Questa sera, nel corso della trasmissione di Rete 4, Quarto Grado, i telespettatori saranno aggiornati sulle ultime novità relative al caso di Trifone e Teresa, la coppia di fidanzati uccisi a Pordenone. Per il duplice delitto è in carcere Giosuè Ruotolo, indagato a distanza di sei mesi dall’inizio del giallo. Contro di lui, pare che la Procura abbia segnato un importante colpo, come rivela CronacaeDossier.it nel riportare le ultime notizie. La perizia eseguita sulle telecamere presenti in prossimità del luogo del delitto avrebbe permesso il tanto atteso “allineamento”, garantendo così una cronologia del percorso compiuto con la sua auto, l’Audi A3 grigia dal presunto assassino Giosuè Ruotolo. A dare un importante mano sotto questo punto di vista, sarebbe stata proprio la macchina di Teresa e nello specifico il suo Gps che ha permesso di disegnare un quadro ancora più chiaro di quanto accaduto la sera del delitto, il 17 marzo 2015 avvenuto nel parcheggio della palestra di Pordenone, presumibilmente per mano di Ruotolo, ex amico, commilitone e inquilino di Trifone.
Il giallo dei due fidanzati uccisi a Pordenone il 17 marzo 2015, Trifone e Teresa, torna centrale nel corso della nuova puntata di Quarto Grado, la trasmissione in onda questa sera su Rete 4. Al centro della serata, le indagini che hanno portato all’arresto di Giosuè Ruotolo, in attesa del processo a suo carico. CronaeDossier.it, intanto, avrebbe svelato la data durante la quale la Cassazione deciderà in merito al rigetto del Riesame di Trieste circa l’istanza di scarcerazione e che avverrà il prossimo 14 settembre. “Per quanto ci riguarda è un omicidio senza movente. Restiamo in attesa di poter esaminare le perizie fatte dalla Procura sulle telecamere e di fare il contraddittorio”, aveva commentato l’avvocato di Giosuè, Roberto Rigoni Stern al quotidiano Il Gazzettino qualche settimana fa. Il processo a carico di Ruotolo potrebbe avvenire dopo l’estate ma in merito il presunto assassino di Trifone e Teresa non avrebbe manifestato grande preoccupazione stando alle parole del suo legale: “Sta aspettando il processo: in aula emergerà l’infondatezza delle accuse”.
Continua a far discutere il caso di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati uccisi a Pordenone il 17 marzo del 2015 nel parcheggio del Palasport. Si occuperà del delitto questa sera la trasmissione Quarto Grado in onda su Rete 4 e condotta da Gianluigi Nuzzi. In carcere con l’accusa di duplice omicidio è finito Giosuè Ruotolo, il militare 26enne di Somma Vesuviana e commilitone di Trifone. Negli ultimi giorni sono emerse nuove indiscrezioni sulle indagini. Come riportato da Il Messaggero Veneto, Giosuè Ruotolo sarebbe stato incastrato da alcune tecnologie che avrebbero tracciato e ricostruito tutti gli spostamenti del militare. Su questo però si annuncia uno scontro tra periti, come si legge su Urbanpost.it: “Tutti i suoi spostamenti sono stati tracciati e ricostruiti, la localizzazione satellitare della sua vettura è una prova di colpevolezza che con molta difficoltà, a detta dell’accusa, la difesa dell’imputato potrà tentare di scalfire in qualche modo. Proprio su quelle videoregistrazioni l’avvocato Roberto Rigoni Stern, difensore di Ruotolo, ha annunciato battaglia in aula. Battaglia a colpi di perizie, che si preannuncia molto accesa”.
Il caso di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati uccisi a Pordenone, nel parcheggio del Palasport il 17 marzo di un anno fa, tornerà centrale nel corso della trasmissione Quarto Grado in onda questa sera su Rete 4. Gianluigi Nuzzi ed i suoi ospiti commenteranno l’andamento delle indagini che vedono indagato ed in carcere Giosuè Ruotolo, il militare 26enne di Somma Vesuviana, accusato del duplice delitto. Ad incastrare il giovane, ex commilitone ed ex coinquilino di Trifone, sarebbe stato l’impiego di alcune innovative tecnologie basate sui dati del Gps dell’auto di Teresa. E’ quanto reso noto nei giorni scorsi dal quotidiano Il Messaggero Veneto secondo il quale, proprio il localizzatore satellitare presente sulla vettura della fidanzata di Ragone e preso in esame dai consulenti tecnici nominati dalla Procura avrebbe permesso di dimostrare l’allineamento delle tre telecamere che evidenziano il percorso effettuato dall’Audi A3 di Giosuè Ruotolo la sera del delitto. L’attentato a Trifone e Teresa sarebbe stato compiuto in una manciata di secondi prima che il killer si dileguasse senza farsi notare. L’iscrizione nel registro degli indagati di Ruotolo sarebbe avvenuta a distanza di sei mesi dal duplice omicidio dopo un complesso lavoro di indagini che si sono basate anche sull’uso di tecnologie innovative. Gli esperti avrebbero non solo ricostruito in 3D la scena del crimine, ma ogni passo compiuto dai testimoni sarebbe stato misurato e cronometrato. L’analisi più interessante e che ha portato ad incastrare Giosuè si è basata sull’incrocio dei dati delle telecamere con le testimonianze raccolte, in modo particolare quelle del runner. I tragitti dell’auto di Ruotolo e del podista sono stati tracciati con un tracker Gps ma è stato impiegato anche un drone in volo che dall’alto ha registrato le operazioni peritali. Tutto, dunque, è stato analizzato nei minimi dettagli portando così all’ora del delitto di Trifone e Teresa sulla base della testimonianza del runner in merito a quando ha sentito gli spari e della sua posizione in quell’esatto momento. Secondo i rilievi tecnici, l’auto di Ruotolo avrebbe lasciato il luogo del delitto proprio dopo gli spari, come confermato dalla velocità dell’Audi immortalata dalla telecamere in via Interna.