Continua a far discutere il caso del delitto di Lorys Stival di cui è accusata la mamma Veronica Panarello. La donna è in carcere e in attesa di tornare in aula il prossimo 26 settembre per il processo. Veronica Panarello, dopo varie versioni di quanto accaduto il 29 novembre 2014, giorno in cui suo figlio è morto, ha accusato il suocero Andrea Stival dell’omicidio del piccolo di 8 anni. L’uomo ha sempre negato ogni accusa e anche il fatto di aver avuto una relazione con la nuora come sostenuto invece da Veronica Panarello. Ci si chiede ora se tra i due avverrà il confronto all’americana. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da La Sicilia, il confronto tra Veronica Panarello e Andrea Stival sarebbe stato negato dalla Procura di Ragusa che ne sosterrebbe infatti l’ “inutilità processuale, rispetto al quadro probatorio acquisito”. Ma proprio su un eventuale confronto con Veronica Panarello Andrea Stival si è espresso nei giorni scorsi, come riporta la trasmissione di Rai 1 Estate in diretta: il nonno del piccolo Lorys Svital sarebbe infatti pronto a questa eventualità. Ecco il tweet pubblicato a riguardo: “Se si deve fare confronto all’americana io non mi tiro indietro” dice #AndreaStival, suocero di #VeronicaPanarello. (clicca qui per leggere)
Il caso sul delitto del piccolo Lorys Stival, in merito al quale è a processo la giovane madre, Veronica Panarello, negli ultimi mesi è stato costantemente caratterizzato da una vera e propria guerra in atto tra periti. Accusa e difesa, infatti, si sarebbero fino ad oggi scontrati su molti aspetti, a partire dall’arma usata per uccidere Lorys Stival la mattina del 29 novembre di due anni fa. Secondo la difesa, infatti, il piccolo sarebbe stato strangolato con un cavo Usb e non con una fascetta di plastica, come invece sostenuto dall’accusa. Non solo: secondo l’avvocato Francesco Villardita, difensore di Veronica Panarello, il giorno dell’omicidio di Lorys la donna si trovava in auto con un’altra persona, a dispetto di quanto sostenuto dall’accusa. Punti di vista nettamente differenti, come evidenzia il settimanale “Giallo” nell’ultimo numero al quale dedica un intero servizio al caso di Santa Croce Camerina, senza tralasciare un’ultima discrepanza tra quanto sostenuto dalla difesa della donna, presunta assassina del figlio primogenito e l’accusa. La prima sosterrebbe con forza la presunta malformazione al cervello di Veronica Panarello che la renderebbe incapace di volere. Sulla base di ciò, se Veronica dovesse essere ritenuta colpevole potrà usufruire di uno sconto di pena ulteriore rispetto a quello già previsto dal rito abbreviato. L’accusa la penserebbe in modo differente anche su questo punto cruciale: i periti incaricati dalla Procura hanno accertato che la donna presenta una personalità disarmonica ma allo stesso tempo sarebbe del tutto sana di mente. In modo particolare sarebbe risultata lucida e capace di intendere e di volere nei terribili momenti in cui veniva ucciso Lorys Stival. Anche lo psichiatra Giuseppe Catalfo, incaricato dall’avvocato difensore di Davide Stival, Daniele Scrofani, avrebbe compiuto la sua perizia, riportando le conclusioni in una relazione resa nota proprio dal settimanale “Giallo” e contenente un passaggio clamoroso. Nel descrivere il rapporto tra Veronica Panarello ed il figlio, i consulenti avrebbero evidenziato “una patologica inversione del ruolo genitoriale”. Era il ragazzino, dunque, a prendersi cura della madre e non viceversa. “Crescendo Lorys era diventato una presenza che stabilizzava l’affettività di Veronica”, si legge ancora nella relazione. Il passaggio più interessante però, recita: “Probabilmente il bambino, come ammesso da lei stessa, aveva visto qualcosa (un tradimento coniugale) che, svelata al papà Davide, avrebbe determinato per Veronica la perdita di tutto”.