Mancano ancora tre mesi per scoprire se Antonio Logli sarà rinviato a giudizio per l’omicidio di Roberta Ragusa ma già ci si pone questa domanda. L’uomo dovrà comparire in tribunale il prossimo novembre: nel 2015 era stato indagato ma poi prosciolto dall’accusa di aver ucciso la moglie. Roberta Ragusa era sparita da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, la notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012. Dopo quattro anni e mezzo che non si hanno più notizie le speranze che sia ancora in vita sono davvero poche e si cerca ormai un corpo. Nelle ultime settimane, grazie al giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, che ha raccolto varie testimonianze, sono emerse nuove piste che potrebbero portare alla soluzione del giallo e a far ritrovare Roberta Ragusa. Testimoni hanno infatti riferito di alcuni movimenti sospetti nel boschetto vicino alla stazione di San Giuliano Terme e anche nel cimitero di Orzignano. Altri movimenti sospetti sono stati inoltre notati alla rotatoria di via Di Vittorio, a Gello: Roberta Ragusa potrebbe essere stata sepolta sotto l’asfalto?

I lavori fatti alla rotatoria di via Di Vittorio di Gello, chiusi definitivamente nel 2015, sono connessi con la presunta scomparsa di Roberta Ragusa? E’ questa la domanda che ci si pone in questi giorni, grazie ad alcune possibili piste date da Fabrizio Peronaci sul gruppo Facebook Giornalismo Investigativo by Fabrizio Peronaci. L’ultimo dato in base ad alcuni testimoni ci porta di nuovo a Gello, ad una rotatoria che nell’epoca della scomparsa di Roberta Ragusa prevedeva ancora lavori in corso. Proprio in quella fatidica notte del 14 gennaio del 2012, un testimone avrebbe visto un’auto accedere alla zona, in un momento in cui i lavori sono fermi da qualche mese, a causa di una controversia fra vari enti. I lavori riprenderanno in questa zona solo a luglio di quello stesso anno, concludendo quindi una massiccia opera di cemento. A questo primo testimone, rivela il giornalista del Corriere della Sera, se ne aggiungono altri due che a maggio dell’anno successivo alla scomparsa di Roberta Ragusa, vedono dei movimenti che fanno intuire la riapertura del cantiere. Se Roberta è stata uccisa ed il suo corpo fatto sparire, è possibile che sia questo il luogo destinato a diventare la sua tomba? Sono particolari che visti da soli non assumono lo stesso significato di quando invece si aggiungono ad altri. In questa zona interviene in quel periodo anche la Geste, la società presso cui lavorava Antonio Logli, il marito della donna. E ancora: secondo alcuni testimoni la tomba di Vanni Emilia presente nel cimitero di Orzignano, nasconderebbe il corpo di Roberta Ragusa. Tutti dettagli che appaiono incerti, ma che sono a disposizione degli inquirenti e che potrebbero diventare cruciali nell’udienza che si svolgerà il prossimo novembre, in cui il gup dovrà decidere se Antonio Logli verrà rimandato a giudizio o meno.