Gli Usa si mobilitano contro l’Isis in Libia. Sono iniziati infatti questa mattina i primi bombardamenti americani contro lo Stato Islamico dopo le richieste del governo libico. Come riporta il Corriere della Sera le operazioni, come annunciato dallo stesso premier Fayez al Serraj, hanno preso il via dopo la richiesta del governo di unità libico. E’ stata colpita la zona di Sirte ancora sotto il controllo dell’Isis. I bombardamenti sono stati confermati dal Pentagono: «Raid autorizzati dal presidente Obama». Il premier Serraj ha sottolineato che i primi bombardamenti americani hanno già «causato numerose perdite tra le truppe». Saranno effettuati solo «attacchi aerei su obiettivi specifici» e non saranno impegnate forze di terra americane. I primi attacchi aerei in Libia segnano l’inizio di un ruolo attivo americano nella lotta contro l’Isis in Libia, a sostegno del governo di unità libico.
L’ombra del terrorismo continua ad essere molto presente sull’Occidente con un clima di paura che si può respirare in diverse zone del Vecchio Continente con timori di attentati praticamente ovunque. Ora a tremare sembra essere anche la Russia fatta oggetto di un video di minacce da parte dell’Isis. Nel video ci sono minacce rivolte direttamente al presidente russo Vladimir Putin con un rappresentante del califfato nero che chiede ai propri combattenti di portare la Jihad in Russia. Nel video, la cui autenticità è ancora da confermare, si vede un uomo a viso coperto attraversare una zona desertica a bordo di un’automobile gridando: “Ascolta Putin, verremmo in Russia e vi uccideremo nelle vostre case.. Oh fratelli, conducete la jihad e uccideteli e combatteteli”. Lo stesso video termina mostrando immagini di guerriglieri che attaccano veicoli blindati e tende, raccogliendo diverse armi nel deserto.
L’Isis suscita ormai paura e preoccupazione ogni giorno nei paesi occidentali. La strategia dello Stato Islamico, con attacchi improvvisi anche da parte di singoli terroristi, sta facendo salire l’allarme tra le popolazioni. Dopo i recenti attentati che hanno provocato tante morti in Germania e Francia, è di oggi la notizia di un arresto in Olanda. Nel paese, come riferisce Tgcom24, la polizia olandese ha fermato un sospetto terrorista: l’uomo era a bordo di un autobus e si stava recando a Schiphol, l’aeroporto di Amsterdam. Per effettuare le operazioni di polizia l’autostrada A4 che collega la città allo scalo aereo è stata temporaneamente chiusa. L’uomo, secondo quanto riportato dai media locali, potrebbe essere “mentalmente disturbato” e aver minacciato di avere un bomba. Lo scorso weekend i controlli intorno l’aeroporto di Amsterdam erano stati rafforzati proprio a causa di una “possibile minaccia”.
La giornata di ieri è passata senza un attentato dell’Isis: non è un commento amaro o cinico, ma uno sguardo lucido sulla realtà quotidiana. Lo Stato Islamico sta rendendo questi tempi bui, molto oscuri per via di attacchi, presunti tali e rivendicazioni, con Rouen anche diretti affronti sanguinari contro altre religioni, nel qual caso il cristianesimo. La giornata di ieri ha poi visto in Italia e in Francia la particolare occasione della preghiera unita in Chiesa, cattolici e Islam, per la pace contro ogni tipo di fondamentalismo islamista e jihadista, mentre nello stesso giorno un giovane pachistano affiliato al Califfato è stato braccato a Vapro (Brescia) ed espulso immediatamente dal ministro degli Interni. Di tutta risposta l’Isis ha fatto pubblicare ieri il nuovo numero della rivista Dabiq, ideologia allo stato puro e insegnamento della jihad Daesh. Il titolo è eloquente: “Rompiamo la Croce”. Nella foto addirittura un militante mostra la bandiera del Califfato che abbatte una croce sul tetto di una chiesa, esattamente quando molti islamici hanno accolto l’invito della Coreis ad andare nelle chiese per un messaggio di pace. Ma è guerra ai cristiani quella che continuano a rilanciare i terroristi dello Stato Islamico: «Tra questa pubblicazione di Dabiq e il prossimo massacro che verrà eseguito contro di loro dai soldati nascosti del califfato – ai quali viene ordinato di attaccare senza ritardi – i crociati possono leggere perché i musulmani li odiano e li combattono», si legge nella versione in inglese della rivista legata al Califfato. “Rompere la Croce”, ovvero il segno del sacrificio per la vittoria del bene sul male: di questo il terrorismo islamista ha timore e contrattacca di continuo. L’Occidente saprà portare il “peso” di questa Croce?