-Dopo la morte di Marta Marzotto i media hanno definito l’icona della moda come la “regina dei salotti” italiani. Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi però, intervistato in esclusiva dal settimanale “Chi” (in edicola da domani 3 agosto), chiarisce che questa modo di pensare all’ex modella è “riduttivo”. Per Sgarbi la Marzotto “aveva creato una comunità che i semplificatori chiamano “salotto” sottolineandone la componente mondana, quando invece, prevalevano in quegli incontri umanità e cultura”. Il critico d’arte dipinge dunque la Marzotto quasi come una “mecenate” dei suoi tempi:”Marta si era progressivamente ritagliata un ruolo di protettrice delle arti, dopo i gloriosi modelli di Margherita Sarfatti e di Peggy Guggenheim. La sua famiglia di adozione, di cui portava orgogliosamente il nome onorandolo fino ad identificarsi, aveva coltivato l’arte come coronamento dell’impresa industriale, attraverso una memorabile collezione di impressionisti e di pittori italiani dell’Ottocento, che Marta vedeva e amava nelle case Marzotto a Portogruaro, a Valdagno, a Vicenza, arricchendola degli artisti contemporanei che le facevano intorno corona. (…) Tutta l’Italia del potere ascoltava il suo appello per l’arte e la bellezza”. Nel suo ritratto di Marta Marzotto, Sgarbi mette in luce anche l’aspetto privato della musa di Guttuso, e per lei piovono soltanto elogi:”Marta era soprattutto amica delle donne. E ammirava gli uomini intelligenti. Tutto quello che ha avuto in vita Marta lo ha restituito, consapevole di un privilegio che era suo impegno umano condividere. E così è stato, per l’entusiasmo e la forza di una grande donna”.

Il nome di Marta Marzotto, anche nel giorno dei suoi funerali ad Orvieto, non può non essere associato almeno per il momento a quella del pittore Renato Guttuso. Anche il figlio della Marzotto, Matteo, intervistato dai cronisti a margine del rito funebre, come riportato da Repubblica.tv, ha definito il cosiddetto “scandalo Guttuso” come l’episodio più triste della vita della madre:”‘La delusione più grande che mia madre subì nella sua vita è stata quella pubblica di essere stata male interpretata nell’87, in quello che si chiamò ‘scandalo Guttuso’. Basta leggere il libro che è stato scritto con molto garbo, ma la realtà fu molto peggio. La linciarono, la distrussero. Però poi lei risorse molto più forte, molto più umana di prima. Io all’epoca ero un ragazzino, ho sempre sorriso e mi facevo i fatti miei, mi sembrava un teatrino. Poi i dolori delle persone li capisci vivendo i tuoi”.

A margine dei funerali di Marta Marzotto, icona della moda italiana e regina dei salotti, il figlio Matteo ha raccontato a “Il Corriere della Sera” di essere stato tempestato di messaggi nelle ultime ore da parte dei fan della madre. Matteo ha dichiarato:”In questi due giorni ho ricevuto oltre 1500 sms, mille mail e almeno 500 whatsapp, e altrettanti i miei fratelli. Scrivono a noi, ma pensano a lei”. Matteo Marzotto ha poi raccontato un altro aneddoto riguardante i tassisti:”Muovendomi in taxi, molti tassisti, con cui lei si divertiva a chiacchierare, hanno avuto un pensiero affettuoso per lei. Ed è così che mi piace ricordarla, con un sorriso”. Infine, le parole più belle sono state quelle riservate a descrivere la Marta Marzotto che lui ha conosciuto, da figlio:”Era una donna meravigliosa, la generosità fatta donna, una grande mamma, una grande chioccia”.

Milano si è raccolta ieri per celebrare Marta Marzotto, morta venerdì scorso. Un momento per raccogliere il mondo della moda, dello spettacolo, ma anche tutte le persone comuni che l’amavano. Di lei in molti ricordano il sorriso, ma Alessandra Colla, sua segretaria di un tempo, non è così. “Era quello che voi non vedevate”, rivela a La Repubblica, “lei era l’esatto contrario di quello che era in pubblico, la generosità fatta donna, una gran mamma, una gran donna”. Marta Marzotto rideva, sì, ma solo quando poteva concedersi l’allegria. Non era quella donna impenetrabile, quasi al di sopra di tanti sentimenti terreni, che ci trasmetteva il piccolo schermo. Aveva delle fragilità, come tutti, e soprattutto un grande dolore. Quello per la morte di Renato Gussuso, il Maestro e pittore che tanto adorava. “Adesso saranno su a giocare a carte, loro lo adoravano”, rivela ancora la Colla. Un modello che viaggiava controcorrente, guerriera, ma non meno umana. “Donna libera e battagliera indomita”, ha scritto Marta Marzotto di se stessa alcuni giorni prima del suo 85esimo compleanno. Effervescente, padrona di casa ovunque. Le definizioni per la stilista potrebbero formare una montagna, proprio lei che invece fuggiva da quel “regina dei salotti” che le si era stampato addosso.