Il nome di Sant’Ignazio di Loyola è indissolubilmente legato all’ordine che lui volle e fondò, che prese il nome di Compagnia di Gesù o dei Gesuiti, che tanta parte ebbe nelle vicende relative alla Controriforma e che esiste ancora oggi. La vita di sant’Ignazio, che lui stesso ci ha tramandato dettandola in un’accurata biografia, racconta di come una profonda conversione del cuore possa davvero operare miracoli, e cambiando il corso dell’esistenza di un singolo mutare anche le sorti della collettività. Sant’Ignazio nacque con il nome di Inigo a Loyola, cittadina spagnola, intorno al 1491, ultimo di ben tredici fratelli. Perse sua madre che era molto giovane, e fin dalla più tenera età dimostrò una netta propensione per la vita cavalleresca. Inigo fu coinvolto in un processo, per cause non più note ma legate sicuramente al suo essere un giovane scapestrato, che amava la vita mondana e praticava l’arte della guerra. Fu coinvolto infatti nell’assedio della città di Pamplona, che in un modo misterioso cambiò le sorti della sua esistenza. Infatti, nel corso di quella brutale battaglia, ricevette una palla di cannone sulla gamba. Questo lo costrinse ad una lunga convalescenza, oltre a lasciarlo claudicante per sempre, convalescenza che fu costretto a trascorrere nella sua casa natale di Loyola. Per passare il tempo voleva leggere: aveva sempre amato la letteratura cavalleresca. Ma in quella casa non c’erano che due libri: la Vita Christi, la vita di Cristo, scritta dal frate certosino Landolfo di Sassonia, e il Flos sanctourm di Jacopo da Varazze che raccontava la vita dei santi più eminenti della storia della Chiesa.
Era il 1521, e il cuore del giovane Inigo iniziò a mutare profondamente. Ciò che leggeva lo muoveva fin nel profondo, al punto che arrivò a capire che non vi era milizia umana nella quale egli avrebbe più potuto militare. L’unico Signore che d’ora in poi avrebbe servito sarebbe stato Cristo. Infervorato dal fuoco sacro della fede, non appena fu ristabilito decise di compiere un viaggio in Terra Santa, dove compì un pellegrinaggio in tutti i luoghi in cui era vissuto Nostro Signore. Poi tornò in Europa e si immerse nello studio, consapevole delle sue molte lacune. Soggiornò a Parigi, iniziando a mettere a punto quello che sarebbe stato il fulcro del nuovo ordine religioso che avrebbe creato, ovvero gli Esercizi Spirituali. Nel 1534 aveva raccolto un piccolo gruppo di giovani con il suo stesso sentire, e decise di recarsi a Roma, dal papa Paolo III, per chiedere l’approvazione alla confraternita che si era creata e ad un nuovo viaggio a Gerusalemme. Quel periodo non era buono per viaggiare, viste le lotte che infuriavano tra veneziani e Turchi; così il papa saggiamente suggerì a sant’Ignazio (questo era il nuovo nome che Inigo si era scelto) di eleggere l’Italia come terra di evangelizzazione. Sant’Ignazio e i suoi compagni iniziarono così a girare la penisola in lungo e in largo portando la parola di Gesù. Essi vennero prima chiamati Preti Pellegrini, o Riformati, e infine divennero noti con il nome di Gesuiti. L’istituzione ufficiale si ebbe però solo nel 1540 con la bolla “Regimini militantis Ecclesiae”.
Da quel momento in poi sant’Ignazio passò la maggior parte del suo tempo a Roma, per stendere le Costituzioni del Nuovo Ordine, per pregare e digiunare e mettere in pratica quanto scritto nei suoi Esercizi Spirituali. La sua salute era molto precaria e lo faceva soffrire spesso; nel 1556, il 31 luglio, giorno in cui se ne celebra la memoria, sant’Ignazio morì. Fu proclamato santo nel 1622. Le sue spoglie mortali sono custodite in un’urna di bronzo dorato, nella Cappella di Sant’Ignazio della Chiesa del Gesù in Roma. Sant’Ignazio di Loyola è considerato patrono dei militari.
Il giorno 31 luglio si celebra la sua memoria, insieme a quella di San Calimero di Milano, Beata Caterina di Lovanio, Beato Francesco da Milano e Sant’Elena di Skovde.