È noto a tutti che i giorni di metà agosto sono tra quelli in cui sono organizzati i party più importanti di tutto l’anno, ma quello avvenuto in un paese del sud della California, ad Ojai, è stato tragico.
In realtà il tutto ha avuto inizio già ai primi di luglio, quando Betsy Davis ha invitato una trentina dei suoi amici ad un party di due giorni a casa sua per metà agosto. Tutto normale, se non fosse che Betsy, 41 anni, è malata di Sla e aveva deciso che al termine dei due giorni di festa avrebbe praticato l’eutanasia.
E così in questi due giorni è andato in scena quello che gli amici di Betsy, che nella vita fa l’artista, hanno definito il più bello spettacolo della sua carriera. Infatti gli amici di Betsy, che sono arrivati per l’occasione da New York, Chicago e diverse altre città d’America, si sono goduti la festa organizzata nei minimi dettagli, bevendo i suoi cocktail preferiti e degustando piatti prelibati tra cui la pizza che Betsy aveva fatto arrivare dal ristorante che amava tanto. Era presente ciò che ha amato di più: la musica dal vivo e la proiezione del suo film preferito.
I trenta amici sono stati così immersi all’interno del palcoscenico allestito dall’artista malata di Sla e tutti hanno rispettato l’unica regola di un party che richiedeva “resistenza emotiva, equilibrio e apertura mentale”: non piangere di fronte a lei. In realtà in quel party si è pianto, e parecchio, ma tutti si sono sforzati di rispettare il desiderio della padrona di casa.
Alla fine della festa la donna ha indossato un kimono e si è fatta portare sulla cima di una collina per vedere l’ultimo tramonto. E’ stato allora, di fronte a quello stupendo  spettacolo della natura, che è andato in scena l’ultimo atto: la morte somministrata attraverso un’iniezione.
Questa tragica vicenda ha fatto in poco tempo il giro del mondo e fa ripensare alla celebre frase di Alfred Hitchcock “il film è la vita senza le parti noiose”. Quello che aveva allestito Betsy è stato un grande tentativo, l’incarnazione perfetta della frase del grande regista (di cui, guarda caso, proprio l’altro ieri si festeggiava l’anniversario della nascita). Quest’artista californiana aveva infatti pianificato tutto per creare una messinscena dove la “noia” o il “male” — come il pianto degli amici — venisse censurato.
La celebre frase di Hitchcock però mostra un lato debole, se non falso: perché guardando alla vita non si può che notare con stupore che ciò che più la rende ricca ed interessante sono i fatti imprevisti e imprevedibili. 



Quante volte infatti i desideri non si sono avverati ma ci si è riscoperti felici, anche se in un modo imprevisto? E ancora, quante volte ci è accaduto che il non-previsto avesse luogo, ma con un esito addirittura moltiplicato rispetto a quello sperato inizialmente?
A differenza di Betsy sarebbe meglio forse voler essere protagonisti della vita e non registi. Quel ruolo meglio lasciarlo a Dio, o — se non a Lui — al caso. Sia per potersi stupire di fronte a ciò che accade, sia per non dover censurare nulla di chi condivide la nostra vita, fossero anche le lacrime degli amici.

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