E’ stato Alberto Stasi ad uccidere la fidanzata Chiara Poggi nell’agosto del 2007? Una domanda che vede due risposte differenti: da una parte la famiglia del ragazzo 33enne attualmente in carcere e che lo crede fermamente innocente, dall’altra i giudici dell’appello bis e della Cassazione, per i quali sarebbe proprio Stasi il responsabile del delitto di Garlasco. Ma quali sono le prove a suo carico e che sarebbero state utili ai giudici al fine di definirlo colpevole? A ricordarle è stato il settimanale Giallo, lo stesso che nell’ultimo numero ha raccolto l’appello sentito della madre di Alberto, certa che fuori ci sia ancora l’assassino di Chiara a piede libero. Secondo i giudici, il racconto di Stasi avrebbe avuto molti punti contrastanti. Il giovane disse di essersi recato in casa della ragazza nel primo pomeriggio, di aver scavalcato il muretto e di essere entrato in casa. Seguendo le scie di sangue arrivò in fondo alle scale dove scorse il corpo di Chiara Poggi. In preda al panico uscì di corsa senza badare a dove mettesse i piedi, si diresse verso i Carabinieri in auto e nel frattempo avvertì il 118. Le sue scarpe però, risultarono pulite e non sporche di sangue. A tal proposito, le impronte ritrovate e lasciate da scarpe Frau numero 42 corrispondono alla stessa misura del piede di Stasi. Il tono del giovane appariva calmo, quindi secondo i giudici sospetto. Inoltre anche il ragazzo sarebbe in possesso di una bicicletta da donna nera che però non sarà mai sequestrata. Le sue impronte furono ritrovate sul dispenser del sapone liquido in bagno. Tutte prove che secondo i giudici lo riterrebbero colpevole.
Non sarebbe Alberto Stasi l’assassino di Chiara Poggi, la ragazza uccisa brutalmente nella sua abitazione di Garlasco il 13 agosto di nove anni fa. Ne sarebbe convinta la madre del giovane, da otto mesi in carcere e condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva. La donna, tramite le pagine del settimanale Giallo ha voluto diffondere un accorato appello affinché chi sa qualcosa possa finalmente dire la verità. A tal fine ha messo a disposizione un numero di cellulare ed un indirizzo mail garantendo ai possibili mittenti il pieno anonimato. Qualcuno avrebbe davvero nascosto fino ad oggi la verità sull’omicidio di Chiara Poggi? La famiglia di Alberto Stasi non avrebbe dubbi in merito. A sua detta potrebbe esserci un testimone del delitto che per tutti questi anni avrebbe tenuto la bocca cucita convinto che tanto Stasi sarebbe stato assolto. Dopo l’arresto e la successiva condanna, al presunto testimone forse potrebbe rimordere la coscienza. Come sappiamo, Chiara Poggi fu uccisa nove anni fa nella sua casa. Mentre faceva colazione sarebbe giunto il suo assassino, avrebbe appoggiato una bicicletta nera da donna davanti al cancello prima di farsi aprire la porta. Chiara conosceva e si fidava del suo killer che l’avrebbe poi uccisa con un martello o una spranga colpendola alla testa. Il suo corpo lo avrebbe quindi buttato giù dalle scale in cantina prima di andare via. Come mai nessuno ha visto o sentito nulla? La madre di Alberto Stasi riterrebbe ciò poco plausibile e per questo motivo il vero assassino di Chiara Poggi sarebbe ancora in libertà.
Continua a far parlare di sé Alberto Stasi, il giovane condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Il giovane è in carcere dallo scorso 12 dicembre per scontare una pena a 16 anni di reclusione. La madre Elisabetta Ligabò, convinta dell’innocenza del figlio, ha lanciato un appello dalle pagine del settimanale “Giallo” a chiunque sappia qualcosa: la donna chiede che chi sa parli e la contatti via mail o cellulare. Intanto Alberto Stasi, come si legge su Il Giorno, ha rinunciato all’eredità e quindi potrebbe essere a rischio il risarcimento nei confronti della famiglia Poggi. La sentenza con cui è stato condannato ha infatti stabilito anche un indennizzo di un milione di euro alla famiglia di Chiara Poggi e il risarcimento delle spese legali sostenute nei vari gradi giudizio, oltre al rimborso allo Stato delle spese del giudizio. Ma Alberto Stasi non possiede niente visto che ha accettato l’eredità paterna con la “riserva di inventario” e non si è pronunciato entro i successivi 40 giorni. Quindi il suo diritto all’eredità è decaduto ed è passato alla madre. A proposito l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale dei Poggi, ha dichiarato, come si legge sempre sulla testata: “Il tribunale valuterà la legittimità del comportamento. Ci attendiamo che la sentenza venga rispettata e che Stasi provveda a risarcire i familiari di Chiara. Non è una questione di denaro, solo di giustizia. Quella giustizia che ha riconosciuto il loro diritto a un risarcimento”.
Si torna a parlare dell’omicidio di Chiara Poggi, la ragazza uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco e per il cui delitto è indagato ed in carcere il fidanzato Alberto Stasi. A quasi nove anni dal terribile delitto avvenuto nella villetta dei Poggi per il quale lo scorso dicembre la Corte di Cassazione ha stabilito la condanna definitiva a 16 anni di reclusione a carico di Stasi, la madre del giovane, Elisabetta Ligabò, continua a ribadire l’innocenza del ragazzo. La donna ha rotto il silenzio ed è intervenuta sulle pagine del settimanale “Giallo” con un appello sentito. “Mio figlio è in carcere e io non ci dormo la notte, perché so che qualcuno sa la verità ma non la dice”, ha asserito la madre di Alberto Stasi, sempre più convinta che ad uccidere la povera Chiara Poggi non sia stato il figlio, in carcere da otto mesi. “Se lo meritasse, credetemi, io sopporterei. Ma io sono certa che lui è innocente”, ha ribadito la donna, convinta più che mai che dietro il terribile delitto di Garlasco si celi il nome di qualcun altro, un assassino che, stando alle sue parole, sarebbe ancora a piede libero. Alla luce di cià la madre di Alberto Stasi, presunto killer di Chiara Poggi, ha voluto rivolgere un appello, spezzando il silenzio degli ultimi anni con un sonoro: “Parlate, vi prego”. “Io mi rivolgo direttamente a voi, che sapete chi ha tolto la vita a Chiara. Io vi prego: so che avete paura, lo capisco, ma mettetevi una mano sulla coscienza. Alberto ha 33 anni ed è in prigione”, ha proseguito la signora Ligabò. La certezza della donna in merito alla non colpevolezza del figlio Alberto Stasi è tale al punto da essere disposta a raccogliere eventuali testimonianze atte a scagionare il giovane in carcere per l’omicidio di Chiara Poggi. A tal fine ha messo a disposizione i suoi recapiti nella speranza di poter ricevere qualunque informazione utile, anche se anonima, in grado di confermare l’innocenza del figlio: “Non vi chiedo di mettere a rischio la vostra vita. Non pretendo che siate coraggiosi: ci sono molti modi anonimi per farmi arrivare informazioni e notizie. Per questo voglio darvi una mail e un numero di telefono. La mail è [email protected], il numero è 333.2537691. Scrivetemi, chiamatemi. Non voglio sapere chi siete, voglio solo sapere quello che avete visto”. Il pensiero della donna è andato inevitabilmente anche a Chiara Poggi, vera vittima di un’immane tragedia, chiosando: “Stando zitti non fate un torto solo a Chiara, che merita giustizia, ma distruggete un’altra persona, mio figlio, che non è ancora morto, ma che non ha più una vita”.