Sul web sono tantissimi i commenti sui tragici eventi accaduti in America con la sparatoria di Dallas. Anche il pubblico italiano si è unito alle famiglie dei cinque poliziotti uccisi da cecchini appostati sui tetti. C’è chi pensa alla vittime e chi al fatto che ancora oggi nel 2016 non è possibile accadano ancora certe cose. La cosa sicura è che il dolore è insopportabile di fronte a persone che perdono la vita in una maniera inspiegabile. Alcuni poi si domandano come sia possibile che ancora oggi la polizia non riesca a sistemare una situazione del genere. Di certo oggi è una giornata che purtroppo non si potrà dimenticare a causa di troppi motivi spiacevoli. Clicca qui per tutti i tweet.
Sono molte le voci che si sono sparse in seguito alla terribile sparatoria di Dallas cha ha visto morire ben cinque poliziotti uccisi da alcuni cecchini posizionati sui tetti. Staremo a vedere se ci saranno delle novità, ma intanto il giornalista Gianni Riotta su Twitter pubblica un articolo molto interessante che ci racconta della possibilità che un poliziotto robot abbia già ucciso uno dei sospetti. Riprende un pezzo del The Atlantic che nella sua versione online racconta molto bene questa particolare situazione di intelligence che sta avendo molto successo negli Stati Uniti d’America. Vedremo se ci saranno altre novità per un caso che ha sconvolto non solo l’America, ma proprio tutto il mondo. Clicca qui per il tweet di Gianni Riotta.
La sparatoria di Dallas ha di nuovo sconvolto l’America e non solo: pensare che nelle strade di una città qualsiasi medio grande come Dallas durante una semplice manifestazione e veglia possa arrivare il fuoco incrociato di cecchini improvvisati contro la Polizia non è certamente una buona notizia, al di là della tragedia di 5 agenti poliziotti morti. Tutto è nato dall’aggressione e omicidio di un ragazzo afroamericano ucciso questa settimana proprio dalle forze dell’ordine: anche questo è l’ennesimo caso insopportabile per qualsiasi Paese e anche per lui si era tenuta la manifestazione con corteo che stanotte a Dallas è stata teatro della spalatoria. La famiglia di Alton Sterling, ha voluto parlare per provare a riportare un po’ di calma in tutti gli Usa: «riteniamo che gli agenti che violano la fiducia pubblica non dovrebbero essere considerati rappresentativi della categoria», riporta la Cnn. “Rispondere alla violenza con altra violenza non è una soluzione”, parlano ancora i familiari del ragazzo ucciso, dimostrando quella saggezza che purtroppo troppe volte viene a mancare nel territorio americano.
La sparatoria di Dallas, costata la vita a 5 poliziotti che stavano sorvegliando la marcia di protesta per le recenti uccisioni di cittadini afroamericani, è sembrata un “attacco pianificato”. Lo ha affermato alla Cnn un testimone, Ismael Dejesus che, come riportato dall’Ansa, dalla sua camera d’albergo ha osservato e filmato parte della terribile sequenza che ha portato a quella che ha definito una “esecuzione” a tutti gli effetti di un agente:”Ho visto un uomo scendere da un Suv, in abbigliamento ‘tattico’, con un fucile Ar-15″, ha detto il testimone, che ha aggiunto che il cecchino si è diretto “verso un agente che era a terra e gli ha sparato forse tre-quattro volte alla schiena. E’ stato orribile. Sembrava un attacco pianificato, l’uomo era preparato, sapeva dove stare, aveva molte munizioni”. Un racconto inquietante, che riapre l’annosa questione della facilità di accesso alle armi negli Stati Uniti.
Un’ennesima strage di arma: sparatoria di Dallas oggi, terrorismo e altre stragi nei mesi e anni passati, per non parlare degli omicidi degli afroamericani con spesso purtroppo la polizia colpevole del “grilletto” facile. Proprio questi fatti sono stati alla base della manifestazione che stanotte, a livello pacifico, voleva protestare contro i continui soprusi di alcuni poliziotti nei vari stati federali. I cecchini però non li attendeva nessuno e hanno cominciato – va ancora capito di chi si tratti davvero per questo manipolo di aggressori – a sparare sulla polizia uccidendo 5 poliziotti, ferendone altri 6 e colpendo anche due civili che scappavano tra il panico generale. Obama da Varsavia, dopo le prime reazioni a caldo che abbiamo riportato qui sotto, ha convocato una conferenza stampa dal vertice Nato per affermare: «un atto insensato, senza nessuna giustificazione. Un attacco brutale, calcolato e vile contro le forze dell’ordine, dove la polizia di Dallas stava facendo semplicemente il proprio dovere, si occupava della sicurezza durante una manifestazione pacifica. C’è la necessità di essere preoccupati come americani per le disuguaglianze di fronte alla giustizia, ma credo che anche gli agenti abbiano un lavoro difficile e lo facciano in maniera encomiabile», ha concluso il presidente americano shoccato dall’ennesima strage. Su Twitter ha parlato anche Donald Trump che ha voluto scrivere brevemente, «preghiere e condoglianze per tutte le famiglie che sono state così profondamente devastate dagli orrori che vediamo tutti accadere nel nostro Paese». I cecchini sembrano al momento 4, tre fermati e uno ucciso dalla reazione della polizia dopo che si era asserragliato in un garage e minacciava di far esplodere bombe per la città, riportano i media Usa.
Dopo la sparatoria a Dallas, in Texas, nelle perquisizioni in città “non è stato trovato esplosivo”. A riferirlo è su Twitter il maggiore della polizia locale Max Geron, riferendosi all’ipotesi della presenza di ordigni nel centro della città. La polizia di Dallas ha condotto massicce perquisizioni alla ricerca di esplosivi. La sparatoria in cui sono morti 5 poliziotti, e feriti almeno altri 6, è avvenuta quando era sera negli Stati Uniti. Quattro cecchini, di cui uno è morto e gli altri 3 sono stati fermati, hanno sparato durante un corteo anti-violenze della polizia. I poliziotti stavano manifestando in seguito agli omicidi di due afroamericani avvenuti in Louisiana e Minnesota. Come riferisce l’agenzia di stampa LaPresse, era stato il quarto sospettato per l’uccisione dei 5 poliziotti, mentre era asserragliato in un garage, ad avvertire che bombe erano piazzate in città: “l’uomo è poi morto, secondo i media americani, che affermano senza conferme ufficiali che si sia suicidato”.
Dopo Obama parla anche il sindaco di Dallas, sconvolta dalla sparatoria che ha ucciso 5 poliziotti, ferito altri 6 agenti e un civile pure lui colpito da proiettili di rimbalzo: Mike Rawlings, primo cittadino di Dalls, ha chiesto ai cittadini di stare lontani mentre la polizia sta ancora perquisendo varie zone el centro con i pericolo pacchi bomba lanciato dall’ultimo cecchino fermato e che prima di essere colpito minacciava di aver messo ordigni in giro per la città. Riporta l’agenzia Reuters che la polizia texana ha isolato ampie zone del centro e inviato anche molti artificieri presso i luoghi dei due sospetti pacchi bomba trovati. Intanto tre cecchini sono stati fermati, e un quarto arrestato nelle ultime ore, citano le fonti del canale Nbc. «Il nostro peggior incubo si è verificato, è un momento devastante per la città di Dallas», ha detto ancora il sindaco. Il capo della polizia invece, intervistata nella conferenza stampa immediata post-strage, ha riferito come «Stavano agendo assieme con fucili, triangolandosi da posizioni elevate in diversi punti del centro cittadino in cui le marce erano arrivate».
Una strage terribile, quanto avvenuto a Dallas con la sparatoria che ha ucciso cinque agenti e feriti almeno altri sei: durante il corteo anti violenze razziste della polizia, una strage vera e propria che per l’ennesima volta rigetta l’America nel panico di armi, violenze e tragedie incontrollate. Più cecchini hanno, con fuoco incrociato, sparato senza pietà sugli agenti di polizia presenti come cordone sicurezza e ne hanno freddato cinque. Da Varsavia, dove è convocato il vertice Nato, ha parlato uno shoccato Barack Obama: «Le uccisioni degli afroamericani da parte della polizia ”non sono una questione solo nera o ispanica, ma una questione americana. Tutte le persone imparziali dovrebbero essere preoccupate dal problema della frequenza con cui la polizia uccide gli afroamericani». L’America può fare di meglio, ragiona il presidente Usa, con «molti cittadini sentono che non sono trattati allo stesso modo per il colore della loro pelle».
Una tragedia la sparatoria occorsa a Dallas nella serata americana: durante un corteo anti-violenze della polizia, in seguito agli omicidi di due afroamericani in Louisiana e Minnesota, 5 poliziotti sono stati uccisi con raffiche di sparatorie dai tetti dove erano appostati alcuni cecchini. Una macabra scena in cui anche altri 6 poliziotti sono rimasti feriti in un bagno di sangue senza molti precedenti in America, per quanto riguarda cortei di questo genere. C’erano centinaia di poliziotti dispiegato nel centro città dove si stava svolgendo una marcia anti abusi delle forze dell’ordine: l’azione ha degenerato con il dispiego assurdo di armi da parte dei manifestanti appostati sui tetti che richiamano sinistramente al cecchino più famoso della storia che proprio a Dallas uccise il presidente J.F. Kennedy. «Volevano ferire o uccidere il più alto numero possibile di poliziotti. Secondo le prime ipotesi, i cecchini volevano operare insieme con fucili, da posizioni triangolate ed elevate in diversi punti del centro della città, seguendo il tragitto del corteo», racconta il capo della polizia, David Brown, ai cronisti accorsi sul luogo. Gli agenti erano in tenuta anti sommossa e schierate per evitare che le proteste diventassero violente ma purtroppo una manifestazione pacifica si è tramutata in strage pazzesca. 4 agenti uccisi subito, un quinto ferito è morto pochi minuti fa, tutto cominciato alle 21, ore italiane 3 di notte: all’improvviso si sono sentiti colpi di armi da fuoco, da pistole fino a fucili d’assalto, con la folla dispersa subito e purtroppo 5 vittime innocenti. Un cecchino si era chiuso in un garage e sembrava voler minacciare di farsi saltare in aria con una bomba: si è invece suicidato, racconta Repubblica, dopo alcune ore dopo l’inizio della sparatoria.