Dopo i fatti di oggi a Strasburgo, dove nella mattinata un uomo ha accoltellato un ebreo ortodosso, resta alta la tensione in Francia che vive nell’incubo di ulteriori attacchi dell’Isis. L’aggressore è stato arrestato, stando a quanto riportato da Il Secolo d’Italia ed ancora una volta si sarebbe tentato di ridimensionare quanto accaduto allontanando l’ombra del terrorismo ed avanzando i “precedenti psichiatrici” dell’uomo. L’aggressore avrebbe provocato fortunatamente solo una lieve ferita al petto all’ebreo che secondo la ricostruzione degli inquirenti francesi si trovava seduto ad un tavolino fuori da un caffè. Le indagini, dunque, al momento resterebbero assegnate alla procura locale in quanto le prime verifiche avrebbero escluso la natura terroristica dell’evento, sebbene la Francia continui a non dormire sonni tranquilli. L’inchiesta inoltre è stata affidata alla polizia giudiziaria.



Si aggiungono nuovi dettagli in merito all’aggressione a carico di un ebreo ortodosso accoltellato oggi a Strasburgo da un uomo che, stando a quanto riferito dall’agenzia France Press avrebbe agito all’urlo di Allah Akbar. Il Foglio online riporta quanto reso noto dal rabbino: l’aggressore si era macchiato già nel 2010 di un altro attacco simile ad un fedele, nel centro della medesima città. L’episodio, a sua detta, non andrebbe a riflettere assolutamente “il clima che regna a Strasburgo”, dove invece vive un’ampia comunità ebraica. Il rabbino ha inoltre avanzato la richiesta di misure nei confronti dell’aggressore: “Se costui può riapparire in città e aggredire con il coltello una persona con la kippah, questo pone un problema”. Attualmente l’aggressore è in stato di fermo mentre il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha eseguito una telefonata di solidarietà al rabbino. Dalla procura non sarebbero invece trapelati altri dettagli.



Isis o attentato di un folle: il dilemma si ripropone ancora in Europa dopo il brutto episodio avvenuto a Strasburgo, dunque ancora in Francia, dove un ebreo ortodosso è stato aggirato e accoltellato per strada, in un momento qualsiasi, da un passante che gridava l’inquietante grido della jihad, Allah u Akbar. Si è pensato subito ad un attentato dell’Isis ma nessuna rivendicazione e la dinamica del gesto fanno pensare più all’attacco di uno squilibrato, dato anche che il soggetto in questione era conosciuto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti psichiatrici. Subito arrestato dalla polizia, ecco i primi dati forniti dagli inquirenti: l’uomo aereo era seduto ad un tavolino all’aperto fuori da un bar di Strasburgo centro, quando è stato aggredito dal passante inneggiante ad Allah. Ferita superficiale al petto ma tanto spavento tra i passanti che hanno provato a fermare l’uomo, poi fermato dalla polizia: dalle prime notizie che arrivano non è stato aperto un fascicolo per azioni di natura terroristica, quantomeno al momento.



Ancora un attentato in Francia. Un ebreo ortodosso è stato accoltellato oggi a Strasburgo, nella città nell’est del paese, da un uomo che gridava Allah u Akbar. A riferire dell’attentato, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, sono i media francesi. Secondo le prime notizie che arrivano dalla Francia l’ebreo accoltellato è ferito anche se non gravemente. L’aggressione è avvenuta in strada e l’autore è stato arrestato dalla polizia. Secondo quanto riportato da fonti locali citate dal sito del Journal du Dimanche, l’aggressore sarebbe noto alle forze dell’ordine per “precedenti psichiatrici”. Il Journal du Dimanche riporta anche che a Strasburgo vive una importante comunità ebraica: risiedono nella città francese infatti 15mila ebrei, circa il 5% della cittadinanza. La polizia francese, dopo l’arresto dell’aggressore, dovrà verificare quali sono i motivi che lo hanno portato ad accoltellare l’ebreo, se si tratti di un gesto dettato da “problemi psichiatrici” o magari di un atto di terrorismo legato all’Isis. 

L’Isis rivendica il primo attentato in Russia, avvenuto nella notte vicino a Mosca contro una stazione della polizia stradale di Sholkovo. Sono stati uccisi alcuni agenti oltre che i due attentatori ceceni di Daesh che sono entrati nella caserma armati di pistole e accette per compiere una strage. Un messaggio dell’Isis intercettato da Site riporta la rivendicazione del Califfato contro lo stato di Putin: «questo è solo l’inizio, molto altro vi sarà inflitto: abbiamo intrapreso la via della jihad su ordine del nostro emiro, e voi cari musulmani intraprendete con noi questo percorso», recita l’inquietante messaggio-video rilasciato dai due kamikaze giovanissimi, ancora, ovvero Usman Murdalov 21 anni e Sulim Israilov 18 anni, entrambi ceceni. È la prima rivendicazione in terra russa dello Stato Islamico e con un’eco di inquietante minaccia l’Isis si appresta a punire lo stato che, assieme ad altri, sta cercando di porre fine alla presenza militare in Sisia del Califfato.

Morto un insegnante di 30 anni, nel Kashmir, in India, mentre si trovava sotto la custodia dei militari. Shabir Ahmed Moonga, riporta Al Jazeera, era fra quelle decine di persone che sono state ferite e portate via durante l’azione congiunta di esercito e Polizia avvenuta mercoledì scorso. Il portavoce dell’esercito indiano ha riferito ai media che la causa della morte è ora da accertare e che è stata aperta un’indagine, mentre diversa la posizione delle autorità locali che hanno parlato invece di una morte avvenuta in uno scontro fra forze armate e manifestanti. Molte persone nei giorni scorso e quotidianamente hanno infatti protestato contro l’amministrazione indiana del Kashmir per via dell’omicidio avvenuto nel luglio scorso di Burhan Wani, uno dei leader dei ribelli. Salgono quindi a 66 le vittime morte durante le diverse manifestazioni. L’Amnesty International indiana ha temporaneamente chiuso i propri uffici per sensibilizzare l’opinione pubblica circa i problemi di sicurezza e le violazioni dei diritti umani che subirebbe il personale. Sabato scorso in particolare il gruppo si è concentrato sulle repressioni che sta subendo la popolazione in Kashmir, un evento che ha comportato anche diversi slogan “anti-india” su cui la Polizia locale sta indagando, per via di una denuncia da parte dell’associazione studentesca ABVP. Amnesty International ha respinto ogni accusa, ma ha ammesso che gli slogan che chiedono l’indipendenza del Kashmir sono stati pronunciati da alcuni dei partecipanti della manifestazione. Nel frattempo, salgono le tensioni fra Ucraina e Mosca, a causa dell’uccisione di tre soldati per mano di ribelli filorussi. Il portavoce militare ucraino Oleksandr Motuzyanyk ha riferito che giovedì scorso gli attacchi dei ribelli erano raddoppiati anche solo rispetto al giorno precedente. “Hanno lanciato più di 500 mortai ed oltre 300 proiettili verso le nostre posizioni”; ha riferito Motuzyanyk, “l’ultima volta che abbiamo assistito ad una simile intensità di fuoco con armamenti pesanti è stato un anno fa”.