Le news sull’Isis e sulle contromisure messe in atto dall’Occidente per contrastare l’espansione dell’autoproclamato Califfato fanno registrare la discesa in campo della portaerei americana Eisenhower. A riportarlo è Rai News, secondo cui quella che è stata definita dal giornalista Ettore Guastalla come una “cittadina galleggiante”, sarebbe in navigazione nel Mediterraneo occidentale e avrebbe colpito obiettivi dell’Isis in Siria e in Libia. La conferma di questa operazione è arrivata anche dalla Us Navy, che sulla Ike fa atterrare e decollare continuamente F/A-18. Le potenzialità della portaerea sono elevatissime: basti pensare che la Eisenhower potrebbe viaggiare per 20 anni senza fare rifornimento e che al momento trasporta 6.000 uomini e un’ottantina tra aerei e elicotteri. Al suo interno sono custoditi missili a lunga gittata capaci di colpire obiettivi anche a molti km di distanza. L’Isis insomma non può dormire sonni tranquilli.



Oggi pomeriggio alle ore 17,00 è in programma una corteo contro l’Isis e gli orrori di Dacca e di tutte le altre stragi che purtroppo continuano a susseguirsi nel mondo. Una iniziativa voluta dai musulmani presenti nella città di Firenze ed organizzata dalla comunità del Bangladesh e dal Centro Culturale di via Targioni Torzetti. Nell’appello per la manifestazione si legge: “Ancora una volta l’Isis ha colpito. Ancora una volta hanno massacrato degli innocenti. Il loro odio verso l’umanità non conosce confini. Uniamoci per combattere questi assassini, sono il primo nemico dell’umanità. Uniamoci contro il terrorismo, le guerre, il razzismo”. Un appello rivolto anzitutto “a tutte le comunità immigrate, religiose e a tutte le realtà della solidarietà” e che mira evidentemente a dire basta a tutte le violenze perpetrate dall’Isis nel mondo.



Le ultime news relative all’Isis fanno finalmente luce sulla struttura interna dell’organizzazione terroristica e sui posti di comando più importanti all’interno del Daesh. A svelarli, come riportato da Leggo.it, è stato il sito di notizie “Arabi 21”, che ha diffuso un documento intitolato “Castello del califfato” diramato dalla fondazione “Al-Furqan”. Secondo questo documento, le province che compongono il Califfato, dette “wilaya“, sarebbero 35: 19 di queste sarebbero collocate tra Siria e Iraq; le altre 16 in altri Paesi tra cui Egitto, Libia, Arabia Saudita e Yemen, senza contare le non meglio precisate zone dell’Algeria, dell’Africa occidentale, del Khorasan e del Caucaso. Come un qualsiasi Stato che si rispetti, anche l’Isis ha i suoi enti amministrativi quali “l’ente per l’immigrazione, quello per gli affari dei detenuti e dei martiri, l’ufficio studi e ricerche, la direzione per le province lontane, gli uffici per le relazioni pubbliche e le tribù”. Per quanto concerne i ministeri, i cosiddetti “diwan“, vi sono quelli di “giustizia e misfatti, predicazione e moschee, esercito, tesoro, istruzione, agricoltura, tasse e bottini di guerra, hisba (la polizia religiosa, ndr), zakat (l’elemosina rituale, ndr), sicurezza pubblica, informazione, salute, risorse (ossia petrolio e gas, ndr) e servizi”. Come sottolineato da Leggo, centrale è la figura del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi che “ordina alla gente il rispetto dei dettami della sharia, applica le sanzioni penali, instaura e diffonde la religione, prepara gli eserciti, fortifica le frontiere e protegge il territorio”. A sostegno del Califfo, ma un gradino più in basso, si erge il “Consiglio della Shura” che “sovrintende ai ministeri, agli enti, agli uffici e alle province” e che, a detta del documento, è composto da membri che si caratterizzano per “conoscenza, buona disposizione, scienza e integrità”. Un’organizzazione completa in ogni sua componente, per merito della quale, conclude il documento, “la terra è germogliata, la carovana è partita, la religione è tornata e viene difesa”.

Leggi anche

Million Day ed Extra Million Day, le combinazioni vincenti di oggi, 6 ottobre 2024/ I numeri delle ore 13.00