Di Roberta Ragusa, la donna e mamma di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, misteriosamente scomparsa nel gennaio di quattro anni fa, da un po’ di tempo a questa parte si è tornati a parlare con un sempre maggior interesse. La sensazione, condivisa anche dal collega Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera, è che ormai manchi poco alla risoluzione di un giallo che continua a tenere l’Italia con il fiato sospeso. In attesa delle novità che potrebbero emergere questa sera nel corso della nuova puntata di Chi l’ha visto, è proprio Peronaci a fornirci nuovi interessanti spunti di riflessione. Si parte dalle importanti testimonianze di Luigi Murò che con coraggio ha finora fornito numerosi elementi in vista di un eventuale processo sull’omicidio di Roberta Ragusa. Sebbene sia stato considerato un “millantatore”, Murò ha di recente integrato la sua deposizione di tre fatti che vi abbiamo accennato poco sotto. Una nuova indiscrezione che trapela invece dal giornalista Peronaci, sempre tramite il suo profilo Facebook, riguarderebbe presunti nuovi accertamenti in corso nei giorni scorsi. L’indiscrezione proverrebbe direttamente da Pisa. Scrive in merito Fabrizio Peronaci: “Negli ultimi giorni sarebbero stati svolti accertamenti investigativi di un certo peso, che confermerebbero la decisiva stretta sulle indagini”. Se così fosse, la soluzione sarebbe ormai ad un passo.

Da oltre quattro anni non si hanno più notizie di Roberta Ragusa. Un giallo, quello relativo alla sua scomparsa, che negli ultimi mesi ha ritrovato nuova linfa grazie ai contributi del giornalista del Corriere, Fabrizio Peronaci. Tanti i risvolti che ne sono emersi, in ultimo, la testimonianza di Luigi Murò, collaboratore informale dell’Arma dei Carabinieri e custode di importanti elementi in vista di un eventuale processo sull’omicidio di Roberta Ragusa. E’ lo stesso Peronaci, nelle ultime ore, a scrivere tramite il suo Facebook quali sono gli elementi di notevole interesse e che potrebbero presto portare ad una svolta nel caso. Dopo aver reso nota la pista del boschetto, Luigi Murò ha integrato la sua deposizione con tre interessanti novità. Qualcuno avrebbe tentato di convincere il testimone a nascondere quanto di sua conoscenza in merito al caso Ragusa, ma Murò si sarebbe rifiutato. Lo stesso avrebbe avuto un “tentativo di trattativa con l’entourage del marito della vittima, con l’intento di risolvere il conturbante caso giudiziario”, su “mandato informale di non meglio precisate autorità inquirenti”. Non solo: il testimone si sarebbe infiltrato in “pertinenze immobiliari della famiglia Logli, con l’acquisizione di elementi di prova”. Tutti questi elementi potrebbero portare realmente alla chiusura del cerchio?

Si parla ancora della scomparsa di Roberta Ragusa, la donna di Gello di San Giuliano Terme in provincia di Pisa di cui non si hanno più notizie da metà gennaio 2012. Secondo quanto riferito su Facebook dal giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, ci sarebbe delle “carte risolutive” che proverebbero le “ricerche mancate” nel boschetto vicino alla stazione di San Giuliano Terme: alcuni testimoni hanno infatti raccontato di uno “strano incendio” in quel luogo nel periodo successivo alla scomparsa di Roberta Ragusa. Peronaci scrive questo post sul proprio profilo sul social network: “Con la pubblicazione del documento di 4 pagine (consultabile nel gruppo “giornalismo investigativo – by Fabrizio Peronaci) indirizzato alla Procura di Pisa non immaginavo di essere andato tanto lontano. Dovete scusarmi: come sapete, non ho seguito la fase iniziale delle indagini. Invece, da quanto emerge in filigrana dall’esposto, comprensibile a tutti, e quindi ormai notizia criminis a tutti gli effetti, nuove prove sono emerse in modo palese, indiscutibile. Basta leggere con attenzione le quattro pagine: i nomi oscurati non fanno velo agli indizi evidenti. Nel caso il nuovo procuratore di Pisa abbia bisogno di acquisire il documento, massima disponibilità a fornirlo. Siamo giunti a un passo dal traguardo, i testimoni sono pronti a riferire, la libera stampa a raccontare. Siamo qua, con le carte in mano. Doverosamente in attesa di giustizia, in nome di Roberta. F.” (clicca qui per leggere il post)

Ottobre. Potrebbe essere questa la data in cui ci sarà la svolta per la scomparsa di Roberta Ragusa? Secondo gli inquirenti la donna, scomparsa fra il 12 ed il 13 gennaio del 2012, sarebbe stata uccisa ed il suo corpo distrutto dal marito Antonio Logli. Tuttavia, dopo una prima condanna, una sentenza d’appello ribalta tutto ed il Logli viene scarcerato. Sono molte le prove che punterebbero dritto verso di lui, mentre per gli inquirenti ormai è chiaro che il caso di Roberta Ragusa riguarda la sua morte e non la sua scomparsa. Fra veri e finti testimoni, negli anni le indagini si sono dirette in varie direzioni e si è scavato in più punti della zona, alla ricerca di un corpo. Questa sera, Chi l’ha visto approfondirà di nuovo il caso, uno dei gialli più oscuri della nostra nazione. Antonio Logli viene incastrato subito. E’ colpa di quella relazione con Sara Calzolaio, la babysitter dei figli e dipendente della scuola guida di sua proprietà, la stessa relazione che Roberta Ragusa scopre a distanza di molti anni, forse insospettita dalle continue telefonate sussurrate e dalle uscite improvvise del marito. Secondo le indagini, riporta Cronaca e Dossier, Roberta ad un certo punto affronta il marito, finendo in una delle tante liti che i vicini sentono spesso dalle case adiacenti. Eppure quella sarà l’ultima, perché Roberta Ragusa scompare nel nulla. L’accusa crede che la dinamica del caso segua in sequenza la lite, l’aggressione da parte del marito Antonio Logli, vista da un vicino a grande distanza, ed infine la morte. Negli ultimi mesi si è parlato molto del boschetto vicino alla villa di famiglia come possibile luogo di sepoltura. Una testimone anonima ha infatti riferito che in quei giorni ci sono stati degli strani movimenti nella zona che intercorre fra il boschetto ed il vicino cimitero di San Giuliano Terme. E’ lì che si trova il corpo di Roberta Ragusa? Clicca qui per vedere un video di approfondimento di Chi l’ha visto sul caso di Roberta Ragusa

Il caso di Roberta Ragusa ha visto l’interessamento di diverse figure mediatiche, primo fra tutti il giornalista Fabrizio Peronaci, scrittore per il Corriere della Sera. Secondo il professionista sarebbero tre gli oggetti chiave che devono essere presi in seria considerazione. Si tratta di una lama di un taglierino, una tronchesi ed un anello. I tre oggetti riconducono tutti a Roberta e non sono mai stati presi in esame, come ha scritto Peronaci sul proprio profilo Facebook. L’anello infatti è quello di Roberta Ragusa ed “è stato trovato intorno all’abitazione familiare di via Ulisse Dini 210, a Gello”. Il punto preciso del ritrovamento è lo stesso indicato dai testimoni come luogo in cui sarebbero stati notati degli strani movimenti. La tronchesi è stata invece rinvenuta nei primi giorni di giugno, all’interno del boschetto, “da una persona che si dichiara disponibile a consegnare l’oggetto, unitamente alla propria deposizione”. Nello stesso boschetto viene inoltre ritrovata la lama del cutter, vicino ad alcuni lembi di plastica chiara che solitamente usano da operatori che lavorano al cimitero. Pochi giorni dopo, sempre a Chi l’ha visto, il supertestimone Luigi Murò, commerciante 60enne di Pisa, si fa avanti e chiarisce che cosa ha visto in quei giorni. Murò rivela, fra le altre cose, che il ritrovamento della tronchesi avviene in seguito a delle ricerche fatte con una vigilessa del paesino. Da lì parte poi la bufera mediatica, la vigilessa dapprima convinta a parlare, riferisce tutto quello che sa agli inquirenti, ma si rifiuta di incontrare Peronaci. Murò invia invece al giornalista alcune foto del luogo in cui era stata fatta la scoperta, rimasta a lungo senza controllo da parte dell’organo competente.