La letteratura, ma più in generale la cultura, italiana piangono la scomparsa di Valentino Zeichen, il poeta originario di Fiume morto all’età di 78 anni a Roma. La versione online de Il Corriere della Sera nel ricordarlo lo definisce “l’ultimo degli irregolari italiani”, sottolineandone la capacità di mescolare “versi dall’ironia disincatata” a “lievi paradossi verbali”. Nato nel 1938, le condizioni di salute di Zeichen si erano fatte precarie dopo che il 17 aprile scorso, a due giorni dall’esclusione del suo romanzo “La Sumera” dai 12 finalisti del Premio Strega, era stato colpito da ictus. Di Zeichen, che in più di un’occasione ribadiva il suo amore della libertà su tutti gli altri valori, ricordiamo l’esordio nel 1974, con la raccolta “Area di rigore” e negli anni seguenti fra le altre opere “Ricreazione”, “Pagine di gloria” e “Museo interiore”. Come ricordato dal Corriere.it, dal mese di maggio, in seguito all’ictus che lo aveva raggiunto, Zeichen aveva ottenuto, su iniziativa di alcuni amici tra cui Luigi Manconi e Giuseppe Conte, il vitalizio della legge Bacchelli.



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