“Non credo che il Vaticano approverebbe un bagno in topless delle sorelle, probabilmente nemmeno in bikini”. Ovviamente il Vaticano non approverebbe mai un bagno in mare di alcune suore in bikini o in topless. Una ovvietà tale che la dice lunga non tanto della faciloneria con cui si sparano commenti sui social network (“è Internet, bellezza”), ma della mancanza ormai profondissima di conoscenza della realtà. In questo caso della religione. Ma d’altro canto, al catechismo chi ci va più? E l’ora di religione? Cose di un passato remoto che a dire la verità fino in fondo tanti preti hanno contribuito ad affossare, con la noiosità delle loro lezioncine che neanche certe ore di chimica passate a scuola (con il rispetto dovuto ai professori di chimica). Il fatto è che in questi giorni gira parecchio su facebook la foto di un gruppo di suore – postata dall’IMam di Firenze che nel frattempo è stato sospeso da Facebook – , vestite con l’abito che il loro ordine prevede, solo di un tessuto estivo e di un colore azzurrino, giocare e saltare allegre a piedi nudi fra le onde del mare, postata da un imam che vive in Italia e che in breve è stata condivisa da molti, non certo musulmani.
Chi la condivideva commentava maliziosamente con una frase del tipo “è burkini anche questo”. Come si sa nei giorni scorsi la storia del burkini, il costume delle donne islamiche che copre praticamente tutto il viso lasciando scoperta solo la faccia, che la Francia vuole vietare perché “non consone ai nostri valori” è diventato un po’ il tormentone di un agosto scarso di fremiti gossipari. Si è poi aggiunta nelle ultime ore la notizia che la Germania vuole vietare il burqa in tutti i luoghi pubblici. Una misura questa già più sensata nella lotta al terrorismo, già in passato estremisti islamici si sono nascosti sotto il burqa femminile. Quella francese dei “valori” fa piuttosto ridere invece, pensando a un paese che i valori, quelli come famiglia o religione, li ha cancellati istituzionalmente quasi tutti.

Ma tornando alle suorine, che sarebbero come le donne islamiche perché “è vietato loro mettersi in costume dal Vaticano”, la gente ormai non sa più distinguere tra libera scelta e imposizione. Non ci vuole un genio per capire che una suora ha fatto una libera scelta, quella di aderire a un ordine religioso e indossare un abito preciso, mentre di ragazze islamiche “che vestivano all’occidentale” genitori abbruttiti ne hanno massacrate e uccise parecchie


Ecco la differenza tra burkini e burkini, eppure c’è gente che ha commentato che anche “la loro è una libera scelta quella di indossare ciò che le fa sentire più a proprio agio. Nessuno in Europa le obbliga a farlo, se stanno bene con uno scafandro a posto del costume, perché negargli la libertà di farlo?”. Oppure: “Se non fanno nulla di male e a loro sta bene….la diversità e quello che noi vogliamo vedere. Io sono per un mondo libero dove ognuno si senta a proprio agio come meglio gli aggrada”. Un mondo libero? 
Viene in mente la straordinaria foto dell’anziana donna siriana dopo la liberazione della sua città dall’Isis pubblicata qualche giorno fa. Una donna che probabilmente non aveva mai fumato in vita sua con in bocca orgogliosamente una sigarettta che sotto il dominio dell’Isis erano proibite. Una donna povera e rugoso che sicuramente non soffriva di crisi d’astinenza da tabacco come noi occidentali annoiati che corriamo a comprare le sigarette prima che chiuda il negozio se no non riusciamo a dormire. No, lei lo ha fatto per rivendicare il ritrovamento della sua libertà, con l’orgoglio di una sfida: sono libera, fumo una dannata sigaretta!. C’è da giurarci che se fosse vissuta in una città di mare sarebbe corsa in bikini, e non in burkini, a fare il bagno. E se vicino c’erano le suorine con il loro abito, avrebbe sicuramente sorriso e strizzato loro l’occhio. Perché le suore sono libere.Come lo è adesso l’anziana donna siriana.

Ma tornando alle suorine, che sarebbero come le donne islamiche perché “è vietato loro mettersi in costume dal Vaticano”, la gente ormai non sa più distinguere tra libera scelta e imposizione. Non ci vuole un genio per capire che una suora ha fatto una libera scelta, quella di aderire a un ordine religioso e indossare un abito preciso, mentre di ragazze islamiche “che vestivano all’occidentale” genitori abbruttiti ne hanno massacrate e uccise parecchie anche nel nostro paese. Nessuno ha obbligato nessuna donna a farsi suora, a meno che non vogliamo pensare che siano tutte monache di Monza ancora oggi, e tantomeno a indossare quell’abito anche in spiaggia.
Ecco la differenza tra burkini e burkini, eppure c’è gente che ha commentato che anche “la loro è una libera scelta quella di indossare ciò che le fa sentire più a proprio agio. Nessuno in Europa le obbliga a farlo, se stanno bene con uno scafandro a posto del costume, perché negargli la libertà di farlo?”. Oppure: “Se non fanno nulla di male e a loro sta bene….la diversità e quello che noi vogliamo vedere. Io sono per un mondo libero dove ognuno si senta a proprio agio come meglio gli aggrada”. Un mondo libero? Viene in mente la straordinaria foto dell’anziana donna siriana dopo la liberazione della sua città dall’Isis pubblicata qualche giorno fa. Una donna che probabilmente non aveva mai fumato in vita sua con in bocca orgogliosamente una sigarettta che sotto il dominio dell’Isis erano proibite. Una donna povera e rugoso che sicuramente non soffriva di crisi d’astinenza da tabacco come noi occidentali annoiati che corriamo a comprare le sigarette prima che chiuda il negozio se no non riusciamo a dormire. No, lei lo ha fatto per rivendicare il ritrovamento della sua libertà, con l’orgoglio di una sfida: sono libera, fumo una dannata sigaretta!. C’è da giurarci che se fosse vissuta in una città di mare sarebbe corsa in bikini, e non in burkini, a fare il bagno. E se vicino c’erano le suorine con il loro abito, avrebbe sicuramente sorriso e strizzato loro l’occhio. Perché le suore sono libere.

(Paolo Vites)

Ecco la differenza tra burkini e burkini, eppure c’è gente che ha commentato che anche “la loro è una libera scelta quella di indossare ciò che le fa sentire più a proprio agio. Nessuno in Europa le obbliga a farlo, se stanno bene con uno scafandro a posto del costume, perché negargli la libertà di farlo?”. Oppure: “Se non fanno nulla di male e a loro sta bene….la diversità e quello che noi vogliamo vedere. Io sono per un mondo libero dove ognuno si senta a proprio agio come meglio gli aggrada”. Un mondo libero? Viene in mente la straordinaria foto dell’anziana donna siriana dopo la liberazione della sua città dall’Isis pubblicata qualche giorno fa. Una donna che probabilmente non aveva mai fumato in vita sua con in bocca orgogliosamente una sigarettta che sotto il dominio dell’Isis erano proibite. Una donna povera e rugoso che sicuramente non soffriva di crisi d’astinenza da tabacco come noi occidentali annoiati che corriamo a comprare le sigarette prima che chiuda il negozio se no non riusciamo a dormire. No, lei lo ha fatto per rivendicare il ritrovamento della sua libertà, con l’orgoglio di una sfida: sono libera, fumo una dannata sigaretta!. C’è da giurarci che se fosse vissuta in una città di mare sarebbe corsa in bikini, e non in burkini, a fare il bagno. E se vicino c’erano le suorine con il loro abito, avrebbe sicuramente sorriso e strizzato loro l’occhio. Perché le suore sono libere.

(Paolo Vites)