Un covo nascosto dentro l’ospedale Policlinico di Milano: le Brigate Rosse “tornano” dal passato e riaprono un brivido lungo le schiene dei milanesi dopo l’ultima sconvolgente novità. Durante normali lavori di ristrutturazione all’interno del reparto del Padiglione Granelli, gli operai hanno notato qualcosa che non andava nel contro soffitto: come racconta Repubblica, un colpo di martello e… cade dal tetto un falcone di documenti con intestazione una stella a cinque punte e la scritta che per due decenni ha terrorizzato Milano e l’Italia intera, Brigate Rosse. Un covo Br non è una novità così clamorosa, se però pensate che si trovava dentro ad un ospedale, il più grande della città a due passi dal Duomo qualche pensiero in più ritorna sul fatto. Immediata l’apertura dell’inchiesta “a modello 45” ovvero senza indagati o ipotesi di reato sulla scoperta dell’ultimo covo delle Br nella città di Milano: moltissimi i documenti ritrovati nella piccola stanza nascosta tra i muri del reparto medico.



In particolare, annuncia l’agenzia Agi, ci sarebbero carte sulla triste storia dell’avvocato Dc Massimo De Carolis, gambizzato nel suo studio milanese (pratica assai “disinvolta” utilizzata dai terroristi comunisti per alimentare il cima di terrore durante gli anni piombi) nel 1975 da un gruppo di brigatisti. Addirittura è spuntato il tesserino di riconoscimento del deputato, prelevato proprio in quello studio durante l’azione terroristica: inutile dire che l’ipotesi che tale covo c’entri direttamente con il brutto caso del medico Luigi marangoni, direttore sanitario del Policlinico anch’egli colpito dalle Br ma a morte. La “brigata ospedaliera” così veniva chiamata negli anni ’70 potrebbe a questo punto avere una evidente base operativa: dopo 40 anni, il terrore ritorna con l’ideologia rossa che purtroppo, anche senza ulteriori azioni, riporta alla mente un clima tutt’alto che libero come quello degli Anni di Piombo.

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