Dopo il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio per don Paolo Piccoli, interviene anche l’Arcivescovo de L’Aquila, Monsignor Giuseppe Petrocchi, che auspica che sul caso sia trovata la verità. Don Paolo Piccoli è accusato di aver ucciso due anni fa Monsignor Giuseppe Rocco mentre erano ospiti a Trieste della Casa del Clero. L’ipotesi degli investigatori è che tra i due ci sia stata una lite e poi l’omicidio. Anche se non l’ha mai conosciuto perché don Paolo Piccoli aveva già lasciato L’Aquila, il vescovo della città scrive una lettera, come riporta Avvenire, in cui sottolinea: “Insieme ai miei collaboratori seguo con attenzione gli sviluppi della situazione e attendo con serenità le decisioni che gli inquirenti riterranno opportuno prendere. Anche in questa triste situazione, ribadisco la mia salda e motivata fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine, auspicando che la verità emerga rapidamente e nella sua interezza”. Monsignor Giuseppe Petrocchi spera che don Paolo Piccoli “possa dimostrare la sua estraneità ai fatti delittuosi che gli vengono contestati”, assicurando comunque a inquirenti e giudici “la leale collaborazione e la convinta stima”.



Rinviato a giudizio, martedì scorso, don Paolo Piccoli, accusato di aver ucciso due anni fa il monsignor Giuseppe Rocco. Lo ha stabilito la Procura di Trieste, riporta Il Corriere della Sera, perchè il pm Nicola Tripani è certo che il religioso abbia raggiunto il confratello, 92enne, nelle prime ore del mattino di quel giorno e che lo abbia strangolato. Entrambi erano ospiti a Trieste presso la Casa del Clero e gli investigatori ipotizzano che l’omicidio sia nato da una lite fra don Paolo Piccoli e la vittima, per via la denuncia di quest’ultimo del furto subito di alcuni oggetti sacri. Fra i possibili ladri che il monsignore aveva riferito ai superiori c’era anche il nome dell’accusato, su cui gravava un passato, giovanile, fatto di furti del medesimo tipo. L’accusa non nasce tuttavia da pure teorie, ma dal sangue presente nell’alloggio del monsignor Rocco e che don Piccoli ha ricondotto ad una malattia cutanea di cui soffre da diverso tempo. “Forse ho perso quelle gocce mentre lo benedicevo”, ha affermato e ribadito che quella mattina di aprile è entrato nella camera solo dopo il ritrovamento del corpo da parte dell’assistente della vittima. Secondo un investigatore l’aggressione sarebbe più che plausibile, date alcune intercettazioni telefoniche che dimostrano come il carattere di don Paolo Piccoli si adatti male in realtà ad una figura religiosa come la sua. Questo particolare sarebbe stato inoltre confermato anche da alcuni testimoni, fra cui alcuni che affermano di averlo visto nelle vicinanze dell’alloggio di monsignor Rocco proprio quella mattina. L’udienza preliminare si svolgerà il 13 dicembre di quest’anno, dove il prete potrebbe essere rinviato a giudizio o meno in Corte d’Assise. Ad aggravare ancora di più la sua posizione c’è il fatto che don Piccoli non riuscì a farsi sacerdote a Verona, sua città natale, proprio per via dei debiti contratti per l’acquisto di paramenti liturgici e perché indossava l’abito talare ancora prima di essere ordinato. 

Leggi anche

Buoni Pasto, le novità dal primo gennaio 2025/ Cosa cambia? Tetto massimo sulle commissioni del 5%Omicidio Pierina Paganelli, Louis Dassilva sfilerà sotto la telecamera/ Perché potrebbe cambiare tutto