I corpi di circa 300 militanti dell’Isis sarebbero stati rinvenuti in una fossa comune nel Sinai. A renderlo noto è stato oggi il sito TgCom24 che parla dei resti umani di presunti appartenenti ad Ansar Beit el Maqdis, ovvero gli islamisti del nord del Sinai che successivamente decisero di arruolarsi nell’esercito dell’Isis. La fossa comune in questione e che custodirebbe i resti di circa 300 militanti sarebbe stata individuata nelle vicinanze del villaggio di Balaa, poco lontano da Rafat, al confine tra Egitto e Striscia di Gaza. Secondo quanto emerso da fonti locali, i corpi ritrovati sarebbero riconducibili a militanti dell’Isis che furono poi uccisi nel corso di uno dei tanti bombardamenti messi in atto dall’esercito egiziano.



In Libia, l’esercito Al-Binyan Al-Marsous guidato dal premier Fayez al Sarraj e sostenuto da raid americani, ha reso noto di aver sottratto all’Isis l’edificio che ospita la radio locale Libya Mcmds e la televisione a Sirte. I combattimenti, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, sarebbero ancora in corso attorno al maggior centro di propaganda dello Stato islamico, Radio Sirte. E’ da qui che partono i principali messaggi del Califfo Abu Bakr al Baghdadi e del suo portavoce Abu Muhammad al Adnani. L’edificio attualmente sotto attacco si trova poco distante dal quartier generale dell’Isis, riconquistato dalle milizie nei giorni scorsi. Le stesse milizie filo-Sarraj in queste ore sono impegnate nelle operazioni di pulizia delle strade, eliminando tra le macerie anche le bombe trappola che sono state piazzate dai jihadisti in fuga, in un territorio divenuto ormai una città fantasma.



In Siria la situazione per quanto riguarda l’invasione Isis continua a segnare un punto a favore delle forze governative. Ieri è stata infatti conquistata una delle roccaforti più importanti dei terroristi e punto cruciale per il traffico di armi e militanti verso Europa e Turchia. Liberata quindi Manbij, grazie anche al supporto dei raid aerei USA, occupata dal 2014 dall‘Isis ed ora ritornata sotto il dominio della coalizione curda. “Dopo la liberazione di Manbij, i membri dell’Isis non saranno più in grado di viaggiare liberamente verso l’Europa”, ha dichiarato Salih Muslim, il leader curdo siriano, come riportato da Il Sole 24 Ore. L’operazione ha portato alla morte di 438 persone, notizie confermata dall’Osservatorio siriano, un punto fondamentale per arrivare anche alla liberazione di Raqqa. La strada, ponte di collegamento fra le due città, si trova ancora bloccata e potrebbe essere il prossimo passo delle Forze Democratiche siriane, così come la riconquista di Mosul in Iraq, dove i soldati stanno già preparando l’offensiva prevista per questo autunno. Continua invece lo scontro ad Aleppo, ad 80 km di Manbij, dove nelel ultime ore sono state uccise dai raid aerei almeno 18 persone. La situazione in cui versa la popolazione è ancora estremamente drammatica e per questo Frank-Walter Steinmeier, ministro tedesco degli Esteri, ha annunciato la possibilità di portare in città tramite aereo i beni primari, con medicinali al primo posto. 

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