Indagini ad ampio raggio, quelle attualmente in corso nell’ambito del giallo sulla morte di Maria Ungureanu, la bambina di dieci anni di origini rumene, trovata senza vita lo scorso 19 giugno, nella piscina del resort di San Salvatore Telesino. Come riporta Il Giornale, citando alcune testate locali, la Scientifica sarebbe tornata la scorsa settimana sul presunto luogo del delitto e nel corso dell’ultimo sopralluogo avrebbe repertato nuovi elementi tra cui alcuni oggetti tecnologici e diversi teli in tessuto utilizzati come copridivano dal personale della struttura in provincia di Benevento. Gli inquirenti mirano ad una svolta decisiva in merito all’inchiesta che ha sconvolto l’intera comunità di San Salvatore Telesino e non solo anche attraverso il lungo elenco di persone ritenute informate sui fatti e già ampiamente ascoltate. Sulle risultanze dell’inchiesta, tuttavia, vige il massimo riserbo.
Proseguono le indagini sulla morte di Maria Ungureanu, la bambina rumena di dieci anni annegata nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, la sera del 19 giugno scorso. Restano iscritti nel registro degli indagati Daniel Ciocan, il 21enne rumeno amico di famiglia della piccola, accusato di omicidio e violenza sessuale, e la sorella Cristina, di 29 anni, accusata di concorso in omicidio. Nei giorni scorsi, come riporta la testata Ilquaderno.it, durante un nuovo sopralluogo da parte dei Ris nel luogo dove Maria Ungureanu è stata trovata morta, i carabinieri avrebbero portato via materiale informatico: “ipad e pc, una fotocamera e delle copertine probabilmente dei copri divani dal casale per eventi”. Gli inquirenti continuano quindi a indagare e si attende l’esito delle analisi dei Ris sul materiale informatico e sulle tracce di Maria Ungureanu che sarebbero state trovate intorno alla piscina e nel resort per capire che cosa sia davvero accaduto quella sera.
Sarebbero ancora nelle mani dei Ris di Roma gli esiti sulle analisi relative al giallo di Maria Ungureanu, la bambina di dieci anni morta nella provincia di Benevento, a San Salvatore Telesino, la sera del 19 giugno scorso. A distanza di quasi due mesi, dunque, tutto ancora tace attorno a quello che è stato definito come uno dei delitti più cruenti degli ultimi anni. Un omicidio ricco di incognite, a partire dal nome del responsabile. I nomi attualmente iscritti nel registro degli indagati restano quelli dei due fratelli Ciocan, Daniel e Cristina, rispettivamente di 21 e 29 anni. Il giovane è accusato a piede libero di omicidio volontario e violenza sessuale (dall’autopsia compiuta sul corpo di Maria Ungureanu sarebbero emersi i reiterati abusi a carico della bambina di origini rumene), mentre la ragazza dovrà rispondere di concorso in omicidio. Secondo le novità rese note dal sito Urban Post, in questi giorni sono proseguiti gli interrogatori in Procura al fine di chiarire la posizione di diverse persone e trarre elementi utili alla soluzione dell’intricato caso. Nuovi sopralluoghi sono stati compiuti anche sulla scena del crimine, il resort nel cuore del paese e poco distante dall’abitazione della vittima, nella cui piscina Maria sarebbe stata annegata. Nel corso delle ricerche, i cani molecolari avrebbero restituito alcuni dati importanti, rivelando la presenza di tracce di Maria Ungureanu non solo attorno all’area della piscina ma anche lungo il giardino. Questo significherebbe che la bambina sarebbe giunta con le sue gambe nel resort, passando probabilmente da un cancello secondario il quale sarebbe sempre tenuto chiuso a chiave. Un’altra ipotesi, dunque, sarebbe emersa dalle indagini in corso: qualcuno avrebbe accompagnato Maria fino alla piscina? In attesa di nuovi riscontri e maggiori dettagli in merito alle fitte indagini che non si sono fermate neppure in piena estate, negli ultimi giorni il padre di Maria Ungureanu, Marius, ha espresso tutta la sua rabbia asserendo al settimanale Giallo: “Mia figlia è morta ammazzata a soli nove anni e non è giusto che chi l’ha uccisa sia ancora libero”. L’intera comunità di San Salvatore Telesino, compreso il primo cittadino, si è stretta attorno alla famiglia Ungureanu in attesa che possa essere fatta luce sulla morte della piccola, giunta in Italia circa due anni fa.