e il suo sacrificio sia pungolo all’inerzia, alla tiepidezza e all’ambiguità della fede in cui anche sinceramente ci riconosciamo, forse occorre guardare a lungo questo segno di martirio che il Signore ha voluto si imprimesse nella terra di Francia, la figlia primogenita della Chiesa.