San Massimiliano Maria Kolbe, nato a Zdunska Wola l’8 gennaio 1894 e morto ad Auschwitz il 14 agosto 1941, è stato un presbitero e francescano polacco. Morì nel campo di concentramento perché si offrì di prendere il posto di un padre di famiglia destinato al bunker della fame. A beatificarlo nel 1971 fu papa Paolo VI, definendolo “martire dell’amore”. Fu successivamente papa Giovanni Paolo II a proclamarlo santo nel 1982. Alla nascita era Raimondo Kolbe, figlio di genitori, che vivevano in condizioni molto modeste soprattutto in termini economici, in un’area della Polonia controllata dai russi. Il padre era un tessitore tedesco, mentre la madre era polacca e svolgeva la professione di levatrice. Oltre a lui ed ai genitori, in casa c’erano i suoi quattro fratelli. Frequentò la scuola francescana a Leopoli e nel 1906, riaffiorato in lui il ricordo della visione della Madonna avvenuta quando era più piccolo, decise di dedicarsi alla vita religiosa, indossando l’abito francescano. Fu in quell’occasione che decise di chiamarsi Massimiliano. Intraprese gli studi in filosofia e teologia a Cracovia ed a Roma. Iscrivendosi alla Pontificia Università Gregoriana si dedicò alla scienza a tutto tondo, comprese la matematica e la chimica, per poi approfondire le materie umanistiche. Nel 1914 professò i voti perpetui, mentre il padre, divenuto ufficiale dell’esercito venne catturato ed ucciso dai russi e la madre si chiuse in convento. Quattro anni dopo diventò sacerdote a Roma presso la basilica di “Sant’Andrea della Valle”. Aveva un carattere molto socievole e faceva amicizia molto facilmente. Intanto, però, proseguiva nella sua venerazione verso Maria, che lo portò a fondare la “Milizia dell’Immacolata”. L’Associazione è ancora attiva in diversi paesi. Tornato in Polonia per praticare l’insegnamento presso il seminario di Cracovia dovette presto abbandonare per curarsi dalla tubercolosi. Nel 1930 iniziò la carriera di missionario, recandosi prima in Giappone e quindi in India che durò sei anni. Rientrò poi in Polonia per trascorrere gli ultimi anni della sua esistenza, prima di essere internato dai nazisti. Nel 1938 ottenne la licenza di radioamatore. A lui è intitolata l’Accademia Mariana Kolbianum che approfondisce gli studi su Maria.



Le feste e sagre dedicate a San Massimiliano Maria Kolbe sono due. La prima si celebra a Lecce il 13 e 14 agosto. La parrocchia a lui dedicata nel quartiere Stadio festeggia le due giornate per ricordare il transito del santo nella città salentina. Il culmine è la processione con il bacio della reliquia. A Ravenna si ricorda il santo con una festa patronale il 14 agosto. Lo fa la parrocchia al Lido Adriano, a lui intitolata. Non è patrono di città, ma lo è dei radioamatori italiani, che gli hanno anche dedicato alcune sezioni, in particolare quella di Rovigo. Il suo passato attivo nel settore lo ha fatto diventare protettore della categoria, che non è però l’unica. Infatti il santo protegge i giornalisti, le famiglie, i carcerati, il movimento per la vita, i tossicodipendenti e le persone che soffrono per disordini alimentari. Durante la recente visita di papa Francesco in Polonia ha visto gli imprenditori locali presentare istanza al pontefice per dichiarare Kolbe santo patrono degli imprenditori. Le mille firme della richiesta puntano a renderlo protettore in particolare per le start up.



Il 14 agosto si celebrano anche Sant’Arnolfo di Soissons Vescovo, i Santi Domenico Ibanez de Erquicia e Fancesco Shoyemon Martiri dominicani, Sant’Eusebio di Roma Prete, San Fachtna Vescovo San Marcello di Apamea Vescovo e Martire, Santi Martiri d’Otranto e Sant’Ursicino Martire. Molti inoltre i beati: Elisabetta Renzi, Felice Yuste Cava, Guglielmo da Parma, José Garcia Libran, Lorenzo da Fermo, Sante Brancorsini da Urbino, Vincenzo Rubiols Castellò.

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